Anche l’Assegno Ordinario di Invalidità sarà oggetto di rivalutazione e, di conseguenza, il suo importo aumenterà. A chi spetta?
L’invalidità consiste nella riduzione della capacità lavorativa ed è espressa in percentuali, in base alle quali sono riconosciute determinate prestazioni.
Dal punto di vista economico, infatti, si ha diritto alla pensione di invalidità oppure all’Assegno Ordinario di Invalidità. Chi ha diritto a tali sussidi e quali sono i requisiti per il loro riconoscimento? Analizziamo, nel dettaglio, la disciplina normativa.
Consulta anche il seguente approfondimento: “Assegno ordinario d’invalidità: attenzione ai requisiti e alla scadenza, il rinnovo potrebbe non essere automatico“.
In Redazione sono giunti i seguenti quesiti:
Precisiamo alle nostre lettrici che l’Assegno Ordinario di Invalidità spetta alle persone con una diminuzione permanente della capacità lavorativa tra il 74% e il 99%, ossia meno di 1/3. Nel primo quesito, la Lettrice, con una percentuale di invalidità del 75% ha diritto all’Assegno e non è richiesta l’interruzione dell’attività lavorativa.
Deve, però, possedere uno specifico requisito contributivo. In particolare, almeno 5 anni di contribuzione (260 contributi settimanali), di cui almeno 3 (cioè 156 contributi settimanali) nel quinquennio precedente alla data della richiesta di Assegno.
Alla seconda Lettrice, invece, precisiamo che non basta il semplice riconoscimento dell’invalidità civile per l’erogazione dell’Assegno, perché i benefici economici spettano solo con un’invalidità pari o superiore al 74%. In particolare, a seconda del grado di invalidità, sono riconosciute le seguenti agevolazioni:
L’Assegno Ordinario di Invalidità spetta dal primo giorno del mese successivo a quello di invio della domanda. La cifra spettante è calcolata con lo stesso meccanismo utilizzato per la determinazione della pensione di vecchiaia. In particolare, con sistema retributivo se il lavoratore ha almeno 18 anni di contributi fino al 31 dicembre 1995. Viene usato, invece, il sistema misto (una quota col retributivo ed una quota col contributivo) se il lavoratore non ha 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Il sistema contributivo, infine, opera se il richiedente ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.
La prestazione è compatibile con i redditi da lavoro, ma viene ridotta se si supera un determinato limite di reddito. Nello specifico, la riduzione è del:
Qualora, tuttavia, l’Assegno, già ridotto, continui ad essere superiore al trattamento minimo, potrà subire una trattenuta, se l’interessato ha meno di 40 anni di contributi. Se si percepiscono redditi da lavoro dipendente, la trattenuta è del 50%, sulla cifra eccedente il trattamento minimo; se, invece, si percepiscono redditi da lavoro autonomo, la trattenuta è del 30%.
La prestazione, infine, è valida per 3 anni. Il beneficiario può richiedere il rinnovo prima della scadenza; dopo 3 rinnovi consecutivi, l’Assegno è prorogato automaticamente.
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Attraverso la Circolare n. 135 del 22 dicembre 2022, l’INPS comunicato gli importi per il 2023 delle prestazioni per gli invalidi civili. Anche su tali indennità ci sarà l’adeguamento del 7,3%, che ha interessato tutti gli altri trattamenti pensionistici.
Per il 2023, le prestazioni di invalidità saranno le seguenti:
Per scoprire tutti gli importi nel dettaglio, si rimanda all’analisi dell’Allegato 2 della Circolare INPS, consultabile al seguente link.
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