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Pensioni

In pensione a 60 anni nel 2023: la platea è ristretta ma potresti esserci tu

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Sebbene la platea dei beneficiari sia ristretta, andare in pensione a 60 anni nel 2023 è possibile. Scopriamo per quali lavoratori/lavoratrici.

Due opzioni da valutare se si intende lasciare il lavoro al compimento dei 60 anni. Opzione Donna e la pensione anticipata ordinaria.

InformazioneOggi.it

Arriva il momento in cui dopo una vita passata a lavorare si sente la necessità di lasciare l’attività svolta per godersi il meritato riposo. Capita nel momento in cui la mansione svolta diventa particolarmente impegnativa per l’età raggiunta oppure qualora dovessero verificarsi delle problematiche di salute che interferiscono con la lucidità e l’energia da mettere sul lavoro. Non avendo i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia – 67 anni di età e 20 anni di contributi – si dovrebbero valutare gli scivoli pensionistici che consentono l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. In Italia le possibilità sono la pensione per precoci, l’APE Sociale, Quota 103, Opzione Donna e la pensione anticipata ordinaria. Non dimentichiamo, poi, che è possibile andare in pensione con Quota 100 e Quota 102 avendo potuto usufruire della cristallizzazione del diritto. Diverse strade, dunque, legate alla soddisfazione di determinati requisiti.

In pensione a 60 anni, Opzione Donna

Una nostra lettrice ci chiede “Sono un’impiegata del settore pubblico, ho 38 anni di servizio e a maggio compirò 60 anni. Sono una malata oncologica operata al colon e per metastasi ai polmoni. Adesso ho anche il morbo di Crohn. Posso andare in pensione in anticipo?“. Una possibilità di pensionamento potrebbe essere Opzione Donna. La misura consente alle lavoratrici di lasciare il lavoro al compimento dei 60 anni o anche prima. La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha stabilito che il trattamento pensionistico può essere richiesto a 59 anni se la donna ha avuto un figlio oppure a 58 anni se ha avuto due o più figli. Le lavoratrici senza figli hanno l’accesso garantito a 60 anni.

Occorrerà, però, rispettare altre condizioni non previste fino al 31 dicembre 2023. L’accesso alla pensione è consentito solamente ad alcune categorie di persone. Le lavoratrici caregiver da almeno sei mesi, le donne licenziate oppure occupate presso un’azienda in stato di crisi e, infine, le lavoratrici con invalidità civile pari almeno al 74%.

Per quanto riguarda il requisito contributivo occorrerà aver maturato almeno 35 anni di contributi. La nostra lettrice, dunque, soddisfacendo questi requisiti potrà avere accesso alla pensione. Soffrendo di una patologia grave potrebbe già aver richiesto l’invalidità civile (spetta anche per questi interventi chirurgici), se così non fosse dovrebbe consultare il proprio medico di base per capire se ci sono le possibilità di ottenere il riconoscimento dell’invalidità con grado pari o superiore al 74%. Ottenendo il certificato dal dottore potrebbe iniziare l’iter previsto dall’INPS per maturare tutti i requisiti da soddisfare per l’accesso a Opzione Donna nel 2023.

I dettagli di Opzione Donna

Tre specifici profili di tutela, nuovi requisiti anagrafici comuni per autonome e dipendenti e 35 anni di contributi, così si può accedere a Opzione Donna. Da ricordare, poi, che il trattamento prevede il sistema di calcolo puramente contributivo pur rientrando in quello misto e retributivo. Ciò significa un taglio sull’assegno che in casi estremi potrebbe arrivare fino al 30%.

Per le lavoratrici del comparto scuola che intendono usufruire della proroga è stata aperta una finestra fino al 28 febbraio 2023 per presentare la domanda di pensionamento con decorrenza dal 1° settembre 2023. La piattaforma per l’invio delle richieste è stata, infatti, aggiornata tenendo conto della proroga e delle nuove direttive stabilite con la Legge di Bilancio del Governo Meloni.

Aperta la piattaforma per l’inoltro delle domande

L’INPS ha comunicato che dal 1° febbraio le lavoratrici possono cominciare ad inviare le domande di accesso ad Opzione Donna. La piattaforma è stata rinnovata per adeguarsi alle nuove direttive della manovra fiscale. Le destinatarie della misura sono circa 5 mila donne, una platea ristretta in cui potrebbe rientrare la nostra lettrice.

La domanda può essere presentata attraverso il portale dell’INPS accedendo con le credenziali digitali (SPID, CIE o CNS) ed entrando nella sezione “Prestazione e Servizi”, “Servizi” e “Pensione anticipata Opzione Donna domanda”. Un’alternativa è utilizzare il Contact Center chiamando il numero 06 164 164 (da mobile, a pagamento secondo il piano tariffario del proprio gestore) oppure 803 164 (da fisso, gratuito). La terza strada prevede la consultazione di CAF e patronati per inoltrare la richiesta di pensionamento.

Nella domanda occorrerà indicare la tipologia di lavoratrici di cui si fa parte

  • lavoratrici disoccupate,
  • caregiver donne che assistono persone con handicap in situazione di gravità,
  • lavoratrici con riconoscimento invalidità civile di grado almeno pari al 74%.

In pensione a 60 anni con la pensione anticipata ordinaria

Andare in pensione a 60 anni è possibile con la pensione anticipata ordinaria. Questa misura strutturale non prevede la soddisfazione del requisito anagrafico ma solo contributivo. Servono, cioè, 41 anni e dieci mesi di contributi versati per le lavoratrici e 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini.

Accumulare un così alto numero di contributi non è semplice soprattutto a 60 anni. Significherebbe aver cominciato a lavorare a 19 anni o prima e avere avuto una carriera contributiva senza buchi occupazionali. Certo ci sono sempre i contributi da recuperare – come quelli per gli anni di laurea – ma la pensione anticipata ordinaria resta comunque un miraggio per tante persone. Riuscendo ad accedervi occorre sapere che la finestra mobile è di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.

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