Le case popolari sono gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, costruiti a spese dello Stato, e assegnati – secondo specifici criteri ed una graduatoria ad hoc – alle persone più bisognose a livello economico. Vi sono agevolazioni specifiche per gli invalidi civili?
Nelle leggi italiane, ma prima ancora nella Costituzione, emerge la volontà di tutelare chi è affetto da minorazioni fisiche o psichiche.
Pensiamo ad es. alla legge 104 e alle sue numerose misure di assistenza ma pensiamo anche a varie questioni pratiche che si possono presentare: una in particolare merita qui attenzione e ci riferiamo alla possibilità per gli invalidi civili di avere una casa popolare.
E’ possibile ciò? Ovvero, la disabilità implica l’assegnazione automatica di un alloggio di edilizia pubblica oppure no? Si tratta di domande assolutamente legittime e, nel corso di questo articolo, spiegheremo che la risposta non è così netta e sintetica, ma piuttosto occorre fare luce su alcuni dettagli di rilievo. Dunque gli invalidi civili hanno diritto ad una casa popolare? Ecco come stanno le cose.
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Politiche ad hoc costituiscono il sostegno per i cittadini che patiscono minorazioni fisiche o psichiche. Proprio al fine di proteggere il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale dei cittadini residenti in Italia che siano – parzialmente o completamente – inabili al lavoro per minorazioni di tipo psico-fisico, il nostro paese garantisce varie prestazioni economiche (pensioni, assegni o indennità) e non economiche (assistenza sanitaria, agevolazioni fiscali, esenzione dal ticket, facoltà di fruizione per i familiari dei permessi della legge 104, collocamento obbligatorio nei luoghi di lavoro).
Non dimentichiamo che la tipologia di prestazione che sarà erogata a favore dell’invalido, sarà legata all’effettivo grado di inabilità acclarata alla data dell’accertamento della sussistenza dei requisiti amministrativo-sanitari. Questi ultimi servono appunto al riconoscimento della condizione di invalidità stessa.
Come spiega il sito dell’Inps, mutilati ed invalidi civili, ciechi e sordi, per difetto congenito o acquisito, sono coloro che possono accedere alle prestazioni di assistenza dello Stato. E lo ribadiamo per chiarezza: onde poter accedere alle tutele occorre che lo status di invalido sia riconosciuto in modo ufficiale dalle competenti amministrazioni dello Stato.
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Tecnicamente quando parliamo di edilizia residenziale pubblica, ci riferiamo alle case popolari, ovvero edificate a spese dello Stato. Vi sono regole ad hoc, che servono ad aiutare chi si trova in stato di disagio economico e sociale e non può garantirsi di pagare il prezzo di un immobile a normale prezzo di mercato.
Ecco perché le domande iniziali hanno sicuramente ragion d’essere. C’è una qualche regola speciale per gli invalidi, in tema di assegnazione delle case popolari? Ebbene, se è vero che:
Come abbiamo appena ricordato, essere riconosciuto disabile non implica in automatico il diritto ad avere una casa di edilizia pubblica, piuttosto l’invalido civile – proprio per questa sua condizione – consegue un punteggio maggiore nella graduatoria per l’assegnazione dell’abitazione. E questo aumenta non di poco le sue chance di ottenere detto immobile.
Le regole generali in tema di assegnazione delle case popolari sono piuttosto precise e ci servono anche per capire come funziona il meccanismo con riferimento ai disabili. L’interessato o gli interessati ad ottenere una casa popolare debbono fare domanda ad hoc presso il Comune che ha pubblicato il bando e, se la domanda viene accolta, colui che l’ha richiesta viene inserito in una graduatoria con le altre persone che hanno fatto la domanda con esito positivo.
Comunque quanto previsto a favore degli effettivi beneficiari, non significa che lo Stato regali dette abitazioni a chi è più bisognoso. E questo perché sarà comunque obbligatorio versare un canone di affitto, mentre talvolta nel corso del tempo si potrà anche valutare l’acquisto a determinate condizioni.
In ogni caso, il calcolo del canone – comunque ridotto rispetto alle cifre standard – sarà proporzionato alla capacità di reddito di chi consegue l’alloggio popolare.
La gestione delle assegnazioni delle case popolari non è unitaria in tutta Italia, ma piuttosto sia Regioni che Comuni hanno la facoltà di fissare in libertà, nei rispettivi bandi, i requisiti di accesso alle case di edilizia pubblica residenziale. Nei bandi comunque non mancano mai regole precise sulle soglie di reddito e di Isee da non superare per avere diritto all’agevolazione. Soprattutto il requisito Isee è determinante per stabilire l’entità del canone di locazione.
Queste soglie non dovranno essere superate neanche dopo aver ottenuto l’assegnazione dell’abitazione, perché in caso contrario quest’ultima dovrà essere liberata per far spazio ad una famiglia più bisognosa.
Come accennato sopra, l’invalido civile, o chi lo assiste perché incluso nel suo nucleo familiare, può contare su qualche agevolazione specifica per conseguire una casa popolare. Infatti la presenza di una persona con disabilità influisce sui requisiti che riguardano il reddito e l‘Isee. Questo perché l’indicatore della situazione economica equivalente di chi presenta domanda per avere un alloggio di edilizia pubblica include una detrazione dal reddito ad hoc, che considera i costi di fatto sostenuti per l’assistenza al portatore di handicap acclarato. Ciò a parità di reddito, comporterà così un minor Isee in una famiglia con un invalido civile rispetto all’Isee della famiglia senza invalidi civili. E ciò si rifletterà in graduatoria per l’assegnazione della casa popolare, perché chi ha l’Isee inferiore avrà la precedenza.
Ricordiamo infine che vi sono anche altri fattori che comportano un punteggio maggiore in graduatoria. Tra essi, ad es. la presenza di minori in stato di invalidità, con problemi a muoversi e non autosufficienti e la percentuale di invalidità di almeno il 66%.
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