Il tema pensioni è sempre caldo: com’è cambiato il quadro per i lavoratori, quali novità e perché la pensione a 64 anni potrebbe essere l’opzione giusta
La questione che si lega alle pensioni desta sempre grande attenzione, dal momento che sta a cuore e interessa da vicino a tantissime persone: quali le recenti novità e perché la pensione 64 anni potrebbe essere una opzione giusta.
Il tema pensioni tiene banco anche dopo le recenti novità introdotte dall’esecutivo, una risposta all’esigenza del Paese ma che non soddisfa tutti al contempo.
Tendenzialmente va a salire il requisito contributivo anche circa le misure per quotisti, ad esempio. Sullo sfondo, il rischio del ritorno alla legge Fornero ed un sistema che forse manca di quella flessibilità di cui ci sarebbe bisogno.
Un aspetto da considerare quando si parla di pensionamento è quello che si lega al fatto che permettere ai lavoratori di andarvi troppo presto porta con sé quantomeno due controindicazioni.
Si tratta di un argomento complesso e di difficile risoluzione, complicato da affrontare. In primo luogo la prima controindicazione riguarda lo Stato. Una pensione per tutti, che questa sia Quota31, o una flessibile a sessantadue anni, ha un costo elevato per le casse del Paese.
In secondo luogo, aspetti su cui riflettere riguardano poi anche i lavoratori, dal momento che l’uscita anticipata va a produrre un problema che salta all’occhio. Coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione meno convenienti.
L’uscita anticipata, in generale, oltre alla questione coefficiente di trasformazione, porta con sé anche il punto dei minori anni di contribuzione versati.
Aspetti che sono dei crucci per i soggetti interessati. Con un’uscita troppo presto dal lavoro, e di conseguenza un accesso ‘troppo anticipato’, per così dire, al trattamento pensionistico, si andrebbe a perdere una parte dell’assegno che teoricamente spetterebbe loro.
Ovverosia, qualora questi continuassero a svolgere attività lavorativa sino a sessantasette anni. Dunque, dinanzi ad una misura di pensione anticipata, come nel caso di Quota 103, il taglia risulta essere consistente.
C’è chi potrebbe considerare la possibilità di attendere, aspettare per poi percepire un assegno da pensione più alto. Una scelta che molti lavoratori anche negli ultimi anni hanno preso, evitando di impiegare i canali di uscita anticipata.
Le pensioni anticipate infatti si legano a delle penalizzazioni. Per queste ed altre ragioni, forse la pensione a sessantaquattro anni potrebbe rappresenta la soluzione giusta. In particolar modo qualora, partendo da quota 84 con possibilità di scelta e dunque in presenza di flessibilità.
Al fine di risultare flessibile e vantaggiosa, una misura deve partire dai vent’anni di contribuzione versata.
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