La pensione anticipata si può chiedere anche nel caso di malattie causate dal lavoro che si svolge. Ecco l’iter da seguire.
La pensione anticipata per malattia professionale è molto più comune di quanto si pensi.
In molti casi, purtroppo, la professione che si svolge causa delle gravi patologie, per le quali si diventa inabili. La malattia professionale concede l’accesso alla pensione anticipata, con rendita INAIL. Dunque, i lavoratori che si trovano in questa situazione possono smettere di lavorare senza attendere la maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria.
Scopriamo, dunque, quali sono i presupposti richiesti dalla legge per beneficiarne e la procedura da seguire per richiedere la misura pensionistica.
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Per ottenere la pensione anticipata per malattia professionale è, innanzitutto, necessario provare il possesso di una delle patologie rientranti tra le 85 categorie di malattie professionali per il settore dell’industria; oppure tra le 24 per il settore agricoltura, indicate dal D.P.R. n. 1124 del 1965.
È, poi, richiesta la compilazione di un apposito certificato, da parte del proprio medico curante, che accerti la connessione tra la malattia e la professione svolta. Il documento deve essere consegnato, entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia, al datore di lavoro. Quest’ultimo, entro 15 giorni dalla ricezione, invia una denuncia alla sede INAIL più vicina.
L’atto deve contenere tutti i dati relativi alla patologia, i suoi sintomi e l’eventuale struttura di ricovero.
Inoltre, se il datore di lavoro non effettua tale adempimento, è esposto ad una salata sanzione amministrativa.
L’INAIL, poi, invia al richiedente una comunicazione per svolgere la visita medica e prendere una decisione. Se il giudizio ha esito positivo, si procede al calcolo dell’assegno pensionistico per malattia professionale. Esso dipende dalla reale gravità della malattia posseduta.
Nell’ipotesi, invece, di rigetto della richiesta di pensione anticipata o di riconoscimento di un grado di invalidità minore a quello dichiarato, è possibile presentare ricorso (ai sensi dell’art. 104 del D.P.R. n. 1124/65).
In che modo si calcola la rendita INAIL per malattia professionale? In caso di invalidità dal 16% al 100%, si ha diritto ad una rendita INAIL a vita, che funge da una vera e propria pensione. L’importo è effettuato considerando 2 diversi elementi:
Infine, l’ammontare si moltiplica per un coefficiente di menomazione, previsto dalla Tabella INAIL relativa alle percentuali di invalidità. Tale coefficiente parte dallo 0,4% (per l’invalidità del 16%) all’1% (per l’invalidità dall’80% in su).
La cifra della rendita INAIL scaturisce dalla somma delle due componenti.
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Un esempio può agevolare la comprensione del meccanismo di calcolo. Un operario, dipendente di un’impresa edile, possiede un reddito annuo di 16 mila euro. A causa di una malattia professionale, subisce un’invalidità del 100%.
Di conseguenza, la componente biologica sarà di 16.550 euro. Quella patrimoniale, invece, si ottiene moltiplicando 16 mila euro per 1% e sommando il risultato alla componente biologica. L’importo definitivo della pensione INAIL, quindi, sarà di 32.550 euro netti l’anno.
La fonte di questa tipologia di sussidio economico risiede nell’art. 38 della Costituzione, in base al quale “i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.
Le prestazioni erogate dall’INAIL, inoltre, ad eccezione dell’indennità e dell’integrazione della rendita diretta, non sono oggetto di tassazione e non sono pignorabili o cedibili.
Le malattie professionali per le quali si può chiedere la pensione anticipata sono suddivise in 3 liste.
La Lista I comprende le patologie con origine di “elevata probabilità”. Per esse, dunque, c’è la cd. presunzione legale di origine. Significa che, ad esempio, basta la sola presenza delle fibre di amianto nel luogo di lavoro, per il conferimento della malattia professionale. Poiché si presume la sussistenza del nesso causale, si riceve un indennizzo oppure la pensione anticipata per malattia professionale.
La Lista I ricomprende le seguenti patologie:
Nella Lista II, invece, si trovano le malattie che, pur essendo collegate all’amianto, comportano una limitata probabilità di origine professionale. Non c’è, dunque, presunzione legale d’origine, ma è il lavoratore che deve dimostrare la sussistenza del nesso causale. Egli, infatti, ha l’onere di provare l’esposizione a sostanze dannose durante il lavoro.
Le patologie della Lista II sono:
Nella Lista III, infine, c’è solo il tumore all’esofago. Anche in questo caso, per ottenere la pensione anticipata da malattia professionale, il malato ha l’onere di provare la correlazione tra la patologia e l’attività lavorativa svolta.
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