Anche agli autonomi e ai professionisti spetta il bonus 200 euro, compreso l’integrazione di 150 euro. Ecco perché non è ancora arrivato.
Come si ricorderà, il governo per far fronte agli aumenti delle bollette ma più in generale all’aumento dei prezzi a causa del conflitto fra Russia e Ucraina aveva previsto un bonus una tantum a partire da luglio.
Il bonus di 200 euro fu accreditato, a partire da luglio, con diverse modalità in base al destinatario: pensionati, lavoratori dipendenti, disoccupati, colf e badanti, percettori di reddito e pensione di cittadinanza. Anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti hanno diritto al bonus.
Però, le procedure per riceverlo sono più lunghe rispetto a quelle per gli altri beneficiari. Anzi quest’ultimi hanno anche già ricevuto un altro bonus quello da 150 euro, come integrazione del precedente ma con requisiti diversi. Finalmente completata la fase di gestione delle domande, ora si apre la fase di controllo. Saranno i lavoratori autonomi e professionisti iscritti alla Gestione separata INPS a controllare perché il pagamento non è ancora arrivato.
Entro il 30 novembre 2022 novembre i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, in possesso dei requisiti, dovevano presentare la domanda per ricevere il bonus 200 euro. Ma la trafila burocratica è stata molto lunga. Quando il governo ha deciso di integrare al bonus ulteriori 150 euro, si è deciso che questi lavoratori avrebbero ricevuto insieme un bonus cumulativo di 350 euro. A oggi però in molti ancora non hanno ricevuto l’importo e si chiedono la motivazione.
A spiegare il perché è l’INPS. Infatti, in un messaggio pubblicato il 19 gennaio rende noto che la fase di acquisizione è completata. Ora spetta ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti di controllare le motivazioni del rigetto.
Nello specifico, il messaggio INPS numero 137 spiega che autonomi e professionisti avranno 90 giorni di tempo (fino al 19 aprile 2023) per presentare l’istanza di riesame. Anche se, come si legge, il termine non è perentorio. Tra le motivazioni per il rigetto della domanda per ottenere il bonus 200 euro e l’integrazione di 150 euro ci sono: l’irregolarità dell’iscrizione alla gestione separata INPS; l’assenza di una partita IVA attiva alla data del 18 maggio 2022; un reddito più alto rispetto ai requisiti richiesti; percepire l’indennità in altri modi (ad esempio essere un lavoratore dipendente).
Infine, oltre alla motivazione per ogni causa al rigetto della domanda sono presenti i documenti da fornire all’INPS per l’istanza di riesame.
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