La disciplina del Superbonus è stata oggetto di importanti modifiche. Cosa cambia dal 2023? Quali effetti ha l’IMU su tale agevolazione?
Per i prossimi 3 anni ci saranno regole differenti per le agevolazioni legate al Superbonus.
Nella maggior parte dei casi, non si potrà richiedere più la percentuale piena del 110%; l’ammontare delle detrazioni, infatti, sarà differente se i lavori interesseranno gli edifici unifamiliari o condominiali. Vediamo, dunque, in cosa consistono le innovazioni e analizziamo il quesito di un nostro Lettore, relativo al collegamento tra Superbonus e IMU.
Per tutte le informazioni aggiuntive, consulta il seguente articolo: “Superbonus al 110% prorogato con la manovra 2023, ma solo in alcuni casi: la guida rapida per sfruttare appieno l’agevolazione“.
In Redazione è giunto tale interessante quesito:
“Salve, ho letto delle modifiche al Superbonus. Volevo sapere se, con la Legge 104, ci sono delle agevolazioni in merito e se ho diritto all’esonero dall’IMU. Grazie.”
Sia il Decreto Aiuti quater sia la Legge di Bilancio 2023 hanno introdotto importanti modifiche alla normativa del Superbonus. L’agevolazione, infatti, è stata prorogata ma con percentuali minori. Dal 110% iniziale, passerà al 90%, tranne nelle ipotesi eccezionali in cui continuerà ad essere in vigore la percentuale piena.
Per fugare i dubbi del nostro Lettore relativi all’IMU, sottolineiamo che deve fare attenzione al pagamento di tale imposta. Se, infatti, non si è in regola con i versamenti, si perde il Superbonus. Nei condomini questa situazione può diventare molto rischiosa. I contratti di appalto condominiali, infatti, stabiliscono il diritto di rivalsa dell’appaltatore sul condominio e su tutti i singoli condòmini.
Per beneficiare dell’agevolazione economica, dunque, è necessario conservare tutte le ricevute di pagamento dell’IMU, a prescindere che si tratti di lavori su parti private o su parti comuni. In caso di irregolarità, sono previste sanzioni fino al 200% su base IRES e IRPEF e al 270% su base IVA.
Bisogna, dunque, essere certi di rientrare nelle ipotesi tassative di esenzione dal pagamento dell’IMU, altrimenti bisognerà regolarizzare i pagamenti.
L’IMU, l’Imposta Municipale Unica, è dovuta da tutti coloro che possiedono immobili, ad eccezione delle abitazioni principali. Solitamente, si paga in due rate, con scadenza il 16 giugno e il 16 dicembre, tramite Modello F24 o bollettino di conto corrente postale. Si può anche scegliere di pagare in un’unica soluzione, entro il 16 giugno.
La normativa non prevede delle esenzioni specifiche per i possessori di Legge 104. L’unica eccezione si ha nel caso di anziani o disabili che hanno la residenza permanente in istituti di ricovero o sanitari. In questo caso, se tali soggetti possiedono immobili di categoria A/2, le proprietà sono assimilate, ai fini IMU, all’abitazione principale. Di conseguenza, si applicherà l’esonero dal pagamento dell’imposta. Poiché si tratta di una tassa comunale, è, tuttavia, a discrezione del Comune l’applicazione di tale agevolazione.
Infine, è opportuno richiamare la sentenza n. 10122 dell’11 aprile 2019 della Corte di Cassazione, con la quale è stato stabilito che non è dovuto l’IMU sugli immobili che sono accatastati come ruderi. Tali proprietà, infatti, non producono alcuna rendita. L’esonero dal pagamento dell’imposta, inoltre, si estende anche all’area sulla quale sorge il rudere, perché si tratta di area già edificata e non di “area edificabile”.
Non perdere il seguente approfondimento: “Esenzione IMU, i requisiti per non pagare l’imposta da proprietario dell’immobile“.
Come anticipato, il Superbonus non sarà più del 110% ma del 90%, per gli interventi edilizi effettuati sugli edifici unifamiliari. Si potrà, tuttavia, ottenere la percentuale piena in tali casi:
Per gli edifici condominiali o di comproprietà di più persone, invece, si applicheranno le seguenti detrazioni, per le spese effettuate entro il 31 dicembre 2025:
Anche per il 2023, però, si potrà applicare la detrazione al 110% per i lavori edilizi:
Il Superbonus 110%, inoltre, sarà attivo fino al 31 dicembre 2025 per:
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