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Pensioni

Pensione e montante individuale: il metodo per calcolarlo che non tutti conoscono

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Per scoprire gli importi delle pensioni rivalutate, è necessario il montante individuale e la relativa fascia di reddito di appartenenza.

La rivalutazione delle pensioni del 2023 si calcola sulla pensione lorda percepita fino a settembre 2022.

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Per sapere la cifra esatta dell’assegno pensionistico che si percepirà da gennaio, bisogna conoscere la fascia di reddito e il montante individuale. Vediamo, dunque, in che modo si calcola quest’ultimo elemento e quali sono i passaggi da seguire per conoscere le percentuali di rivalutazione a cui si ha diritto.

Per tutte le informazioni più dettagliate, consulta il seguente articolo: “Pensioni: alla scoperta del montante contributivo che determina l’assegno“.

Montante contributivo individuale: che cos’è?

Il montante contributivo individuale è un elemento essenziale nel sistema di calcolo contributivo delle pensioni. Riguarda, dunque, i periodi lavorativi successivi al 31 dicembre 1995.

Il montante contributivo individuale è formato da diversi componenti. Nel dettaglio:

  • i contributi obbligatori, derivanti dal lavoro svolto, calcolati in base allo stipendio annuo, per i lavoratori dipendenti (uguale al 33% della retribuzione imponibile previdenziale) o al reddito annuo dell’impresa, per i lavoratori autonomi (in tal caso, si considera l’aliquota del 20%, fino al 2011 e del 24% del reddito, dal 2018). Per chi, invece, svolge attività lavorativa parasubordinata e per tutti gli iscritti alla Gestione Separata INPS, l’aliquota è del 27%, per il 2012 e 2013, e del 33%, dal 2018;
  • i periodi di contributi volontari, che possono essere pagati dall’assicurato, nell’ipotesi di cessazione dell’attività lavorativa;
  • la contribuzione figurativa, durante la quale l’attività lavorativa è sospesa o assente. Degli esempi sono i periodi di servizio militare di leva, di maternità, malattia e infortunio;
  • i periodi riscattati a titolo oneroso, per esempio gli anni del corso di laurea, quelli del servizio civile volontario oppure i periodi di lavoro non coperti da contribuzione.

Non perdere il seguente approfondimento: “Rivalutazione pensioni: la rivoluzione delle 6 nuove fasce“.

Come si determinano gli aumenti?

Per conoscere gli importi aggiornati degli assegni pensionistici, è necessario, innanzitutto, verificare la fascia di appartenenza. Supponiamo che un contribuente percepisca una pensione lorda di 2.241,85 euro. Poiché è ricompresa tra le quattro e le cinque volte il minimo, da gennaio, la pensione si rivaluterà all’85%, rispetto alla percentuale piena del 7,3%. Di conseguenza, l’aliquota corretta da applicare all’assegno sarà del 6,2%.

Per conoscere la nuova cifra della prestazione, bisogna considerare l’importo spettante prima dell’anticipo della rivalutazione del 2%, applicare la maggiorazione dello 0,2% a conguaglio della perequazione 2022 (derivante dalla differenza tra l’inflazione stimata e quella reale) e, solo alla fine, adottare l’aliquota del 6,2%.

L’importo lordo della pensione, però, è determinato proprio in base al montante contributivo.

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