La Legge di Bilancio 2023 ha previsto la possibilità di passare da un mutuo a tasso variabile ad uno a tasso fisso. È davvero conveniente?
A causa del forte incremento dei tassi di interesse sui mutui, molti cittadini sono alla ricerca di soluzioni più convenienti.
Oltre agli strumenti più diffusi, come la surroga e la sostituzione, si potrebbe valutare anche la possibilità di effettuare una rinegoziazione del mutuo con la propria banca, variando il tasso di interesse senza costi aggiuntivi. Scopriamo, dunque, quando questa facoltà è consentita e come fare per usufruirne.
Non perdere il seguente approfondimento: “Rinegoziare il mutuo a tasso variabile o sottoscriverne uno diverso? Cosa conviene fare oggi con l’inflazione alle porte“.
Un nostro gentile Lettore ha inviato il seguente quesito:
“Salve, sono contitolare, insieme a mia moglie e mio figlio, di mutuo a tasso variabile con Barclays. Devo pagare per ancora 4 anni. Mi conviene passare al tasso fisso? Se la banca non accetta, cosa posso fare? Attualmente, la rata è aumentata di quasi 100 euro. Grazie.”
La nuova Legge di Bilancio permette, per tutto il 2023, di cambiare il tasso di interesse di un mutuo da variabile a fisso, senza costi aggiuntivi. La normativa, però, prescrive il rispetto di alcuni presupposti, in particolare:
Prima di procedere a modificare il proprio prestito, tuttavia, consigliamo al nostro Lettore di ponderare attentamente la propria scelta e verificare tutti i pro ed i contro. Esistono, infatti, anche altri metodi per apportare dei cambiamenti, qualora diventasse difficile pagare tutte le rate.
Un metodo molto diffuso, per cambiare il mutuo stipulato, è la rinegoziazione. Si tratta di uno strumento del tutto gratuito, che non prevede limiti di importo e può essere ripetuto per un numero illimitato di volte. In cosa consiste? Nel modificare le condizioni del proprio contratto di prestito, senza cambiare banca.
È, senza dubbio, l’opzione più semplice. È sufficiente contattare l’Istituto di credito finanziatore e suggerire l’attività. La banca, però, potrebbe anche rifiutare la proposta, qualora ritenga che non sussistono i presupposti per la variazione.
Un’altra possibilità per cambiare il mutuo senza costi aggiuntivi è la surroga. Si tratta di un’operazione che consente di riformulare le condizioni del contratto, tra cui la banca mutuante. Tramite la surroga, dunque, il prestito è trasferito presso un altro Istituto di credito, che potrà prevedere condizioni diverse e più vantaggiose. La cifra del mutuo, tuttavia, rimarrà invariata. In altre parole, il prestito passa (senza costi per il cliente) presso una nuova banca, che estingue il mutuo precedente al posto del mutuatario.
Per maggiori informazioni, leggi anche: “Mutuo: è consentita la surroga anche con la Legge 104? Facciamo chiarezza“.
Una terza opzione consiste nella sostituzione del mutuo. In pratica, si cambia il vecchio prestito, estinguendolo, per richiederne subito uno nuovo. Seguendo tale procedura, il contratto viene riformulato ex novo, con tassi di interesse differenti, nuova durata e rinnovati importi. Attenzione, però, perché l’operazione comporta dei costi, come quelli legati al nuovo atto notarile e agli oneri di istruttoria, perizia e assicurazione.
Bisogna, inoltre, sottolineare che la rinegoziazione del finanziamento era in vigore già prima della Legge di Bilancio 2023 e, dunque, non si tratta di una novità. Quello che, però, potrebbe cambiare è l’impossibilità, per le banche, di respingere l’istanza di rinegoziazione (come spesso accadeva).
Da uno studio condotto da Altroconsumo, è emerso che un mutuatario che ha stipulato nel 2019 un prestito a tasso variabile, oggi potrebbe avere totale ancora da pagare di circa 150 mila euro, per altri 22 anni, con tasso Euribor. Con un tasso totale del 3,3 %, dovrebbe versare circa 800 euro al mese (che, però, in futuro potrebbero anche aumentare). Cambiando il tasso in fisso, invece, la rata da pagare diventerebbe di 870 euro al mese, ma con la certezza della sua invariabilità per tutta la durata del finanziamento.
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