Come funzionano i turni di lavoro e le relative fasce orarie per chi gode dei benefici previsti dalla Legge n. 104/1992?
Esaminiamo cosa prevede la normativa rispondendo anche al quesito di un Lettore.
Un Lettore ci ha sottoposto il seguente quesito: “Buongiorno, mia madre ha la 104 perché allettata. Lavoro per 25 ore settimanali con turni di mattina e di pomeriggio e ho chiesto al mio datore di non farmi fare i pomeriggi perché assisto mia madre, ma lui mi ha detto che non è possibile. Lo può fare? Ora mi trovo nel non sapere cosa fare, i tre giorni li posso prendere ad ore?
Cosa prevede la legge per i lavoratori dipendenti che devono seguire i propri familiari in età avanzata o disabili e che quindi necessitano di permessi anche ad ore? Può un lavoratore dipendente prendere un permesso per andare a trovare un genitore che si trova in una casa di riposo? Vediamo tutti i casi.
Sono previste tre modalità diverse di fruizione dei permessi lavorativi per chi gode dei benefici della Legge n. 104/1992:
Il diritto a fruire dei permessi di tre giorni al mese previsti dalla Legge n. 104/1992 ha l’obiettivo di tutelare la salute psico-fisica del disabile, ed è un diritto spettante anche nel caso in cui colui che assiste il familiare con handicap abbia un contratto di lavoro a tempo parziale (part-time).
Anche in caso di lavoro agile (smart working) vi è la possibilità di fruire dei permessi di cui alla Legge n. 104/1992 in modalità oraria, se il lavoratore ritiene sia necessario per l’organizzazione della propria attività lavorativa, anche se questa viene definita in autonomia rispetto al datore di lavoro.
Il lavoratore che beneficia dei permessi derivanti dalla Legge 104 per l’assistenza di un familiare disabile è esonerato dai turni di notte nonché da turni di reperibilità. Infatti, per il lavoratore che assiste un familiare disabile il rapporto di lavoro è considerato sospeso nel giorno di permesso previsto dalla Legge 104 e in quel giorno il dipendente è esentato dall’obbligo di fornire la prestazione lavorativa per tutto l’arco della giornata lavorativa.
Pertanto, se il lavoratore non svolge quella che è la sua prestazione ordinaria, ovviamente non potrà dare la disponibilità ad effettuare il servizio di reperibilità, qualora richiesto dal proprio datore di lavoro.
Tuttavia il datore di lavoro può concordare con il proprio dipendente i giorni (non impegnati dalla fruizione dei permessi previsti dalla Legge 104) in cui è possibile garantire il servizio di reperibilità.
Inoltre i lavoratori che hanno a carico un familiare disabile non sono obbligati a prestare lavoro di notte né possono garantire il servizio di reperibilità nella fascia notturna.
Quindi chi fornisce assistenza a un familiare disabile deve essere sempre esonerato dallo svolgimento dell’attività lavorativa in orario notturno oltre che da servizi di reperibilità in fascia notturna (nonché nei giorni in cui fruisce del permesso
Il nostro Lettore ci ha chiesto se il datore di lavoro può obbligarlo a fare i turni di pomeriggio, considerato che deve assistere la madre allettata.
In realtà i lavoratori che hanno a carico un familiare disabile non sono obbligati a prestare lavoro di notte né possono garantire il servizio di reperibilità nella fascia notturna.
Dunque il lavoro pomeridiano è ammissibile e occorre trovare un accordo col proprio datore di lavoro
Tuttavia i 3 giorni di permesso al mese possono essere frazionati anche in ore per tutti i giorni del mese (2 ore di permesso nel caso in cui l’orario di lavoro superi le 6 ore ovvero 1 ora di permesso se l’orario lavorativo è inferiore a 6 ore).
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.
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