Il quoziente familiare è destinato a stravolgere il meccanismo di tassazione italiano, attualmente basato sui redditi individuali.
La Riforma, promossa dal Governo Meloni, si ispira al sistema di tassazione francese, che offrirebbe un ausilio maggiore alle famiglie (soprattutto quelle più numerose).
I vantaggi principali sono rivolti alle famiglie con più figli a carico, perché le imposte da pagare dovrebbero diminuire all’aumentare dei membri del nucleo familiare. Le aliquote progressive, infatti, si riferiscono al reddito medio pro-capite (che è minore) e non su quello di ciascun membro. Per queste ragioni, l’introduzione di tale sistema potrebbe essere un ottimo “investimento” per il futuro degli italiani.
Vediamo, dunque, i principi alla base di tale strumento.
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In Redazione sono giunti i seguenti quesiti, da parte dei nostri Lettori:
1) “Buongiorno, usufruisco della Legge 104 e vivo con i miei genitori, entrambi invalidi al 100%. Posso presentare domanda per il quoziente familiare? Grazie mille.”
2) “Salve, a quanto ammonta il quoziente in un nucleo familiare composto solo da 2 persone (di cui una disabile al 100% con accompagnamento)? Che vantaggi ci sono se viene applicato il quoziente? Grazie.”
Il quoziente familiare è la misura con la quale l’attuale Governo intende diminuire le tasse delle famiglie italiane. In che modo? Applicando tale meccanismo, le imposte verrebbero determinate in base al reddito familiare complessivo, suddiviso per il numero di membri. Ad ogni membro verrebbe attribuito un determinato coefficiente. Si avrebbe, di conseguenza, un’imposizione fiscale “per quote”. Proprio a seconda di tali quote, si determinerebbe il quoziente familiare.
La tassazione per parti è ispirata al criterio in base al quale, a parità di reddito e di composizione familiare, ciascun componente ha diritto alla stessa quantità di beni.
Secondo una ricerca Eurispes, questa modalità di tassazione porterebbe un risparmio medio annuo sulle imposte da versare di circa 800 euro per ciascuna famiglia. Scopriamo, il sistema di calcolo e se sono previste delle agevolazioni per i nuclei con membri disabili.
Il reddito sarebbe calcolato a seconda:
Col quoziente familiare si sommano i redditi della famiglia e si divide il risultato ottenuto per un numero di parti, corrispondenti al coefficiente di ciascun componente.
I coefficienti, in particolare, sono i seguenti:
Sulla base di tali informazioni, cerchiamo di dissipare i dubbi dei nostri Lettori, con degli esempi. Nel primo quesito, avremo un quoziente di 2,5, cioè 2 per la coppia di genitori e 0,5 per il figlio. Supponiamo che il reddito complessivo familiare sia di 30 mila euro. Togliamo un 10% di deduzione forfettaria a tale importo ed avremo 27 mila euro; ora dobbiamo dividere tale cifra per 2,5. Otterremo 10.800 euro e su tale importo va applicata l’aliquota IRPEF per il pagamento delle imposte. Applicando lo stesso ragionamento al secondo quesito, invece, avremo un risultato di 13.500 euro.
Quello che è importante sottolineare, è che la normativa prevede delle agevolazioni per i disabili solo nel caso in cui si tratti di figli a carico (e non anche di ulteriori familiari). E non è l’ipotesi dei nostri gentili Lettori.
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Oltre ai vantaggi, è opportuno segnalare anche qualche possibile pecca del meccanismo del quoziente familiare. La critica più diffusa è relativa alla possibilità che tale sistema possa favorire solo le famiglie più numerose. A parità di reddito, infatti, finirebbe per svantaggiare i nuclei monoreddito e quelli con meno figli a carico.
Un’ulteriore critica è legata alla circostanza che il calcolo delle quote si baserebbe sull’ISEE familiare. Quest’ultimo non dovrebbe essere vincolato al numero dei componenti né dovrebbe essere oggetto di strumentalizzazioni da parte dell’Esecutivo per perseguire una propria politica sociale.
Ci sarebbe bisogno, al contrario, di agevolazioni efficaci a sostegno dei cittadini, indipendentemente dal reddito posseduto.
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