Riduzione contributi INPS forfettari: ecco come funziona e cosa comporta per chi decide di aderire al beneficio.
La legge di Stabilità 2015 ha offerto l’opportunità, a chi svolge attività d’impresa ed è iscritto alla gestione separata artigiani e commercianti, di versare i contributi con un’aliquota ridotta del 35%.
Per ottenere questa agevolazione è necessario presentare domanda telematica all’Istituto. Basta accedere al “Cassetto Previdenziale Artigiani e Commercianti” sul sito INPS e compilare l’apposito modulo già predisposto nella proprio profilo. Di norma la richiesta va effettuata entro fine febbraio di ogni anno, altrimenti l’anno di riduzione dei contributi slitterà a quello in cui viene inviata la comunicazione.
Una scelta di questo tipo ha però delle ripercussioni sulla pensione, di cui bisogna essere consapevoli.
Una nostra lettrice ha inviato il seguente quesito sul tema riduzione contributi e pensione: “Buongiorno, per un clamoroso errore sono stata iscritta all’agevolazione 35% INPS per forfettari, purtroppo me ne sono resa conto tardi e mancano in totale 30 mesi. Posso recuperare i mesi mancanti pagando ora a 10 anni dalla pensione o devo aspettare? Grazie!”
La scelta di ridurre i contributi da versare all’INPS è opzionale e può essere esercitata anche da chi ha appena iniziato l’attività, ovviamente con tempestività. Una volta inoltrata la richiesta, non è necessario ripeterla ogni anno, ma rimane valida finché si aderisce al regime forfettario, salvo esplicita rinuncia.
Questa riduzione del 35% si applica all’importo complessivo dei contributi da versare annualmente. Nel caso in cui si verifichi un versamento inferiore rispetto al contributo minimale, allora ci sarà un accredito ridotto delle settimane utili al raggiungimento della pensione.
La riduzione dei contributi previdenziali INPS può sembrare all’inizio una scelta vantaggiosa economicamente. È necessario però sapere che, se c’è una contrazione delle settimane accreditate, allora ci sarà anche il prolungamento degli anni necessari per andare in pensione. Infatti, su 12 mesi di lavoro, ne verranno conteggiati circa 7. Il rischio quindi è di accedere al pensionamento solo per vecchiaia, quindi a 67 anni di età.
I lavoratori che hanno cessato o interrotto l’attività lavorativa hanno la possibilità di versare contributi volontari. In questo modo possono raggiungere il diritto alla pensione, oppure incrementare l’importo del trattamento pensionistico.
Possono accedere a questa opportunità i lavoratori che hanno interrotto, oppure cessato, l’attività lavorativa, anche se iscritti alla gestione separata. Per ottenere l’autorizzazione è necessario dimostrare di essere in possesso di almeno cinque anni di contributi (pari a 260 settimane) indipendentemente dalla loro collocazione temporale; oppure di almeno tre anni nei cinque che precedono la richiesta.
I requisiti devono essere perfezionati con la contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria e da riscatto) e alcuni tipi di contribuzione figurativa.
In merito al quesito inviato dalla lettrice, dobbiamo evidenziare che purtroppo non può recuperare i mesi mancanti. Può però optare per la contribuzione volontaria, una volta cessata o interrotta la sua attività lavorativa.
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.
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