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Pensioni

Pensione di reversibilità: finalmente svelati gli importi degli aumenti

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Dal 1° gennaio aumenterà anche la pensione di reversibilità. Scopriamo quali sono i nuovi importi delle prestazioni.

Per calcolare l’ammontare dell’aumento della pensione di reversibilità nel 2023, si dovrà prendere in considerazione l’intera prestazione percepita dal superstite. In pratica, si sommano l’assegno previdenziale personale e quello di reversibilità.

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Vediamo, quindi, in che modo si calcola l’importo della pensione ai superstiti ed in che percentuale aumenterà l’assegno dal prossimo mese.

Non perdere il seguente approfondimento: “Pensione di reversibilità: gli effetti della perequazione saranno sorprendenti“.

Pensione di reversibilità: chi ne ha diritto e a quanto ammonta?

La pensione di reversibilità è un trattamento a cui hanno diritto:

  • il coniuge superstite;
  • i figli minori, oppure maggiorenni studenti o inabili al lavoro;
  • gli uniti civilmente, equiparati al coniuge;
  • i nipoti minori di 18 anni, oppure maggiorenni inabili a carico dei nonni;
  • i genitori superstiti, se mancano il coniuge e i figli;
  • i fratelli o le sorelle inabili al lavoro, non titolari di pensione e a carico del contribuente deceduto, nel caso di assenza di genitori.

Per il 2022, l’importo minimo della pensione di reversibilità è di 524,34 euro mensili. Con i relativi aumenti, tuttavia, raggiungerà quota 570 euro. La soglia di reddito, invece, è rimasta invariata, a 20.489,82 euro.

Per comprendere a quanto ammonta il trattamento, è utile fare un esempio. Un superstite senza figli, che ha diritto al 100% della pensione ai superstiti, percepirà:

  • il 60% della pensione di reversibilità, con un reddito fino a 3 volte il minimo;
  • il 45% della prestazione, con un reddito da 3 a 4 volte il minimo;
  • il 36% della pensione, con un reddito tra 4 e 5 volte il minimo;
  • il 30%, con un reddito superiore a 5 volte il minimo.

È opportuno specificare che la soglia reddituale, nel 2023, verrà determinata in base all’inflazione e la prestazione di reversibilità potrà essere cumulata ad ulteriori pensioni ai superstiti.

Pensione di reversibilità: esempio del meccanismo di maggiorazione

Per capire in che modo aumenterà la pensione di reversibilità nel 2023, facciamo un esempio. Tizio percepisce una assegno minimo di 524,34 euro al mese. In base a quanto deciso dall’Esecutivo, l’incremento da quantificare dovrà essere dell’8,8%. Per quale motivo? Perché alla rivalutazione piena del 7.3% è stato aggiunto un aumento straordinario dell’1,5% per il 2023 e del 2,7% per il 2024.

Di conseguenza, la maggiorazione della pensione di reversibilità di 524,34 euro sarà dell’8,8% e, quindi, Tizio percepirà 570 euro.

Per non perdere le ultime novità, consulta il seguente articolo: “Pensione di reversibilità: la verità sul calcolo dell’assegno anche per il 2023“.

Il nuovo sistema a fasce

Il Governo Meloni ha introdotto un sistema a fasce per determinare l’incremento delle pensioni di reversibilità. Fino al 2022, infatti, gli aumenti si distinguevano in sole 3 fasce:

  1. il 100% dell’indice di inflazione per tutti gli assegni fino a 4 volte il minimo INPS;
  2. il 90% dell’indice di inflazione per le pensioni tra le 4 e le 5 volte il minimo INPS;
  3. il 75% dell’indice di inflazione per i trattamenti superiori alle 5 volte il minimo INPS.

Il nuovo meccanismo introdotto dall’Esecutivo, invece, prevede il doppio delle fasce. Per l’esattezza, ci sono 6 fasce + 1. Cosa vuol dire? Che le fasce relative all’indice di inflazione sono 6, ma una è stata maggiorata oltre il 100%, fino al 120%; nello specifico, si tratta di quella della pensione minima.

Le percentuali, come abbiamo anticipato, si calcolano sull’indice di inflazione che, per il prossimo anno, è stato confermato al 7,3%. Di conseguenza, si avrà:

  • il 120% di 7,3% per le pensioni minime: 8,8%;
  • il 100% di 7,3% per le pensioni fino a 2mila euro: 7,3%;
  • l’85% per le pensioni comprese tra i 2 mila e i 2.625 euro: 6,2%;
  • il 53% per le pensioni comprese tra i 2.626 e i 3.150 euro: 3,8%;
  • il 50% per le pensioni comprese tra i 3.151 e i 4.200 euro: 3,7%;
  • il 40% per le pensioni comprese tra 4.201 e i 5.250 euro: 2,9%;
  • il 35% per le pensioni superiori a 5.250 euro: 2,5%.

Per le pensioni minime degli over 75, invece, si avrà l’aumento a 600 euro.

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