I permessi 104 consentono ai dipendenti di assistere un familiare disabile. Quali sono le regole per il pubblico impiego?
La Legge 104 stabilisce degli importanti benefici per i lavoratori che sono chiamati ad espletare i propri doveri di cura ed assistenza nei confronti di un familiare affetto da disabilità grave.
Tra di essi, ci sono i permessi retribuiti, fruibili anche ad ore, riservati ai dipendenti disabili e ai loro caregivers , durante i quali ci si può assentare dal lavoro. Per il settore del pubblico impiego, però, esistono delle regole ben precise. Scopriamo quali sono.
Per tutte le informazioni utili, consulta il seguente articolo: “Permessi legge 104 sia per lavoratore disabile che per un suo familiare: cosa c’è da sapere“.
Un nostro gentile Lettore ha inviato alla Redazione il seguente quesito:
“Buongiorno, leggendo le informazioni riportate sull’INPS, ritengo di poter fruire dei permessi 104 ad ore. L’INPS, infatti, specifica che si possono richiedere: – permessi orari retribuiti rapportati all’orario giornaliero di lavoro, che consistono in due ore al giorno se l’orario lavorativo è pari o superiore a 6 ore, un’ora in caso di orario lavorativo inferiore a 6 ore; -3 giorni di permesso mensile, anche frazionati in ore. Dunque, questo significa che possono scegliere se utilizzare le 2 ore di permesso oppure i 3 giorni frazionati in ore, anche se si tratta di agevolazioni differenti. Il mio Dirigente, tuttavia, sostiene che non ne ho diritto. Potreste darmi delle informazioni a riguardo? Grazie.”
Come già accennato, i permessi retribuiti spettano sia ai dipendenti disabili che usufruiscono della Legge 104, sia ai dipendenti caregivers di familiari affetti da minorazione fisica, psichica o sensoriale con carattere di gravità, per la quale è necessaria un’assistenza costante, totale e continuativa. In particolare, i giorni di permesso sono 3 al mese e sono fruibili anche in maniera frazionata. Proprio in quest’ultimo caso, la normativa prevede delle eccezioni per i lavoratori pubblici.
La Circolare Dipartimento Funzione Pubblica n. 8 del 2008 sottolinea che il tetto massimo delle 18 ore mensili vale solo per i casi in cui il dipendente decide di frazionare in ore i 3 giorni di permesso. In particolare, solo nell’ipotesi in cui il proprio CCNL di riferimento preveda che i 3 giorni di permessi retribuiti vadano fruiti in 18 ore complessive. Se, al contrario, il CCNL non contiene una simile precisazione, non ci sono limiti di ore all’utilizzo dei permessi.
Il CCNL dei dipendenti degli Enti locali, all’art.33, comma 1, stabilisce che: “I dipendenti hanno diritto, ove ne ricorrano le condizioni, a fruire dei tre giorni di permesso di cui all’ art. 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Tali permessi sono utili ai fini delle ferie e della tredicesima mensilità e possono essere utilizzati anche ad ore, nel limite massimo di 18 ore mensili”.
Poiché l’art. 33, comma 3, della Legge 104 del 1992 (a cui fa riferimento il CCNL) si riferisce ai dipendenti che si occupano dell’assistenza di un familiare disabile grave, si può dedurre che:
Non perdere il seguente approfondimento: “Permessi 104: che cos’è il nesso di assistenza e perché è molto importante? La verità che evita di commettere errori“.
Per quanto riguarda, invece, il dipendente affetto da disabilità grave, che vuole utilizzare i permessi per se stesso, l’INAIL ha precisato che, ai sensi dell’art. 33, comma 6, della Legge 104, può utilizzare alternativamente:
La normativa, inoltre, è stata modificata di recente. In particolare, l’art. 19 della Legge n. 53 del 2000 ha previsto che i due tipi di permesso non sono cumulabili tra loro, ma alternativi. Di conseguenza, il richiedente deve necessariamente scegliere se sfruttare i 3 giorni di permesso mensili oppure le 2 ore giornaliere.
La Circolare INPDAP n. 33 del 2002, infine, specifica che i soggetti con disabilità, che usufruiscono in maniera alternata dei permessi ad ore o a giorni, possono modificare, da un mese all’altro, la tipologia di permesso, in base alle proprie esigenze.
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