Troppa CO2 fa male all’ambiente, ma da ora in avanti potrebbe far male anche ai nostri acquisti. Ecco cosa ci aspetta con la transizione Green.
Negli ultimi tempi c’è un nuovo allarme: le persone producono troppa CO2, semplicemente con le loro attività quotidiane.
L’imperativo è dunque quello di abbattere le emissioni, a tutti i costi. Il che ha ovviamente un senso e possiamo comprenderlo tutti. Ciò che sta prendendo forma però, e anche concretamente, ha un po’ dell’incredibile. Ma andiamo con ordine.
Perché l’Anidride Carbonica è nociva per l’ambiente? Ebbene, questo gas aumenta l’effetto Serra, che va poi a surriscaldare il Pianeta. I danni maggiori sono provocati dall’uso – da parte di cittadini e aziende – di Carbone, Gas e Petrolio. Ultimamente, gli scienziati stanno anche calcolando quanta CO2 produce un essere umano, semplicemente vivendo la sua vita.
Il calcolo è molto complesso ma esistono realtà che già si occupano di farlo. In pratica, ogni volta che usiamo l’auto, accendiamo il riscaldamento o acquistiamo oggetti contribuiamo a “produrre la sostanza”. Pensiamo ad esempio al fatto di comprare della semplice frutta: questa viene trasporta dai camion, che emettono inquinamento, e poi viene imballata nella plastica, che fa inquinamento. I nostri rifiuti, scaturiti dai consumi, fanno inquinamento.
Il ragionamento è un po’ più complesso, ma in sintesi i Governi stanno ideando dei modi per ridurre l’impatto della vita delle persone sull’Ambiente. Tra le tante cose che stanno facendo, vi è la promozione di comportamenti virtuosi, come ad esempio preferire la bicicletta all’auto, tanto per fare un esempio. Ma adesso si sta andando molto oltre. Cosa c’entra infatti tutto questo con le nostre carte di credito? Ecco cosa sta accadendo.
Un interessante progetto è nato nel 2018 in Svezia, ed è qualcosa di concreto: stiamo parlando della carta di credito con plafond collegato alle “emissioni di CO2”, la DO Black della Doconomy. Chi usa questa carta di credito può vedersi bloccato il pagamento della spesa, della benzina, o di qualsiasi altro bene/servizio.
Infatti il suo funzionamento è pressoché semplice, anche se ovviamente opinabile. Siccome moltissimi prodotti /servizi oggi vengono venduti insieme all’indicazione di quanta CO2 emettono, il sistema di transazioni della DO Black (in collaborazione con MasterCard) calcola l’impatto dell’acquisto. Se il possessore della carta raggiunge un limite stabilito, la transazione viene negata. Anche se la persona ha i soldi disponibili sul conto corrente.
Per promuovere e incentivare questo nuovo sistema di “permessi” all’acquisto, l’utente “beneficia” di vari tipi di premi. Tramite la App collegata alla carta e al conto, i clienti “virtuosi potranno beneficiare di sconti presso negozi convenzionati. Oppure fare donazioni per “compensare” le troppe emissioni di CO2.
Anche con tutta la buona volontà, però, viene da chiedersi: ma se ho superato la soglia di “inquinamento”, ho bisogno di fare la spesa e ho i soldi sul conto ma mi viene bloccata la transazione, come faccio? Questa eventualità non trova risposta, almeno nelle informazioni che troviamo a proposito di questa iniziativa “green”.
La risposta è sì. O meglio, al momento molte Banche hanno inserito “preziose” informazioni sui consumi degli utenti nelle rispettive App, proprio come Do Black. Basta controllare nella propria e controllare nei menù dell’applicazione.
Nella foto poco sopra, vediamo che gli acquisti effettuati dal cliente hanno superato – e di gran lunga – un certo limite, che è stabilito appunto da società che si occupano di questi calcoli. Per il momento si tratta “solo” di un monito, di un’informazione per far capire all’utente il suo impatto ambientale.
Ma in fondo, passare dalla semplice informativa al blocco del conto può accadere in un attimo. Basta una direttiva europea e il gioco è fatto. Il limite massimo di CO2 potrebbe presto diventare una delle formule obbligatorie contenute nei “termini e condizioni di utilizzo” della carta o del conto corrente.
Viene da chiedersi come potremo gestire questa immensa responsabilità, ovvero riuscire a vivere secondo i nostri bisogni senza per forza “inquinare” l’ambiente. Che poi, se vogliamo essere precisi, la CO2 non è un gas inquinante ma un gas serra, che è cosa diversa.
Fino ad oggi era credenza che a inquinare la Terra fossero le fabbriche, le aziende o gli aerei, per fare degli esempi. Cambiare le abitudini delle persone probabilmente ha un effetto davvero esiguo rispetto ad altri. Ricordiamo intanto del fatto che l’Europa sta alimentando l’uso di armi per aiutare l’Ucraina a sconfiggere Putin. E le armi e i missili inquinano moltissimo, oltre a fare numerose vittime.
Ricordiamo che, proprio a causa del conflitto ucraino, la crisi del Gas ha fatto alzare considerevolmente i consumi di Carbone. Il carbone, quello che inquina per eccellenza e che dovrebbe essere bandito proprio in nome della transizione Green.
Recentemente, l’Europa ha adottato una misura in cui emetterà un dazio ambientale, “ossia una specie di imposta che andrà a colpire i beni industriali importati sul territorio comunitario e che hanno prodotto particolari volumi di emissioni nocive“. Lo riferisce in un articolo Il Sole 24 Ore. Viene spontaneo comprendere che il risultato sarà un aumento del prezzo del prodotto finale, che inevitabilmente ricadrà sui consumatori.
E mentre i Governi riaprono le centrali a carbone e inviano armi ai Paesi, i cittadini europei si trovano di fronte a limitazioni delle risorse. Obbligo di termosifoni al di sotto dei 20 gradi e possibili decurtazioni di energia elettrica in determinate ore del giorno; ma anche volontà politiche di abbassare i limiti di velocità nelle strade per far consumare di meno e controlli delle auto di prossima generazione direttamente da remoto.
E pazienza se c’è un’urgenza medica, se abbiamo freddo o se dobbiamo fare la spesa per mangiare.
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