Bonus: uno stato emergenziale di natura economica e finanziaria che ha forse creato confusione tra lavoratori e Governo.
Sono stati due i bonus introdotti dai decreti emergenziali del Governo nel corso del 2022.
Si è trattato di un’occasione con cui il Governo è andato incontro a famiglie e lavoratori che hanno visto decurtare il proprio potere d’acquisto contro un’inflazione ancora oggi in accelerazione. Due bonus da 200 e 150 euro che hanno potuto compensare i rincari di beni essenziali, tra cui alimentari, energia e oltre a questi il carburante.
Le due misure che hanno riguardato non solo i lavoratori ma anche i pensionati. Tra il primo e il secondo bonus cambiano quindi i requisiti; sebbene per entrambe le categorie essi si basino sui redditi essi differiscono in termini assoluti.
A chi spettano i bonus da 200 e 150 euro e quando può arrivare la contestazione
Il bonus da 200 euro spetta ai lavoratori con le ultime buste in cui lo stipendio lordo non è superiore a 2.692 euro al mese. Per il bonus da 150 euro dedicato ai pensionati invece bisogna fare riferimento all’assegno previdenziale di novembre che non deve raggiungere i  1.584 euro lordi.
Al fine di poter ricevere il bonus per gli autonomi, bisognava già essere iscritti alla data di entrata in vigore del Decreto Aiuti alla gestione previdenziale. Oltre questo era necessario avere P.Iva e attività lavorativa già avviata.
L’aumento del costo della vita ha coinvolto a rischio il reddito di tutti, a prescindere dal livello di ricchezza. Tuttavia, il concreto per alcuni è di dover restituire il beneficio. Infatti, si tratta di bonus erogati, il più delle volte, dall’INPS richiesti dal lavoratore o dal pensionato in modo indebito.
Chi ha percepito i bonus da 200 o 150 euro deve fare riferimento alle dichiarazioni dei redditi del 2021. Solo a dichiarazione effettuata dai contribuenti pensionati, l’Inps potrà verificare il diritto o meno a questo beneficio che è stato richiesto a partire da questa estate.
Al pensionato quindi l’INPS ha erogato un bonus provvisorio, in attesa di poter interrogare le banche dati per verificare effettivamente il suo reddito. L’attesa di un eventuale contestazione potrebbe arrivare dopo febbraio 2023, quando i pensionati non tenuti alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi, consegneranno il modello Red.