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Raccomandata 647 contiene un avviso importante e conviene conoscerne sempre il contenuto

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La raccomandata 647 è ha estremo rilievo per il contribuente e perciò è sempre preferibile conoscerne mittente e contenuto. Ecco una breve guida su come comportarsi in caso di avviso di giacenza riferito a questa raccomandata.

Come vedremo meglio nel corso di questo articolo, la raccomandata con un avviso di giacenza recante il codice 647 è una comunicazione molto importante.

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Perciò nel corso di questo articolo chiariremo cosa bisogna fare in questi casi e se è meglio andare all’ufficio postale per il ritiro, oppure far decorrere i 30 giorni previsti dalla legge.

Anzi, attenzione a rendersi reperibili nei confronti del Fisco perché si tratta di trucchetti o stratagemmi che il più delle volte non funzionano – e anche nel caso di notifica di una raccomandata 647 valgono analoghe considerazioni. Pertanto come riconoscere una raccomandata 647? A cosa corrisponde questo codice? E cosa fare in caso di avviso di giacenza? Lo scopriremo insieme più avanti.

Raccomandata 647: di che si tratta? Il rilievo del codice

Sgomberiamo il campo da ogni possibile dubbio: forse non tutti ne hanno già sentito parlare, ma la raccomandata 647 consiste in buona sostanza in una lettera che racchiude una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate, ovvero del Fisco. In certi casi è un avviso bonario attinente ad es. alla rettifica della propria dichiarazione dei redditi oppure alla regolarizzazione di un pagamento di rilievo fiscale. Ma in altri la raccomandata 647 fa riferimento invece ad una vera e propria richiesta di pagamento, e perciò assume una importanza ancora maggiore.

La comunicazione ha questo nome, o meglio reca questi numeri, perché la relativa raccomandata ha un codice che inizia proprio con ‘647’. Ecco perché per semplificare si parla di “raccomandata 647”, ma dal punto di vista tecnico sarebbe preferibile parlare di “codice raccomandata 647”.

In particolare, si intende come codice raccomandata quella sequenza numerica inclusa all’interno del cosiddetto avviso di giacenza. Essa è mirata appunto individuare il contenuto della lettera in questione e a ciascun codice corrisponde un qualche tipo diverso di raccomandata. Pensiamo ad esempio alla raccomandata che reca il codice con i numeri iniziali 781 oppure 782: si tratta di casi di atto giudiziario ovvero di atto spedito o da un legale oppure da un tribunale. Mentre il codice raccomandata che ha come numeri iniziali 612 o 614, o ancora 693 fa riferimento alle comunicazioni che scaturiscono da istituti di credito.

Differente il codice numerico che qui interessa, e quindi differente sarà anche il mittente della comunicazione, perché appunto il codice raccomandata 647 individua una comunicazione effettuata nei confronti del contribuente da parte dell’Amministrazione finanziaria.

La raccomandata 647 e l’importanza dell’avviso di giacenza

Sopra abbiamo accennato al cosiddetto avviso di giacenza, ma che cos’è esattamente quest’ultimo? Ebbene spiegarlo non è difficile, perché altro non è che una comunicazione – di solito in forma di tagliando – con la quale si informa il privato cittadino che il postino in precedenza ha cercato di recapitare una raccomandata, o un qualsiasi altro atto, ma che alla data della effettiva consegna non ha trovato nessuno presso l’abitazione. L’avviso di giacenza viene utilizzato altresì nei casi in cui postino abbia trovato il rifiuto della persona presente, a ricevere la comunicazione dell’atto.

Chiara l’importanza di includere il codice citato nell’avviso di giacenza, se pensiamo che appunto in quest’ultimo abbiamo una comunicazione che il postino lascia quando non può svolgere la notifica per cui è incaricato – e questo appunto perché il destinatario si è reso o era assente. Per questo nell’avviso troviamo scritto non soltanto il giorno e l’ora della tentata consegna al destinatario oppure la città di provenienza della raccomandata ma – anche e soprattutto – il codice raccomandata.

Avviso di giacenza con codice raccomandata 647: come comportarsi?

Abbiamo visto finora che l’avviso di giacenza ha la funzione di riassumere i dati di rilievo della spedizione dell’atto e, dunque, dà prova del tentativo di consegna da parte del postino. Alla luce di quanto abbiamo detto finora, è evidente che una raccomandata 647 possa essere riconosciuta proprio dal codice riportato sull’avviso di giacenza, perciò se questa sequenza numerica inizia proprio con le tre cifre citate, non vi sono dubbi che l’atto proviene dall’Amministrazione finanziaria.

Inoltre è chiaro che in questi casi il contribuente destinatario della missiva potrà certamente domandarsi cosa fare e come comportarsi. Ovvero: è preferibile evitare di ritirare la raccomandata oppure è una opportuna idea andare appena possibile alle poste per prendere la raccomandata con codice 647? Ebbene, sgomberiamo il campo da possibili dubbi, la scelta di non andare a ritirare una raccomandata 647 alle poste è assai sconsigliabile. Le regole in materia ci dicono infatti che 30 giorni dopo il deposito dell’atto presso gli uffici delle poste, la raccomandata 647 è restituita a colui che l’ha inviata, e ciò comporterà la conseguenza per la quale detta comunicazione si intenderà comunque notificata secondo le regole della legge. È qui che si parla della cosiddetta compiuta giacenza.

La tutela del Fisco

Il meccanismo è in sé molto nitido e serve certamente a tutelare gli interessi del Fisco. Abbiamo detto che terminato il periodo di giacenza alle poste – pari a 30 giorni – la lettera viene riconsegnata al mittente, ma attenzione perché ciò comporterà una conseguenza non di poco conto per il privato che non si è voluto adoperare – recandosi alle poste. Il destinatario infatti non avrà più la possibilità di recuperare la raccomandata 647 e, conseguentemente, non sarà più in grado di conoscerne il contenuto.

Invece per il Fisco ovvero il mittente in questo caso, la procedura potrà proseguire regolarmente ed anzi l’Amministrazione finanziaria potrà adottare le opportune iniziative previste dalla legge – come se la raccomandata fosse stata nota al destinatario. E’ quel che in gergo si chiama presunzione di conoscenza, la quale tutela il Fisco nei confronti del contribuente e impedisce così che il destinatario contribuente di fatto eviti volutamente le comunicazioni, che possano lui essere in qualche modo sfavorevoli. Sintetizzando, non è dunque raccomandabile non aprire al postino quando ci si trova in casa e non recarsi alle poste per ritirare l’atto in giacenza.

Concludendo, il consiglio che anzi si può dare a un contribuente, che si trova ad avere a che fare con una raccomandata 647 – e lo scopra tramite avviso di giacenza – è andare al più presto alle poste per effettuare il ritiro dell’atto, perché questo gli permetterà di prendere visione e comprendere il contenuto della comunicazione. Questo in tutta evidenza consentirà al destinatario di adottare, se del caso, gli opportuni provvedimenti di tutela, pensiamo ad es. allo strumento dell’impugnazione della cartella o dell’avviso di pagamento, servendosi ovviamente del supporto di un legale.

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