Una interessante iniziativa presso un liceo che ha istituito due giorni di congedo mestruale. Ecco i dettagli.
Per rendere valido un anno scolastico la legge prevede che gli studenti e le studentesse possono assentarsi da scuola per almeno un quarto dell’orario annuale.
La stessa legge però individua le deroghe per le assenze giustificate come, ad esempio, quelle dovute a malattie certificate. Ed è proprio da queste deroghe che parte l’iniziativa del Liceo artistico ‘Nervi-Severini’ di Ravenna: il congedo mestruale per le studentesse.
Una delibera ha riconosciute alle studentesse che soffrono di dismenorrea la possibilità di assentarsi per due giorni. Queste assenze saranno giustificate, purché sia prodotto un certificato medico all’anno che attesti la malattia.
Sono le rappresentati della componente studentesca dell’Istituto artistico di Ravenna a far presente che sono molte le studentesse che soffrono di questa malattia. La dismenorrea si presenta con crampi mestruali molto forti tanto da interferire con il normale svolgimento delle lezioni e delle attività scolastiche.
Raccogliendo 16 testimonianze di loro compagne, il consiglio ha chiesto agli argani del Collegio della scuola di applicare un congedo mestruale con due giorni di assenza. Portando come esempio l’iniziativa della Spagna.
«Si tratta di una prima iniziativa di questo genere per quanto riguarda una scuola» ha affermato Gianluca Dradi, preside del Liceo artistico.
Il regolamento è stato approvato e le studentesse con dismenorrea certificata avranno la possibilità di assentarsi per due giorni al mese. Le assenze come detto non saranno considerate nel monte ore totali, ma dovranno essere giustificate dai genitori (o dalle studentesse maggiorenni) tramite il libretto web.
Comunque sia, il Liceo artistico di Ravenna non è nuovo a iniziative così particolari. Infatti, qualche tempo fa aveva istituito un regolamento per le carriere alias, cioè la possibilità di adottare un nome di elezione per gli studenti transgender.
Un modo per comunicare agli studenti e alle studentesse che l’Istituto «riconosce i loro problemi e i loro bisogni e che intende, nei limiti del possibile, affrontarli per creare un ambiente accogliente e inclusivo».
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