Nei prossimi mesi avremmo modo di osservare nuove dinamiche, interessanti soprattutto per gli investitori sui Titoli di Stato. Tra queste la loro circolazione sui portafogli esteri.
Se la nuova speculazione sui BTP prenderà piede sarà questione di pochi mesi; nessuna circostanza potrebbe essere più favorevole della attuale congiuntura economica per mettere in discussione la solvibilità degli interessi sul nostro debito pubblico.
Si tratta di una questione non semplice che è stata messa in luce negli effetti concreti più volte nella storia recente.
Se quest’anno si avvia alla conclusione con un accresciuto debito pubblico il fardello sembra destinato ad aumentare nel 2023. Lo scorso anno gli spread di circa 285 miliardi di euro legati alle obbligazioni sovrane sono cresciuti di 300 punti base rispetto ai Bund tedeschi.
Sulle obbligazioni pesa oggi un interesse medio complessivo del 2,9%. Con questi numeri l’intenzione è nel prossimo futuro quella emettere titoli a lunga scadenza e sostituti dei BTP alternativi con un’ottica di esclusività rispetto al loro finanziamento da parte dei soli cittadini italiani.
L’ultima pubblicazione mensile della Banca d’Italia ha reso noto che gli stranieri hanno ridotto la loro esposizione verso i Titoli italiani. Si tratta nello specifico di 15 miliardi di euro tra settembre e ottobre. La spiegazione si deve in gran parte all’inefficienza dei titoli contro l’inflazione ma non solo.
È possibile che gli investitori degli altri Paesi stiano optando per titoli a lunga scadenza per gli alti rendimenti con possibilità di vendita anticipata alla fine di ogni turbolenza nell’attuale legislatura. L’idea, in un contesto di gravi squilibri economici, è suggerita anche dai numeri dell’ultima emissione.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato i dettagli dell’asta del nuovo BTP a 20 anni, con scadenza 1° settembre 2043. Il titolo collocato per un importo di 7 miliardi di euro offre un rendimento annuo del 4,45%.
Hanno partecipato all’asta circa 160 investitori con un tentativo di sottoscrivere fino a 27 miliardi di euro di titoli. La domanda ha superato l’offerta oltre le aspettative; a superare le incertezze sui propri investimenti sono state in primo luogo le banche e i gestori che hanno sottoscritto il 39% dell’importo complessivo. Gli Hedge fund si sono aggiudicati invece il 5,8% dell’ammontare; il tutto ha avuto una distribuzione geografica estremamente diversificata.
L’emissione del BTP 1° settembre 2043 ha visto partecipare più di 20 paesi diversi. Il Titolo è stato acquistato per una maggioranza di misura, pari al 50,5% dagli stati esteri; questi provengono in maggioranza dall’Europa con Regno Unito, Scandinavia e Spagna in testa, fuori dall’Europa e dall’Ue si sono aggiudicati il BTP in maggioranza gli investitori dagli Stati Uniti e della Svizzera.
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