Opzione Donna nel 2023 sarà riservata ad una platea ristretta di beneficiarie. Tra limitazioni e svantaggi della misura il sogno di andare in pensione in anticipo si infrange.
La Legge di Bilancio 2023 ha prorogato Opzione Donna ma le modifiche non piacciono alle lavoratrici.
Il tema pensioni è stato centrale nella manovra fiscale relativa al 2023. Il tempo a disposizione dell’esecutivo non è stato sufficiente, però, per creare la vera riforma tanto attesa. I lavoratori si sono dovuti accontentare, così, di proroghe e una piccola novità, Quota 103. Il nuovo scivolo permette di andare in pensione al compimento dei 62 anni di età con 41 anni di contributi maturati. Chi ha iniziato a lavorare con continuità a 21 anni allora potrà lasciare il mondo del lavoro nel 2023 con ben cinque anni di anticipo rispetto la pensione di vecchiaia. Sono tanti i cittadini che vorrebbero godersi il meritato riposo già a 60 anni ma le opportunità loro riservate sono pochi. Tra queste Opzione Donna per le lavoratrici. Una misura attiva già nel 2022, confermata nel 2023 ma con delle sostanziali modifiche che la rendono meno appetibile.
La Legge di Bilancio 2023 ha riscritto le regole per accedere ad Opzione Donna. Rispetto allo scorso anno è cambiato sia il requisito anagrafico che un altro importante aspetto. Per poter andare in pensione occorrerà appartenere a specifiche categorie ossia caregiver che assistono un familiare con invalidità da almeno sei mesi, invalidi con riduzione della capacità lavorativa pari o superiori al 74% o dipendenti di un’azienda in stato di crisi.
La platea delle beneficiarie, dunque, si restringe e non coinvolge più tutte le donne che lavorano. A cambiare, come detto, anche il requisito anagrafico. L’età del pensionamento è fissata a 60 anni e non più a 58 anni. Potranno anticipare l’uscita dal mondo del lavoro solamente le lavoratrici con figli. Nello specifico potranno andare in pensione a 59 anni le donne con un figlio e a 58 anni con due o più figli. Il compimento degli anni dovrà essere avvenuto entro il 31 dicembre 2022 per usufruire di Opzione Donna nel 2023.
Oltre alle limitazioni categoriali aggiuntive introdotte dalla Legge di Bilancio 2023 ricordiamo che Opzione Donna ha un ulteriore svantaggio per le lavoratrici. Prevede, come la varie formule di pensionamento anticipato, un taglio dell’assegno. Indipendentemente dalla data di inizio della contribuzione, il sistema di calcolo sarà esclusivamente contributivo. E come ben sappiamo il calcolo contributivo è economicamente più svantaggioso rispetto al calcolo retributivo o a quello misto. Si parla di una decurtazione di circa il 20/30% rispetto all’importo erogato al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Fare la spesa sarà più conveniente con il trucchetto che vi sveliamo, utile per accedere…
Anche i disoccupati che svolgono lavori occasionali hanno diritto all'indennità NASpI, ma devono rispettare precisi…
Ci sono tantissimi benefici per le persone più anziane, che spesso necessitano di maggiori tutele.…
Per non ricevere penalizzazioni sull'assegno pensionistico è fondamentale scegliere accuratamente la tipologia di trattamento. Nel…
Chi affitta in nero un immobile rischia sanzioni molto severe in caso di controlli fiscali.…
L'Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova campagna di controlli grazie a un nuovo algoritmo.…