Oltre all’assegno di accompagnamento, esiste la prestazione denominata ‘assegno di cura assistenza ai disabili’, che non dipende direttamente dall’Inps ma è regolata invece da norme regionali. Vediamone alcuni aspetti interessanti.
L’assistenza ad un familiare disabile prevede specifiche agevolazioni di cui alla legge 104, perché prendersi cura di una persona non autosufficiente è anzitutto un dovere morale, ma al contempo ciò rappresenta anche un effettivo impegno in termini di tempo e soldi.
Tra le agevolazioni abbiamo i permessi retribuiti come anche quelli non retribuiti, l’aspettativa o l’assegno di accompagnamento che viene versato dall’Inps su domanda, a favore dei soggetti mutilati o invalidi totali per cui è stata acclarata l’impossibilità di muoversi senza l’aiuto di un accompagnatore oppure l’incapacità di svolgere gli atti quotidiani della vita (ad es. lavarsi, vestirsi ecc.).
Esiste un particolare assegno erogato da enti territoriali, che prende il nome di assegno di cura per assistenza ai disabili. Rispetto all’accompagnamento è meno conosciuto, perciò di seguito ci appare opportuno parlarne. Cos’è e come funziona l’assegno di cura per assistenza ai disabili? Scopriamolo insieme in questa breve guida pratica.
Sgomberiamo il campo da possibili dubbi: l’assegno di cura versato dagli enti territoriali rappresenta un sostegno economico a favore di chi – come caregiver – assiste nella propria abitazione una persona disabile. Si tratta di una prestazione diversa dall’assegno di accompagnamento che fa capo all’Inps perché, in detta circostanza, si tratta di aiuti messi a disposizione di enti territoriali quali le Regioni, secondo un meccanismo del tutto distinto rispetto all’Inps.
Ecco perché – e la notizia sarà sicuramente gradita ai caregiver – colui che percepisce l’accompagnamento può anche conseguire a suo beneficio l’assegno di cura. Infatti le due prestazioni sono indipendenti e cumulabili tra loro.
Sono le singole regioni a dettagliarne il funzionamento e, per esempio, come riporta il sito della Regione Emilia Romagna l’assegno di cura deve intendersi come un sostegno economico rivolto alle persone in stato di handicap grave, e che può essere versato a beneficio della persona disabile, alla sua famiglia o ad eventuali altri soggetti che si occupano della persona con disabilità.
L’assegno di cura per l’assistenza ai disabili è una prestazione alternativa all’inserimento in una struttura assistenziale e consente alla persona disabile di restare nel proprio contesto familiare e affettivo, senza dunque allontanarsi dalla residenza, favorendo anche le occasioni per condurre ove possibile una vita almeno marginalmente indipendente.
Abbiamo detto che l’assegno di cura non è gestito dall’Inps, a differenza dell’accompagnamento, e conseguentemente non esiste una legge nazionale che fissa l’ammontare della prestazione in modo unitario. Ecco perché ogni potenziale interessato e percettore della prestazione deve fare riferimento alle regole regionali del proprio territorio.
In linea generale comunque vi sono alcuni parametri essenziali per stabilire se ricorre il diritto alla prestazione, quali ad es. l’eventuale proprietà di immobili da parte del disabile, la presenza eventuale di una badante, la specifica patologia e, soprattutto, l’Isee della persona disabile e da assistere. Sulla scorta di questi elementi la Regione versa un ammontare di assegno di differente ammontare.
Per es. in Emilia Romagna ci sono quattro livelli di contribuzione giornaliera a seconda del grado di disabilità (grave, gravissima e situazione di bisogno di particolare intensità). Mentre in Lombardia è previsto un assegno una tantum per un ammontare uguale a 800 euro in ipotesi di disabilità gravissima e da 200 a 400 euro per disabilità grave, in ambo le circostanze fino ad esaurimento risorse.
Rimarchiamo che al fine di conseguire l’assegno di cura per l’assistenza ai disabili in abitazione sono considerati i parametri dell’Isee del nucleo familiare, in base alla soglia fissata da ogni Regione; la presenza o meno di assistenti familiari e il livello di non autosufficienza che emerge da un certificato medico.
Per avere l’assegno di cura vi sono strutture di riferimento ad hoc quali i servizi sociali rivolti alle persone disabili adulte, presenti presso il Comune o l’azienda ASL di residenza. Nell’ambito del proprio Comune di residenza si possono comunque trovare tutte le informazioni circa il bando pubblicato per conseguire l’assegno, che include i requisiti appositi, le date di scadenza per ciascun anno nel quale è erogato e la documentazione che serve per fare domanda agli uffici comunali.
Nella prassi è messa in campo una determinata cifra sopra cui non si può più incassare detto assegno. Ecco perché se si hanno i requisiti, è meglio fare domanda quanto prima – onde non rischiare di non conseguire l‘assegno di cura perché sono terminate le risorse. E di beffa certamente si tratterebbe in caso di collocazione in graduatoria e richiesta accettata.
Per quanto riguarda i moduli da avere per fare domanda di assegno di cura, chiariamo che questi sono ottenibili sia presso gli uffici del Comune, che presso un patronato o Caf. Concludendo, per maggiori informazioni relative alle regole valevoli nella propria località, è possibile fare riferimento ai siti web dei propri enti territoriali.
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