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Economia

Assegno unico, è davvero un successo? I numeri INPS chiariscono molte cose

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In tema di assegno unico universale arrivano i dati e i numeri, che spiegano com’è stato l’andamento iniziale della misura prevista per razionalizzare i meccanismi di supporto economico ai nuclei familiari. Il rilievo dell’Osservatorio ad hoc.

Ben conosciuto ormai da tutti i genitori, l’assegno unico e universale per figli a carico ha rivoluzionato il sistema delle agevolazioni e degli sgravi fiscali per la genitorialità e la natalità. Di fatto ha sostituito gli Assegni Nucleo Familiare e altre prestazioni, contribuendo così alla razionalizzazione delle misure di sostegno alle famiglie con figli.

Informazione Oggi

Istituito formalmente con la legge delega 46/2021, ed entrato in vigore dal 1° marzo 2022, l’assegno è operativo dal settimo mese di gravidanza fino al 21° anno di età compiuto da ogni figlio a carico. Come accennato, detto beneficio rappresenta una vera e propria rivoluzione per le famiglie in quanto unisce gli aiuti in una sola soluzione.

È detto “unico” perché mira a snellire e potenziare gli interventi in favore della genitorialità e della natalità, ed è chiamato “universale” perché è assicurato a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate nel nostro paese.

Ebbene, proprio in tema di assegno unico figli è stato pubblicato l’Osservatorio statistico sull’assegno unico e universale, che include i dati legati alle richieste effettuate all’istituto dai cittadini, dai patronati e tramite Contact center nel lasso di tempo gennaio-novembre 2022 e ai versamenti di cui al periodo marzo-novembre dello scorso anno. Vediamo di seguito che cosa è utile ricordare a riguardo.

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Assegno unico 2023: chi ne beneficia?

Abbiamo accennato agli aggiornamenti rappresentati dai dati dell’Osservatorio assegno unico, ma ribadiamo ora che il contributo può essere domandato fino dal settimo mese di gravidanza e può essere ottenuto fino ai 21 anni del figlio a carico, ma per i figli di età inclusa tra i 18 a 21 anni l’assegno è previsto soltanto alle seguenti condizioni:

  • il figlio è disoccupato ed è iscritto al centro per l’impiego;
  • figlio iscritto all’università o ad una scuola o a un corso di formazione professionale;
  • il figlio sta svolgendo un percorso di servizio civile, uno stage o un’attività di lavoro limitata che prevede un reddito molto ridotto.

Utile tener conto del fatto che l’entità dell’assegno unico è determinata sulla scorta dell’età e del numero di figli a carico e delle condizioni economiche del nucleo familiare. L’ammontare massimo dell’assegno è di 250 euro e per calcolare l’importo occorre essere muniti dell’ISEE del nucleo familiare.

Come spiegato nell’area notizie del sito web ufficiale dell’istituto di previdenza, ha avuto pubblicazione l’interessante Osservatorio statistico sull’assegno unico e universale, recante i dati legati alle domande presentate all’Inps dai cittadini, dai patronati e attraverso Contact center nel periodo gennaio-novembre 2022 e ai pagamenti riferiti al lasso di tempo marzo-novembre 2022.

Alcuni dati interessanti dell’Osservatorio sull’assegno unico

L’Osservatorio ha sicuramente rilievo perché dà vari chiarimenti, ragguagli e informazioni statistiche sui beneficiari della misura e sui collegati valori economici. Esso è formato da due sezioni:

  • una con i dati relativi all’assegno unico versato a favore dei soggetti non titolari di Reddito di Cittadinanza;
  • l’altra con i dati per ciò che attiene alle integrazioni per i percettori di RdC, a cui  l’importo effettivo versato è individuato sottraendo dall’ammontare teorico spettante la quota di RdC riferita ai figli che fanno parte del nucleo familiare.

Inps in particolare rimarca che nei primi undici mesi dello scorso anno sono giunte 6.134.827 domande di assegno unico, riferite a 9.366.580 figli.

I numeri chiave dell’indagine dell’Osservatorio

Come spiega l’Inps nel suo sito, per il mese di novembre il 45,6% dei figli coinvolti dalla misura è localizzato al Nord, e per questi ultimi si registrano importi medi più ridotti avendo livelli di ISEE più alto, invece al Sud vi è una minore consistenza di beneficiari (34%) con cifre mensili in media maggiori in rapporto a livelli di ISEE mediamente più bassi in queste aree.

Da notare che il valore minimo dell’assegno unico si registra nella provincia autonoma di Bolzano, in cui per ogni figlio si ha una somma mensile uguale a 134 euro, mentre il valore massimo, pari a 167 euro per ogni figlio è in Calabria.

L’istituto inoltre chiarisce che, in riferimento ai percettori di RdC, considerando il numero di nuclei e i corrispondenti figli per cui in ogni mese del periodo marzo-novembre sono state quantificate le integrazioni legate al riconoscimento dell’assegno unico, la spesa effettiva totale è pari a 534 milioni di euro, versati in media a circa 357mila nuclei al mese e con riferimento a più di 580mila figli. Infine Inps ricorda che l’integrazione media per nucleo corrisponde a 166 euro al mese, invece l’importo per ogni figlio, sempre calcolato come media dei primi 9 mesi di applicazione della misura, è pari a 101 euro.

Concludendo, si tratta sicuramente di dati ed informazioni che, proprio in virtù dei numeri inclusi nell’analisi dell’Osservatorio, ci permettono di capire meglio qual è stato l’andamento della misura dopo il suo lancio lo scorso anno.

Per ulteriori dettagli rinviamo comunque alla pagina ad hoc dell’Osservatorio sull’assegno unico e universale.

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