L’Italia è, di fatto, una nazione commissariata e non è semplicemente retorica. La vittoria elettorale non può confrontarsi con il peso del debito e l’impossibilità di finanziarlo attingendo a risorse proprie.
La capacità dell’Italia di affrontare le emergenze senza il compromesso sulle manovre importanti è nulla.
Se l’Italia è sotto scacco il debito Pubblico è il pedone responsabile della mossa finale; la colpa non è da imputare a chi in questo momento ci sta governando, ma agli anni di ignoranza degli effetti che l’unione monetaria avrebbe significato rispetto alla nostra capacità di autogoverno in un contesto di debito.
Al di là della contingenza elettorale famiglie, privati e investitori possono scegliere di attingere agli effetti dei compromessi mettendo in tasca una marginale ricompensa sugli effetti del debito pubblico.
Gli investitori in titoli di Stato sono consapevoli dei vantaggi offerti da questo tipico prodotto d’investimento sul reddito fisso. Una cedola certa e costante semestrale che vale sulla maggior parte di questi Titoli.
Oltre a questo si aggiunge la tassazione agevolata al 12,50% che da a questi Titoli un doppio vantaggio.
Emissione, gestione e rimborso dei titoli di Stato del Ministero del Tesoro che emette varie categorie di obbligazioni; questi sono destinati agli investitori istituzionali e privati tramite cui viene finanziata la cassa statale.
Tra questi ci sono ad esempio:
Come investire nel 2023 in mercati così complessi e imprevedibili è per definizione una risposta quasi impossibile da dare con sicurezza. È tuttavia naturale che le obbligazioni rimangano un punto fermo; oggi esse hanno molto più valore di un anno fa, con casi come il Bund tedesco passato da un rendimento negativo storico a uno positivo vicino all’1,8%.
Le cedole alla luce dei rialzi dei tassi cominciano a compensare i potenziali rischi nel medio periodo. Soffrire la stretta monetaria nel breve termine rimanendo disinvestiti è poco sensato se si dispone di volontà e capacità per esposti sul mercato.
Tra le variabili da prendere in considerazione, le incognite della recessione in Ue e in secondo luogo la Cina che si appresta a ripartire con un 5% di crescita del Pil previsto nel 2023.
Il contesto congiunturale può causare luci e ombre in Europa; peseranno gli aumenti del petrolio e nuovi possibili accordi che agevoleranno la Russia?
Tutto questo ci porta a favorire Titoli di Stato a brevissimo o lungo termine; tra i migliori in questo contesto non ci sono quindi quelli indicizzati all’inflazione. Questi titoli sono particolarmente favorevoli soltanto in questo periodo ma sono in genere strutturati per valorizzare il capitale soltanto dopo molti anni.
Il contesto che causa l’impennata dei rendimenti obbligazionari indica che oggi le opportunità più interessanti sono date da Titoli di Stato come: BTP short term, BOT a 12 mesi, e dato il contesto ecologico anche i BTP green. In alternativa BTP a 10 anni o superiori. Oltre alla valutazione dei rendimenti la scelta cambierà quindi in base alla propensione al rischio.
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