Il tetto all’uso del contante è stato ritoccato verso l’alto dall’attuale Governo, ma le critiche non sono mancate. Il Consiglio UE però non si schiera apertamente contro questa scelta, ed anzi rimarca che il limite all’uso delle banconote è oggi fissato a 10mila euro.
In questo periodo si parla spesso del limite o del tetto all’uso del denaro contante e su questo punto è intervenuto recentemente il Consiglio dell’Unione Europea, prendendo parola su un tema delicato e che ha comportato un vivace dibattito nel nostro paese.
Ebbene, 10mila euro è il limite massimo indicato dal Consiglio per i pagamenti tramite banconote, con la facoltà – per gli Stati membri – di decidere per l’istituzione di un limite massimo più basso. Questo è quanto emerge nell’ambito del Consiglio UE, che è dunque intervenuto non opponendosi, di fatto, alla scelta del nostro Governo, il quale con il disegno di legge di Bilancio 2023, intende aumentare il tetto per l’utilizzo del contante portandolo fino a 5.000 euro. La modifica è sostanziale, come notato già da molti osservatori. Qual è insomma lo scenario per il prossimo anno? Facciamo chiarezza.
Come accennato in apertura, le istituzioni UE hanno rimarcato qual è l’attuale orientamento comunitario in fatto di transazioni economiche tramite denaro contante. Bruxelles ha più volte sostenuto l’utilità dei pagamenti tracciabili, per finalità anti evasione fiscale, ma al contempo ha affermato che il limite al pagamento con contanti non è così rigido in area UE. Appunto la soglia è 10mila euro, ma i paesi membri sono liberi di abbassare l’asticella per favorire i pagamenti con carta di credito o bancomat, certamente più sicuri sul fronte fiscale. Ciò è quanto emerge nel comunicato stampa del 7 dicembre 2022 del Consiglio dell’UE, che appunto dà importanti indicazioni sul fronte delle modalità dei pagamenti tra privati.
Per quanto riguarda il nostro paese, il Governo attuale ha più volte ricordato che non ritiene sussistente una correlazione tra utilizzo ampio del contante ed evasione fiscale, tanto che intende appunto innalzare il tetto all’uso dai 2.000 euro del 2022 fino a 5mila euro. La soglia dei duemila euro sarà comunque valida fino al 31 dicembre di quest’anno.
Vero è che in precedenza, prima dell’insediamento dell’Esecutivo frutto degli ultimi risultati elettorali, il limite individuato per il 2023 era di mille euro. Con la nuova maggioranza di centrodestra il dietrofront, dettato anche dalla volontà di favorire consumi e transazioni e dalla convinzione che nel nostro paese non sono pochi coloro che preferiscono tuttora usare il denaro contante per effettuare pagamenti.
Negli ultimi giorni il Consiglio UE ha peraltro indicato anche la via dell’ampliamento delle norme anti riciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo, tramite misure ad hoc sulle discusse criptovalute. Si tratta di misure che si combinano con il citato tetto all’uso del contante e che vogliono costituire in qualche modo una svolta atta a favorire transazioni ed operazioni finanziarie ispirate a criteri di correttezza, legalità e trasparenza.
Perciò non stupisce una decisione del Consiglio dell’Unione Europea formulata in questi termini, la quale di fatto indica la soglia oltre la quale saranno impossibili le transazioni.
Da notare appunto che norme di tutela saranno valevoli anche per le criptovalute, imponendo l’obbligo per i prestatori di cripto-attività di fare un’adeguata verifica della clientela. E questo a maggior ragione per le le operazioni di ammontare maggiore di mille euro.
Chiaramente le novità che arrivano dall’Unione non possono che riguardare direttamente anche il nostro paese. Infatti proprio nelle ultime settimane si è acceso enormemente il dibattito interno, circa l’opportunità di alzare quel tetto che in base al decreto Milleproroghe avrebbe dovuto essere pari a mille euro a partire dal primo gennaio 2023.
Non dimentichiamo che la novità del tetto a 5mila euro per il 2023 è inclusa nel disegno di legge di Bilancio 2023, testo che in questi giorni sta affrontando il delicato iter mirato all’approvazione della manovra entro fine anno – per evitare il temuto esercizio provvisorio.
Insomma, dall’Europa nessun veto alle ultime scelte dell’Esecutivo, nonostante le critiche all’innalzamento del tetto giunte direttamente dalla Banca d’Italia, nell’ambito dell’audizione dello scorso 5 dicembre presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
Proprio Bankitalia ha infatti indicato che vi sarebbero dati oggettivi i quali suggeriscono che tetti più elevati all’uso del denaro contante aprirebbero maggiori varchi all’economia sommersa. Al contempo l’importante istituzione ha fatto notare che l’uso dei pagamenti elettronici, consentendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe sensibilmente l’evasione fiscale. Sempre Bankitalia ha poi ricordato altri ‘punti deboli’ dell’innalzamento del tetto contante, quali il disincentivo all’uso dei metodi di pagamento tracciabili e i costi legati alla sicurezza – e ci riferiamo ai possibili furti e al trasporto valori.
Concludendo, proprio il recente orientamento del Consiglio dell’Unione si rivela però indubitabilmente non contrario alle ultime scelte del nostro Esecutivo e quindi – salvo improbabili ribaltoni dell’ultimo momento – il tetto alzato fino a 10mila euro sarà confermato nella legge di Bilancio.
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