La lotta all’evasione fiscale passa per una società che permette solo pagamenti tracciabili e porta quindi indirettamente all’inevitabile fine del contante.
Secondo la Banca centrale svedese una realtà simile può presentarsi già dal 2023. il Paese si prepara a funzionare praticamente senza contanti. Nel paese già la legge permette ai commercianti di rifiutare qualsiasi pagamento in contanti.
Il Nord Europa è un esperimento interessante che banche e istituzioni finanziarie guardano non senza preoccupazione. La fine del contante può ridurre i margini di profitto per conti correnti e servizi analoghi. Tutto sarà gestito tramite applicazioni che per quanto certificate e sicure faranno a meno di luoghi fisici di deposito.
Oltre alla Svezia anche Finlandia e Norvegia dovrebbero passare entro i prossimi otto anni a una società cashless.
Tra gli altri casi estremi in materie di restrizioni, in Danimarca gli esercenti possono decidere di accettare pagamenti in contanti solo fino a 2.500 euro. Nei Paesi Bassi invece esiste l’obbligo di segnalare le transazioni sospette sopra ai duemila euro.
L’uso del contante è sceso tendenzialmente in molte altre parti del mondo ma una sua completa assenza è fonte di rischio per il funzionamento dell’economia? Oltre a situazioni estreme come gli attacchi informatici non sembrano esserci controindicazioni di natura tecnica. Dal punto di vista economico vengono messi in luce in particolar modo i vantaggi derivanti dagli oneri del contante.
Quali sono i costi per l’economia del contante? Secondo la Banca d’Italia pagare con il Pos costa meno in termini di ricadute sociali. Questo è vero per diverse ragioni: dagli oneri relativi alla sicurezza, il rischio di furti e assicurazioni, al costo che ricade su tutti i cittadini per stampare banconote ed effettuare i controlli antiriciclaggio e contraffazione.
È evidente così anche la ricaduta positiva sulle casse dello Stato. Si tratta del sistema più immediato da poter mettere in atto per eliminare alla radice l’evasione fiscale. Questo comporta la rinuncia a molte libertà, oltre che alla privacy delle transazioni che devono all’occasione poter essere verificate, anche quella del possibile ricatto di sanzioni o congelamento dei pagamenti frutto di decisioni non democratiche.
Esistono esempi di società che hanno avuto benefici dalla riduzione importante nell’uso del contante? Dal punto di vista economica un caso del genere è quello della Corea del Sud. La parte democratica dell’Isola ha introdotto negli ultimi 15 anni forti incentivi fiscali per i pagamenti elettronici. Così oggi il Paese è diventato quasi cashless e il Pil è cresciuto grazie all’emersione del sommerso. Le mancate entrate per 1,5 miliardi l’anno, sono state compensate con l’emersione del nero per 2,6 miliardi.
Il Consiglio dell’Ue ha una posizione abbastanza decisa in merito. Nella sua normativa antiriciclaggio prevede un limite massimo di 10 mila euro per i pagamenti in contanti con la possibilità per gli Stati membri di imporre un limite inferiore. Secondo il ministro delle Finanze della Repubblica Ceca presidente di turno dell’Ue:
“I terroristi e coloro che li finanziano non sono benvenuti in Europa. I pagamenti in contanti di importo elevato, oltre i 10 mila euro diventeranno impossibili. Oltre questo “sarà molto più difficile cercare di mantenere l’anonimato quando si acquistano o si vendono cripto-attività e infine diventerà difficile anche riciclare denaro sporco attraverso gioiellieri o orafi”,
Gli Stati europei dove vige il limite più restrittivo per l’uso del contante sono:
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