Con inizio anno per gli automobilisti terminano i tagli alle accise e dunque il prezzo del carburante torna a salire. C’è possibilità di un nuovo intervento del Governo oppure la situazione è destinata a restare tale in futuro? Cerchiamo di scoprirlo assieme.
In questo periodo si parla spesso di accise carburanti, ma che cosa sono esattamente? Ebbene esse altro non sono che imposte presenti su tutti i prodotti derivati del petrolio come benzina, gasolio, ma anche gpl ed oli lubrificanti.
Le accise vanno ad incidere in via diretta sul prezzo benzina e sul prezzo gasolio. Ecco perché è giusto dire che il costo benzina e il costo gasolio che l’automobilista e consumatore paga al momento del rifornimento, sono fissati per la metà proprio dalle accise.
Negli ultimi tempi, sono saliti a livelli record i prezzi di benzina e diesel e c’è chi si domanda se l’attuale Governo abbia intenzione o meno di tagliare le accise nuovamente, onde evitare un ulteriore salasso per coloro che utilizzano frequentemente un mezzo a motore. Cerchiamo di scoprirlo di seguito e nel corso di questo articolo, in cui faremo il punto della situazione su accise carburanti e relativi costi.
Le ultime notizie certamente non fanno contenti i tanti patentati che, per le ragioni più svariate, percorrono la rete viaria italiana giornalmente. Ebbene, in rialzo i prezzi della benzina e del gasolio, rispettivamente a 1,83 e 1,89 € per litro, valori più alti di circa 20 cent rispetto ai minimi di fine 2022.
Il rovescio della medaglia, in positivo, è che si tratta comunque di prezzi al di sotto di quasi 40 centesimi, il 25% in meno, dei livelli massimi toccati a marzo dell’anno scorso ad inizio della guerra. La situazione odierna è non soltanto frutto della crisi energetica e del protrarsi del conflitto alle porte dell’Europa, ma anche e soprattutto del fatto che, al primo gennaio, il Governo Meloni non ha inteso rinnovare il taglio delle accise voluto dal precedente Esecutivo guidato da Mario Draghi.
In particolare, il costo attuale della benzina è 0,728 € per litro su cui si applica l’IVA al 22%, sia sull’accisa che sul prezzo industriale, per generare una tassazione di poco sopra ad un euro, vale a dire circa il 60% del prezzo finale.
Lo scenario attuale è però ben chiaro al Ministro dell’Ambiente che, in una recente intervista, ha spiegato che la ragione del contrasto tra il calo del prezzo del petrolio e il nuovo aumento dei prezzi dei carburanti risiede in una evidente speculazione delle compagnie petrolifere. Proprio per reagire a questa speculazione, c’è chi si chiede se il Governo ha in cantiere un nuovo taglio.
Sono tanti gli automobilisti che si chiedono di un possibile nuovo taglio delle accise, ma le prospettive su questo non sono buone. L’Esecutivo non pare intenzionato a stoppare di nuovo le accise, e non per mancanza di volontà politica in tal senso, ma per motivi oggettivi e che hanno a che fare con l’attuale situazione socioeconomica. Non c’è modo di ridurre il prezzo della benzina con un nuovo intervento normativo in un contesto gravato dal debito, e fin quando quest’ultimo non calerà la prospettiva del taglio accise resterà molto probabilmente un miraggio.
Insomma, se il Governo Meloni non ha voluto rinnovare il taglio delle accise, portando alla nuova impennata che gli automobilisti possono oggi vedere nitidamente ai distributori, il motivo è rappresentato dall’assenza di coperture finanziarie. Se infatti l’anno scorso il governo Draghi aveva potuto finanziare il taglio delle accise con l’uso dell’extra gettito legato proprio all’incremento del prezzo della benzina, detta facoltà è oggi impedita da un aspetto prettamente tecnico. In buona sostanza, con la nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre, il Governo Draghi aveva incorporato quell’extragettito nei cd. tendenziali, trasformando le citate maggiori entrate in incassi ordinari e, di conseguenza, non utilizzabili a copertura degli sconti sui carburanti.
In ogni caso anche laddove venissero adottate nuove misure di aiuto contro il caro carburanti, il nostro Governo non potrà che considerare le indicazioni provenienti da Bruxelles. L’UE sostiene la linea dello stop a bonus generalizzati, per concedere se mai misure di sostegno selettive contro l’aumento dei prezzi. Proprio per questo, negli ambienti di Governo, è considerata in qualche modo opportuna la mancata proroga del taglio delle accise sulla benzina e sul gasolio, che infatti favoriva tutti a prescindere dalla cilindrata dell’auto.
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