Un cane o un altro animale da compagnia dovrebbe essere parte della famiglia, però spesso alcuni proprietari lo dimenticano. Ecco cosa dice la legge.
L’arrivo di un animale domestico, che sia un cane un gatto o un altro animale da compagnia, è sempre una grande emozione.
Inoltre, devono essere ben definiti gli spazi per noi e per i nostri amici pelosi. Poi bisogna essere ben organizzati e far sentire l’animale parte della famiglia fin da subito.
Nel 2022 la tutela degli animali sia domestici sia selvatici è entrata nella Costituzione ed è l’articolo 9 che regola tutta la normativa sull’argomento. Questa potrebbe essere una novità per molti proprietari di animali domestici. In realtà, la legge già in precedenza era molto severa nei confronti di chi si comportava male nei confronti degli animali.
In pratica, la disciplina giuridica ha riconosciuto che gli animali sono esseri capaci di provare dolore. Per questo motivo ha previsto punizioni severe per coloro che, per esempio, provocano sofferenze ai propri cani costringendoli a vivere in spazi angusti, come in un garage. Infatti, a che se solo per un paio di ore al giorno, chiudere il proprio animale in uno spazio piccolo e inadeguato prevede conseguenze legali perché si compie un comportamento crudele.
A ricordarlo è anche la recente sentenza, la numero 537 dell’11 gennaio 2023 della Terza sezione penale della Corte di cassazione. I giudici hanno inflitto una multa al proprietario di un cucciolo di cane che viveva in garage invece che in casa. Un locale pieno di oggetti e mobili, ma anche scarsamente illuminato. Tra l’altro, come hanno riscontrato le forze dell’ordine entrando nel garage, la ciotola dell’acqua era rovesciata. Di conseguenza, il proprietario dovrà pagare 1.000 euro di multa e le spese per il processo.
I giudici hanno motivato la sentenza spiegando che la detenzione del cane ha prodotto sofferenza e afflizione all’animale e che il luogo era incompatibile con la sua natura. In questo modo hanno tirato in ballo l’ipotesi di reato ai sensi dell’articolo 727, comma 2 del Codice penale. La sentenza però ha riconosciuto la situazione come abbandono di animale e non come maltrattamento verso di esso.
Anche perché il veterinario ha certificato che il cane, di tre mesi di età era in buone condizioni, fino alla sentenza. Motivo per cui non è avvenuta la confisca del cane che in questo caso è facoltativa.
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