Covid e influenza australiana sono protagonisti delle festività natalizie ma non sono gli unici virus in circolazione. Il freddo ha portato vecchie conoscenze.
Tra mascherine e restrizioni ci eravamo dimenticati che oltre al Covid esistono numerose forme virali. Ebbene, ora le abbiamo riscoperte.
Prima ancora che il freddo arrivasse, milioni di italiani si sono ritrovati a letto con febbre, mal di gola, tossa, dolori articolari. Sarà Covid, avranno pensato molti, invece si tratta di virus differenti che dopo quasi tre anni sono tornati. Non solo, dato che il nostro sistema immunitario è stato impegnato in altre battaglie ora si scontano le forme virali in modo eccessivo. Chi ha preso il Covid, poi, si ritrova più debole, con complicazioni a livello di salute e reagisce con minore aggressività agli attacchi dei virus in circolazione. L’influenza australiana, inoltre, è particolarmente potente e contagiosa. Causa febbre molto alta, anche fino a 40 gradi e sembrerebbe che la tachipirina non sia sufficiente a far abbassare la temperatura. I medici stanno optando per farmaci diversi come, ad esempio, l’Oki. Stanno spopolando, poi, il virus sinciziale che colpisce soprattutto i bambini nonché i virus para influenzali e i rhinovirus.
Sebbene in maniera minore rispetto i mesi precedenti, il Covid continua a contagiare persone. Fortunatamente le varianti sono più deboli, meno pericolose e provocano infezioni lievi non raggiungendo più i polmoni. I sintomi sono, pertanto, molto simili a quelli di un raffreddamento o di una influenza leggera con febbre non alta, mal di gola e tosse. Di conseguenza tante persone evitano di fare il tampone complicando il conteggio dei casi. L’importante è che stiano a caso almeno fino a due giorni dopo la scomparsa di ogni sintomo.
Attenzione, però, a ciò che sta accadendo in Cina. Indiscrezioni da parte di inglesi e americani parlano di milioni di contagi da Covid al giorno con migliaia di morti. Una nuova ondata, dunque, che Pechino invece nega riferendo numeri molto bassi, quasi impossibili da credere. Video sui social, poi, mostrano terapie intensive piene, ospedali al collasso, insufficienza di macchinari per la respirazione. Insomma, un brutto ritorno al passato ma ipotizzare che si tratti di una nuova variante o se arriverà in Europa è impossibile senza comunicazioni più veritiere da parte della Cina.
Protagonista dell’inverno 2022/2023 sarà l’influenza australiana A H3 N1. L’intensità è elevata, la contagiosità alta e la mutazione sembrerebbe più pericolosa di una normale influenza. Ecco perché l’anticipo rispetto ai tempi ordinari dell’arrivo dell’influenza (solitamente tra gennaio e febbraio). I bambini sono maggiormente colpiti ma non risparmia nemmeno gli adulti.
Febbre molto alta, dolori articolari e muscolari, tosse, nei casi più gravi complicanze batteriche che possono portare ad una polmonite.
Oltre al Covid e all’influenza australiana gira il virus sinciziale. Molti bambini sono intubati al Bambin Gesù di Roma a sottolineare la gravità della situazione. Il virus, infatti, è respiratorio e le terapie intensive sono in allerta. Nei bimbi molto piccoli si può trasformare in broncheoliti, rinorrea, febbre, difficoltà polmonari.
Poi ci sono i virus para influenzali e i rhinovirus. I primi sono più deboli rispetto l’influenza stagionale. Comportano febbre non elevata per un paio di giorni. I secondi, invece, fanno riferimento ai comuni raffreddori. Provocano chiusura del naso e dunque mal di testa oppure mal di gola ma anche questi sono di facile risoluzione.
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