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Finanza

Grandi risultati dei BTP: gli italiani hanno fiducia nei Titoli di Stato e i rendimenti sono incredibili

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A pochi giorni dalla fine del 2022 i rendimenti dei titoli di Stato europei sono in calo. Saranno le famiglie italiane a risollevare le sorti dei Titoli sovrani?

Il ruolo del Governo sarà decisivo nello spostare una parte della domanda sui piccoli investitori ragionando in termini di libertà politica in contrasto della speculazione sul debito pubblico.

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Si tratta di un tema delicato per garantire la stabilità delle sottoscrizioni e di conseguenza del Governo. Oggi la capacità degli Stati di garantire la tenuta dei conti pubblici in relazione al debito è fondamentale per mantenere in piedi i governi.

Per questo dopo il lancio di due nuove emissioni di Btp Italia, che hanno raccolto nell’anno appena trascorso oltre 20 miliardi di euro, e dopo il Btp Futura emesso tra il 2020 e il 2021, quest’anno il Tesoro sta valutando la possibilità di proporre ulteriori nuovi BTP dedicati agli investitori retail.

BTP futura: un occasione persa per guadagnare dalla mancata ripresa del 2022

Le cedole indicizzate dei BTP Futura, il cui rendimento è agganciato al tasso di crescita del Pil italiano, al momento dato grandi soddisfazioni ai risparmiatori. Il 2022 ci ha sorpresi con la guerra in Ucraina e la ripresa è stata la metà di quella stimata l’anno precedente.

Le quotazioni di questi strumenti, hanno subito una perdita media del 20-25%. Al momento si va da una quotazione di 67 per il Btp Futura aprile 2037 alla quotazione di 83 per il titolo che scade e viene rimborsato nel novembre 2028. Dato il calo delle quotazioni questi titoli offrono un rendimento fra il 4 e il 4,5%.

Quante emissioni ci saranno nel 2023? Una stima del valore complessivo dei nuovi Titoli di Stato

Secondo i dati del Tesoro, quest’anno le esigenze di finanziamento determinate dai titoli che andranno in scadenza saranno pari a circa 260 miliardi di euro. A questo si aggiunge il fabbisogno annuale della pubblica amministrazione e delle altre spese dello Stato che secondo le stime preliminari si attestano nel 2023 intorno ai 90 miliardi di euro.

Tenendo di questi fattori e dei prestiti da restituire della Next Generation Eu ci dovrebbero essere emissioni lorde per un valore compreso tra i 310 ed i 320 miliardi di euro.

Essendo certi che l’inflazione non rientrerà ai valori obbiettivo per quest’anno, l’aumento dei tassi di interesse continuerà anche nel 2023. I rendimenti sui BTP non caleranno in modo drastico e così ancor meno lo spread. Il momento di incertezza è topico perché alle maggiori spese dovute ai costi energetici si accompagnerà una recessione di durata incerta.

L’Italia che ha bisogno di continuare a ripagare e finanziare il debito pubblico avrà così un motivo in più per sperimentare nuovi titoli da inserire nel paniere delle obbligazioni sovrane.

Un terzo motivo per avvalorare la tesi di Titoli di Stato dedicate ai soli cittadini italiani, l’inasprimento quantitativo; si tratta della riduzione del sostegno della BCE per mezzo dell’acquisto di titoli di Stato.

I risultati degli investimenti sui BTP

Le emissioni di titoli come i BTP nonostante gli alti rendimenti intorno al 4,5% hanno fatto registrare ingenti perdite agli investitori. Tra i titoli di Stato sono quelli più rappresentativi; con un ventaglio di scadenze dai 2 a 50 anni, pagano cedole semestrali e sono rimborsati alla pari alla scadenza.

Nonostante le diverse occasioni di guadagno su questi Titoli il 2022 ha fatto registrare perdite considerevoli stimate in media al 14,4%. I danni maggiori li hanno subiti gli investitori che hanno sottoscritto le emissioni a più lungo termine.

Per esempio, il titolo a 50 anni, con scadenza marzo 2072 e cedola del 2,15% è scambiato sul mercato secondario alla quotazione di 59,9. Si tratta di una perdita che allo stato attual è di oltre il 40% rispetto al prezzo a cui è stato sottoscritto.

Si tratta di casi estremi che rendono però l’idea di quale sia la situazione sul mercato obbligazionario: quotazioni che crollano e danneggiano chi ha sottoscritto i BTP o Titoli analoghi negli anni passati, rendimenti che salgono e fanno danno collaterale alle casse dello Stato.

Stesse dinamiche valgono anche su scadenze meno lunghe. Il Btp agosto 2031, emesso quando i tassi erano al minimo e con cedola dello 0,60% vale appena 74,4. In questo caso si tratta di una perdita maggiore del 25% sul valore nominale, molto maggiore se consideriamo il peso dell’inflazione.

Questo titolo ha un rendimento del 4,21%. Un valore elevato che al netto dell’inflazione da un risultato pesantemente negativo: circa il -5%.

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