“Cultura” è una parola a fondamento delle istituzioni e dello Stato di diritto. È capeggiata nell’ultimo mese tra le prime pagine dei quotidiani per la polemica sulla Card Cultura.
Si tratta della Carta elettronica legata al bonus cultura che lo Stato ha dedicato a partire dal Governo Renzi ai giovani diventati maggiorenni.
Il Governo Meloni ha proseguito sulla linea dei predecessori mettendo in manovra il Bonus dandogli però una nuova forma. Si tratta di una parziale correzione del Ministro della Cultura Sangiugliano che insieme all’esecutivo ha previsto la separazione del Bonus in due diversi strumenti.
La così detta 18app è sostituita con la Carta della cultura Giovani e la Carta del merito. È stata una tematica forte da affrontare per un Governo di destra fragile alle critiche dell’opposizione proprio su questi temi. Arti e cultura sono tra gli aspetti in Italia meno incentivati sul fronte della promozione e dell’incentivo rispetto al loro potenziale.
Le critiche da affrontare sono in questo momento più di tipo economico che di forma. Manca all’attivo un’analisi seria degli effetti in termini di ricadute positive che la misura sta avendo effettivamente su chi ne usufruisce. Come si potrebbe valutarla? Difficile misurare sotto forma di ritorno economico e di qualsiasi altra forma sul breve termine se in non in termini di consumi.
Su questo fronte la cosiddetta “Card Cultura” e la sua eliminazione nel 2024 sarà una tematica da affrontare soprattutto nel campo dell’editoria. È infatti sicuramente vero che circa 80% dei circa 1 miliardo di euro spesi dal 2016 sono stati spesi in libri e riviste.
Ben vengano gli interventi pubblici nel sistema culturale, in termini di sostegno ci più ne ha beneficiato in termini di consumi è l’editoria Italiana; si tratta di un finanziamento di non poco conto, il tetto di spesa in Legge di Bilancio è di 230 milioni di euro all’anno con 190 dedicati per quest’anno.
La “18app” nei suoi primi 6 anni di vita, è sicuramente stata fonte di sostegno pubblico alle industrie culturali e creative nazionali, con le correzioni attuali ci saranno in questo senso poche differenze. Il cambiamento maggiore della Carta cultura giovani destinata a tutti i residenti in Italia è il nuovo fattore di merito.
Essa è assegnata agli appartenenti dei nuclei familiari con un ISEE non superiore ai 35 mila euro. Il Bonus di 500 euro è assegnato e utilizzabile fino all’anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età.
La Carta del merito è invece la variante del bonus cultura destinata giustamente a chi, non oltre l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età, ha ottenuto un voto finale di diploma presso istituti di istruzione secondaria superiore o equiparati di almeno 100 centesimi.
In questo caso, la Carta del merito è assegnata e utilizzabile nell’anno successivo a quello del conseguimento del diploma. Il Governo ha voluto agevolare maggiormente i più disciplinati nello studio prevedendo inoltre la cumulabilità delle due “Carte”. Sarà quindi possibile sommare per i giovani meritevoli i due incentivi; entrambi possono essere spesi per: oltre che per libri e abbonamenti a quotidiani e periodici anche per, rappresentazioni teatrali e cinematografiche, spettacoli, eventi e mostre, parchi naturali, musica e film.
Le due nuove Carte sono istituite a decorrere da quest’anno consentono inoltre di sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro, di danza o di lingua straniera.
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