Le iniziative di politica monetaria stanno impegnando le banche centrali che annunceranno il rialzo dei tassi e i cambiamenti in grado di incidere sull’economia del prossimo anno.
Ci avviciniamo alla fine dell’anno e i cittadini si domandano quali saranno le ragioni con cui la probabile prossima recessione verrà giustificata.
Nelle ultime settimane le dichiarazioni degli esponenti delle banche centrali hanno marcato l’aspettativa di un rallentamento economico; c’è poca differenza nelle aspettative finali di una riduzione definitiva dell’inflazione. Cambierà in vece il modo in cui l’economia assorbirà gli effetti del rialzo dei tassi.
Il 14 dicembre la Fed pronta ad alzare i tassi di 50 punti base. Si tratta di una crescita inferiore rispetto alla manovra precedente. Il costo del denaro dovrebbe superare il 4% e mercato del lavoro e consumi mostrare un rallentamento che giustifichi ulteriori riduzioni degli aumenti.
Per il momento l’inflazione rimane troppo alta e il mercato del lavoro è ancora troppo forte. Negli Stati Uniti la tenuta del mercato del lavoro rivela come vi siano appena 1,6 posti di lavoro vacanti per ogni disoccupato. Anche per questo i salari sono aumentati di oltre il 5% all’anno. Offerta e domanda rimangono troppo squilibrate; tutto impedirebbe alla Fed di abbassare la guardia.
Solo nel 2024 i membri del FOMC indicheranno le loro prospettive di normalizzazione della politica monetaria. Gli investitori rimarranno in attesa di segnali positivi concreti per più di un anno a partire da oggi.
La situazione è forse peggiore in Ue dove la BCE deve gestire economie diverse con una medesima politica monetaria. L’inflazione, le esigenze economiche e la resilienza è diversa tra gli Stati membri; oltre a questo si scontano le variabili esogene della guerra commerciale con la Russia.
In questo contesto a dicembre la BCE presenterà per la prima volta le sue proiezioni di crescita e inflazione fino al 2025. Tutto è pronto per un nuovo sell off sui mercati finanziari o per una sorpresa; in entrambi i casi il mutamento delle posizioni dei trader, anche in previsione delle vacanze natalizie, causeranno parecchia volatilità questa settimana.
Nel contesto Europeo ci sono già nazioni in recessione? Sembra così per il Regno Unito dove la Boe, la Banca centrale d’Inghilterra riunendosi il 15 dicembre aumenterà i tassi di interesse di almeno 50 punti base. In Inghilterra attualmente il tasso d’inflazione è pari all’11,1% annuo, è il valore più alto anche considerando l’inflazione gli Stati Uniti.
I lavoratori non vogliono accontentarsi di aumenti salariali inferiori al tasso di inflazione, mentre il calo dei redditi reali deprime la domanda interna, precedendo gli effetti sociali che saranno più marcati il prossimo anno.
Il Consiglio dell’Ue venerdì ha annunciato un accordo per fornire 18 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina nel 2023. Si tratta però di denaro preso a prestito direttamente dagli Stati membri: sarebbero 26 nazioni dell’Ue esclusa l’Ungheria a coprire i rischi in caso di mancato rimborso dei prestiti. Alcuni diplomatici sperano ancora di poter trovare un accordo nei prossimi giorni per usare anche i 5,8 miliardi del Pnrr.
L’Ungheria e la Germania sono le due teste che divergono dagli accordi generali per cui l’Ue si mostra impacciata sulle azioni da intraprendere. È così soprattutto sul piano dell’energia; il Consiglio straordinario Energia rischia di concludersi con un fallimento sul “price cap” sul gas. Il fronte contrario con in testa la Germania è seguito da Austria, Danimarca, Paesi Bassi ed Estonia. Questi cinque paesi hanno posto limiti importanti sul “Meccanismo di correzione del mercato” impedendone l’estensione alle transazioni fuori borsa e le salvaguardie economiche per evitare problemi di approvvigionamento o di stabilità finanziaria.
Oltre questo la discussione è ancora rilevante rispetto al tema centrale, quale prezzo limite assegnare al gas? Tra la Germania e il suo gruppo e quello di Italia Belgio Grecia Spagna e Portogallo c’è un terzo escluso, la Francia indecisa sul male minore. La Francia è preoccupata delle ricadute sulla stabilità finanziaria, ma è pronta a concedere più flessibilità per le soglie che dovrebbero attivare il meccanismo del price cap. Il fallimento per un accordo sembra sicuro con i piani originari che possono venire completamente disattesi.
L’Ue infine si prepara ad adottare il nono pacchetto di sanzioni contro la Russia. Che cosa prevede il nono pacchetto di sanzioni? Le misure economiche cercheranno di limitare la Russia attraverso un divieto di transazioni con la Banca di sviluppo regionale russa, l’esclusione da Swift di altre tre banche e nuovi limiti sulle esportazioni. Tra questi l’Ue dovrebbe impedire alla Russia di accedere a tecnologie e materiali usati per i droni e colpire i nuovi investimenti nel settore minerario.
Oltre la Russia si riproporranno nuove sanzioni contro l’Iran in risposta all’assistenza di Teheran verso Russia effettuata tramite attacchi per mezzo di droni.
Fare la spesa sarà più conveniente con il trucchetto che vi sveliamo, utile per accedere…
Anche i disoccupati che svolgono lavori occasionali hanno diritto all'indennità NASpI, ma devono rispettare precisi…
Ci sono tantissimi benefici per le persone più anziane, che spesso necessitano di maggiori tutele.…
Per non ricevere penalizzazioni sull'assegno pensionistico è fondamentale scegliere accuratamente la tipologia di trattamento. Nel…
Chi affitta in nero un immobile rischia sanzioni molto severe in caso di controlli fiscali.…
L'Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova campagna di controlli grazie a un nuovo algoritmo.…