Pensioni di febbraio senza gli aumenti relativi alla rivalutazione. Anzi, alcuni pensionati lamentano cedolini con importo più bassi. Cosa succede?
Il cedolino delle pensioni è online e i pensionati notano non solo la mancanza degli aumenti previsti ma anche un imposto più basso.
Ricordiamo che gli aumenti erano previsti per i pensionati con un assegno superiore a quattro volte il trattamento minimo, quindi poco più di 2.100 euro. Ma ancora niente, In molti si chiedono il motivo e quanto dovranno attendere per avere quello che spetta.
Ogni anno a gennaio per la rivalutazione gli importo delle pensioni varia. Invece, la legge di Bilancio 2023 ha lasciato invariati gli importi delle pensioni con un assegno inferiore a 2.100, mentre per quelle superiori ha previsto la rivalutazione. In questo caso più alte sono le pensioni più bassa è la percentuale di rivalutazione.
A causa dei tempi troppo stretti, l’INPS non è riuscita ad adeguare il calcolo della rivalutazione nell’assegno delle pensioni di gennaio; neanche ad applicare le vecchie regole.
Come abbiamo scritto nell’artico “Pensioni: ecco perché per alcuni pensionati gli aumenti arrivavano a febbraio” avevamo annunciato che l’INPS avrebbe inserito gli aumenti nel cedolino di febbraio. In realtà, non è così: come hanno notato i pensionati che hanno controllato il cedolino online di febbraio.
Quindi la prima data utile annunciata a gennaio dall’INPS non è quella di febbraio; forse potrebbe essere quella di marzo 2032. In questa data, tra l’altro, nel cedolino potrebbe esserci anche gli arretrati per i mesi precedenti.
La motivazione del ritardo e del rinvio e puramente per problemi burocratici. problemi che potrebbero essere risolti nel prossimo cedolino il cui pagamento è il 1° marzo.
A preoccupare i pensionati è anche un cedolino con l’importo dell’assegno più basso del dovuto. Le motivazioni possono essere due.
La prima è che sul cedolino di febbraio è applicato il conguaglio fiscale. Si tratta di ritenute Irpef relative al 2022 più basse rispetto a quelle dovute. L’INPS, come di consueto, recupera la differenza proprio tra gennaio e febbraio.
Inoltre, sull’assegno di febbraio si applicano anche le trattenute addizionali regionali e comunali sempre relative al 2022. Queste saranno recuperate in 11 rate nell’anno successivo a quello a cui si riferiscono.
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