Il Bonus 200 euro erogato dalle aziende contro il caro carburante è un aiuto economico rilevante in questo periodo di rincari.
Il taglio delle accise non è stato prorogato nella Legge di Bilancio ma il Governo è intervenuto in altri modi per sostenere gli automobilisti.
Il tema carburante è tornato in auge dopo che il Governo non ha prorogato il taglio delle accise con la manovra fiscale. Se nelle ultime settimane del 2022, infatti, i cittadini hanno potuto tirare un sospiro di sollievo con i prezzi di diesel e benzina al ribasso, dal 1° gennaio 2023 tutto è cambiato e gli automobilisti hanno ricominciato a tremare. Quota due euro è l’incubo che è tornato a spaventare gli italiani spingendo tante persone ad uscire dai confini nazionali per fare il pieno. Svizzera, Slovenia, Repubblica di San Marino, i prezzi del carburante si aggirano tra 1,40 e 1,50 euro al litro, come non approfittarne se possibile? La paura di svuotare il portafoglio è stata compresa dal Governo che è intervenuto con altre tattiche per riportare la situazione ad una “normalità” auspicabile. Se queste tattiche funzioneranno o meno è ancora da capire.
La Legge di Bilancio 2023 ha stabilito che tutti i distributori dovranno esporre non solo il prezzo di vendita del carburante ma anche il prezzo medio nazionale per ogni gestore. L’intento è evitare speculazioni. In secondo luogo, l’esecutivo ha optato per la proroga del Bonus 200 euro contro il caro-benzina. Proprio con riferimento a questa misura rispondiamo alla domanda di un lettore. “Lavoro in un albergo, l’amministrazione mi dice che non aderiscono all’iniziativa. È possibile, non è per tutti?”.
Il Bonus carburante è uno sconto di 200 euro sul pieno consentito dai datori di lavoro ai dipendenti. Secondo la normativa l’incentivo economico pari a 200 euro non concorre alla formazione del reddito – proprio come i bonus da 200 e 150 euro una tantum che gli autonomi ancora aspettano. La Legge di Bilancio ha prorogato la misura che inizialmente sarebbe dovuta sparire nel mese di marzo dell’anno in corso. Ora, invece, resterà attiva fino al 31 dicembre 2023. Ad onor del vero la modifica è stata apportata successivamente, con delibera durante una riunione del 10 gennaio. Ma la sostanza non cambia, i datori di lavoro possono aiutare economicamente i dipendenti erogando 200 euro per fare benzina o diesel.
Da quando i prezzi del carburante sono aumentati a dismisura, infatti, i lavoratori – soprattutto se pendolari – spendono una parte importante dello stipendio dal benzinaio. Da qui l’idea di sostenere i dipendenti lasciando che ad aiutarli siano i datori di lavoro grazie ad un incentivo ideato ad hoc nell’ambito del welfare aziendale.
Sul Bonus da 200 euro non vengono pagate imposte, non concorre alla formazione del reddito e lo sconto è deducibile ai fini Ires e IRPEF. Purtroppo la misura non è obbligatoria per le aziende. Significa che spetta ai datori di lavoro decidere se aderire ed erogare gli incentivi ai dipendenti. Non solo, i datori possono scegliere sia se offrire il Bonus sia la platea dei destinatari. Possono limitare i regali, ad esempio, ai soli dipendenti che viaggiano per recarsi al lavoro oppure ai lavoratori che ricevono stipendi di importo più basso. Insomma, lo sconto è un’occasione per dimostrare ai dipendenti che l’azienda è dalla loro parte durante questo periodo di crisi economica e rincari ma, purtroppo – come già sottolineato – non vige nessun obbligo.
Per ricevere la prestazione il dipendente non dovrà inoltrare, dunque, alcuna domanda. Se concesso otterrà automaticamente l’incentivo. Non esistono nemmeno requisiti reddituali da rispettare o di altra natura proprio perché il datore di lavoro è libero di scegliere la platea dei destinatari. Non conta il ruolo ricoperto né il contratto di lavoro sottoscritto. Il Bonus da 200 euro si rivolge a dipendenti a tempo indeterminato, part-time, a tempo determinato, apprendisti, lavoratori in smartworking, stagisti, lavoratori a progetto.
L’impresa che decide di tutelare i propri dipendenti e di aderire all’iniziativa consentendo a tutti i lavoratori o a parte di essi di ricevere i 200 euro per fare rifornimento può intraprendere due diverse strade. La prima prevede di erogare lo sconto sotto forma di fringe benefits ricordando, però, che il limite non è più di 3 mila euro ma è ritornato a 258,23 euro. Seguendo la seconda strada si potranno concedere uno o più buoni carburante.
Optando per i benefit aziendali occorre sapere che l’incentivo non verrà sommato al limite di non imponibilità citato. Per approfondire i dettagli i datori di lavoro possono fare riferimento alla circolare numero 27/E del 14 luglio 2022 dell’Agenzia delle Entrate in cui sono specificati le imprese e i lavoratori interessati dal beneficio nonché le modalità di erogazione e le direttive da seguire qualora i buoni siano riconosciuti come premio di risultato. In quella stessa circolare si legge come i 200 euro possano essere erogati subito, senza dover stabilire accordi contrattuali.
In conclusione, dopo aver approfondito i dettagli dell’iniziativa possiamo rispondere al quesito ponendo un freno alle illusioni del dipendente dell’albergo. Il datore di lavoro non ha alcun obbligo di erogare il Bonus 200 euro. Non aderendo all’iniziativa sceglierà di non aiutare i dipendenti, la scelta è personale e dovrà essere accettata.
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