Le auto elettriche continuano a non essere preferite dagli italiani. Il mercato, senza ecobonus, non decolla e la situazione inizia ad essere preoccupante.
Le auto elettriche continuano ad essere guardate con distacco nel nostro Paese. In un 2022 nero in termini di vendite, le vetture alla spina hanno ricoperto una piccola nicchia di mercato e se non dovessero abbassarsi i prezzi, non è detto che le cose andranno a migliorare nei prossimi anni. I problemi circa le EV sono svariati, ma il primo è legato all’aspetto economico.
L’Italia, nel delicato periodo post pandemia, è entrata in una crisi profondissima. Gli italiani sono chiusi in una morsa tra rincari delle bollette energetiche e un aumento della spesa dei beni di prima necessità senza precedenti storici. E’ il momento peggiore per pensare ad una rivoluzione di tale portata. I risparmi rimasti nelle tasche degli italiani non sono certo sufficienti per mettere le mani sul volante di auto elettriche di lusso. Se una Fiat 500 alla spina parte da quasi 30.000 euro è palese che vi sia un problema di fondo. Chi si può permettere l’acquisto di una nuova auto, non è detto che debba preferire una full electric. I costruttori, spinti dalle manovre politiche, sono partiti dal presupposto che alla gente piacesse uno stravolgimento di tale portata, ma chi ha le possibilità economiche non è detto che sposi la politica “green”.
Tralasciando tecnicismi sull’impatto tutt’altro che ecologico delle batterie a ioni di litio, le vetture alla spina sono pesanti e possono fare affidamento solo un ultra tecnologia che non attira tutti, specialmente i più anziani. In una realtà come l’Italia le maggiori opportunità risiedono nei conti bancari di adulti e pensionati che, per mentalità, fanno fatica ad adattarsi alla modernità. Le auto di ultima gen sono un concentrato estremo di soluzioni all’avanguardia. Per chi è cresciuto a bordo di vetture con motori termici e un abitacolo con tasti e leve, uno schermo touch con comandi vocali non rappresenta il massimo della vita. Per di più l’assenza di sound o il rombo fake potrebbero far piangere o ridere, a seconda dei casi, amanti delle quattro ruote, abituati da sempre a ben altre sinfonie.
Al di là di una ripresa brillante nei primi metri, l’handling delle vetture alla spina non è e forse non sarà mai pareggiabile a quello delle tradizionali automobili. Una supercar con motore termico regala un piacere di guida molto diverso nei tratti misti, anche per una questione di peso. Le batterie hanno fatto alzare l’asticella sulla bilancia anche delle più piccole city car, figuratevi i super SUV di lusso. Non tutti sono disposti a rinunciare al proprio stile di guida per adattarsi ad una concezione diversa.
Dopo il fattore economico e quello, non di poco conto, culturale la trasformazione epocale si scontra con una realtà territoriale poco preparata alla rivoluzione del mondo dei trasporti. Le vetture alla spina richiederebbero delle infrastrutture che, al momento, non sono in programma. L’intera mappa delle antiche città italiane dovrebbe essere stravolta. Le colonnine a casa rappresentano una spesa supplementare e non tutti hanno a disposizione un garage o un’area con soluzioni di ricarica intelligente Wallbox.
Gli ecologisti non hanno fatto bene i conti, anche relativamente all’impatto ambientale dei mezzi di trasporto. Le polveri sottili non sarebbero causate, esclusivamente, dai mezzi su gomma. Secondo una ricerca portata avanti da OurWorldinData, il settore dei trasporti contribuisce al 16,2% delle emissioni su scala globale. Ciò vuol dire che il problema dell’inquinamento non si risolverebbe comunque, anche se tutti guidassero mezzi a batterie.
L’effetto devastante di questa politica poterà l’Italia a vivere una situazione simile a quella di Cuba. L’effetto Havana con vetture vetuste, già visibile con il nostro parco circolante datato, sarà sempre più ampio. Se l’auto è resa un bene di lusso, solo una minima parte della popolazione potrà permettersi macchine di ultima generazione. L’Europa sta facendo un grosso piacere alla Cina, padrona del mercato delle batterie. Ormai il concetto di auto sta diventando molto simile a quello di un moderno smartphone. L’attenzione non è più posta alla meccanica e alle performance, bensì all’infotainment e a tutti i dettagli hi-tech. Si tratta di un cambiamento epocale, mal digerito dalla vecchia guardia. Auto, qual è il destino di quelle a metano? Tutti gli scenari. Date una occhiata al nuovo B-SUV della Fiat. Ecco come sarà.
Un tempo sarebbe stato impensabile per un produttore di computer, tablet e smartphone lanciarsi, ad altissimi livelli, nel car market. Ma ormai il vecchio business delle automobili rischia di essere spazzato via e nei prossimi anni si fionderanno sempre più colossi. Alcuni marchi europei potrebbero arrivare al fallimento, soprattutto se i brand cinesi dovessero invadere il mercato con vetture elettriche a basso prezzo. Nei primi sei mesi del 2022 in Italia la flessione è stata del 17,6% rispetto al 2021. La quota di penetrazione del mercato si è attestata al 3,7%, con un crollo verticale di immatricolazioni di automobili elettriche. La dead line del 2035 con lo stop della vendita delle auto con motore termiche si avvicina e i dati sono preoccupanti.
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