Attualmente è molto difficile sconfiggere i Superbatteri, ovvero quelli più resistenti agli antibiotici più forti. Ma c’è una speranza.
L’antibiotico resistenza è un problema che potrebbe diventare molto difficile da gestire, e da diversi anni esiste un’allerta a livello mondiale.
La resistenza agli antibiotici da parte di alcuni batteri causa decine di migliaia di morti all’anno. Una “strage” di cui sentiamo parlare di meno rispetto – ad esempio – al Covid, ma che non per questo è meno sentita dalla Comunità Scientifica.
In diversi dei nostri approfondimenti sul tema dell’antibiotico-resistenza abbiamo riportato i dati sulla situazione in Italia. Purtroppo, sembra che non ci siano molte iniziative volte a combattere questo fenomeno, o comunque a non farsi trovare impreparati di fronte ad una potenziale emergenza sanitaria.
Ricordiamo che, oltre alle iniziative politiche, di concerto con la Sanità e gli Enti preposti, noi possiamo agire attivamente. Infatti una delle cause che ha scatenato il fenomeno è l’abuso di antibiotici. Molte persone assumono queste medicine anche per malattie derivanti da virus, come l’influenza. Ma intanto gli antibiotici non servono in questi casi, e nel mentre i batteri sono diventati più forti.
Oggi, per fortuna, la Ricerca ha individuato una soluzione potenzialmente molto efficace. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Leggendo un interessante articolo sulla rivista Focus, scopriamo che un patogeno della canna da zucchero fa qualcosa di molto particolare. Sembra riesca a sconfiggere la replicazione dei batteri, anche quelli ad oggi più resistenti, come Escherichia coli e lo Staphylococcus aureus.
Già molto difficili da trattare, questi batteri stanno sviluppando resistenza anche verso le ultime medicine disponibili. Urge dunque trovare una soluzione, prima che si verifichino milioni di morti in tutto il mondo.
Gli scienziati hanno analizzato un patogeno della Canna da Zucchero, che produce una molecola: l’albicidina. Questa sostanza è in grado di contrastare la girasi, un processo che, sintetizzandone il concetto, serve ai batteri per replicarsi.
La scoperta dell’albicidina in sé non è recente, ma fino ad ora i ricercatori non erano riusciti a replicare sotto forma di farmaco l’azione di questa sui batteri. La svolta è arrivata grazie alla tecnologia e all’uso di una sofisticatissimo strumento: la microscopia crioelettronica.
Un team di esperti a livello internazionale, lavorando presso un istituto di ricerca indipendente britannico, grazie alla suddetta tecnica hanno ottenuto qualcosa di straordinario. Una sorta di “fotografia” ad altissima precisione proprio sul comportamento dell’albicidina.
Per spiegarlo con parole comprensibili ai non addetti ai lavori, possiamo dire che la molecola blocca la replicazione del DNA dei batteri. Lo fa, tra l’altro, con un modo mai visto prima, come se fosse una sorta di chiave inglese che incastra determinati ingranaggi.
Un’altra ottima notizia è che sembra che l’azione di questa molecola impedisca ai batteri di trovare il modo di reagire e fare resistenza. In sintesi, una promessa davvero interessante e che potrebbe risolvere il problema definitivamente.
Intanto gli scienziati hanno già sperimentato le prime forme sintetiche di albicidina. Dai test di laboratorio è emerso che anche in piccole dosi riescono a sconfiggere i superbatteri più temuti, come Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Salmonella typhimurium.
I prossimi step prevedono di riunire risorse e professionalità a livello internazionale per passare alle sperimentazioni sull’uomo.
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