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Economia

Casa quasi gratis (alloggi ATER): quando è possibile subentrare in un contratto d’affitto senza perdere i benefici

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Chiarimenti sugli alloggi ATER in relazione alla domanda e alla possibilità di subentrare in un contratto d’affitto.

L’ATER – Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale – è un ente pubblico economico con personalità giuridica propria, autonomo dal punto di vista organizzativo, patrimoniale e contabile.

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I cittadini che intendono richiedere una casa popolare devono rivolgersi all’ATER di competenza territoriale. L’ente, infatti, gestisce per conto del Comune gli alloggi di proprietà comunale da assegnare a chi ne ha bisogno per motivi economici. L’ATER ha l’obiettivo di attuare interventi nell’ambito dell’edilizia residenziale sovvenzionata al fine di acquistare, costruire o ristrutturare edifici da destinare alle famiglie che si trovano in condizioni di difficoltà economica. Diversi i servizi proposti, dalla stipula di contratti di locazione al calcolo dei canoni di locazione, dal calcolo delle spese condominiali alla segnalazione di malfunzionamenti fino all’erogazione di informazioni sulle modalità di versamento delle rate mensili. Spetta al Comune, invece, attivare i bandi, verificare le domande, stilare le graduatorie.

Un nostro lettore ci chiede “L’articolo 33 comma 1 (Legge 104), la Legge 68 del 1999 e il 46% di invalidità sono sufficienti per poter subentrare in un contratto d’affitto di un alloggio ATER intestato a mia madre disabile al 100% con invalidità permanente? Posso avere qualche tutela riguardo a questo?“.

Alloggi ATER, chi può richiederli e a quali condizioni

La questione posta dal lettore è specifica di un caso. Madre e figlio, entrambi disabili con percentuali differenti, con contratto di alloggio ATER intestato alla madre, in quale caso l’intestatario di quello stesso contratto può diventare il figlio? Per rispondere occorre inizialmente approfondire i particolari dell’assegnazione delle case popolari.

La richiesta deve partire da persone che versano in condizioni economiche difficili e necessitano di un alloggio in cui vivere pagando un canone di affitto agevolato. Il bando di assegnazione conterrà tutti i requisiti da soddisfare per l’inoltro della domanda. In generale si esige

  • che il richiedente non possieda altri alloggi o che la casa di proprietà sia inadeguata per le esigenze familiari,
  • di non essere stati sfrattati da una casa popolare negli ultimi cinque anni,
  • di non aver occupato abusivamente una casa popolare negli ultimi cinque anni,
  • la residenza nel territorio del Comune in cui di trova l’alloggio,
  • un reddito inferiore ad un determinato limite in proporzione al numero di componenti del nucleo familiare che varia anche in base alla presenza o meno di un membro con invalidità.

Come avere accesso alla casa popolare

L’accesso prevede la partecipazione al bando con l’inoltro di tutta la documentazione necessaria per dimostrare la reale esigenza di una casa con affitto agevolato. La dichiarazione ISEE è fondamentale per il requisito reddituale. Dovrà essere affiancata dalla copia del documento di identità e dalla marca da bollo del valore indicato nel bando del proprio Comune.

Una volta che la domanda è stata accettata, si verrà inseriti in una graduatoria pubblicata sia online che nella sede del Municipio. Così come ci sono condizioni preclusive, troviamo anche condizioni di priorità che fanno “scalare” la citata graduatoria. Parliamo della presenza nel nucleo di componenti con invalidità uguale o superiore al 66%, delle famiglie monoparentali, delle giovani coppie, dei lavoratori posti in mobilità.

Sarà compito del Comune contattare i cittadini in lista non appena una casa sarà disponibile. Una volta “dentro” si potrà vivere nell’alloggio pagando una cifra mensile non elevata. Sarà anche possibile riscattare l’abitazione ATER da parte degli assegnatari o familiari conviventi anche qualora l’assegnatario risultasse deceduto. Sarà un apposito bando a definire i dettagli di questa possibilità. Ricordiamo che una volta riscattata, l’abitazione non potrà essere venduta per minimo dieci anni e non prima di averla pagata interamente.

Ereditare il contratto è possibile?

Il quesito posto dal lettore presuppone un passaggio di contratto da madre in figlio mentre la prima è ancora in vita. Il diritto di riferimento è quello di subentro ma la Legge disciplina tale possibilità ipotizzando il decesso dell’assegnatario dell’alloggio ATER. Il familiare convivente può inviare una richiesta all’ente comunale che gestisce gli immobili pubblici per fare domanda di subentro nell’assegnazione ma solo in seguito al decesso dell’assegnatario. Non c’è nessun obbligo da parte del Comune di accogliere l’istanza specialmente se il richiedente non soddisfa i requisiti di accesso agli alloggi ATER.

Se la domanda sarà accolta, invece, si procederà con la voltura del contratto di locazione per permettere al subentrante di prendere il posto dell’assegnatario deceduto in tutte le obbligazioni. Coniugi e figli sono i primi beneficiari del diritto di subentro ma alcune amministrazioni allargano la platea ai parenti meno prossimi.

Ricapitolando, una volta che l’assegnatario muore è possibile per figli, coniugi o parenti conviventi (o meno a determinate circostanze) avanzare richiesta per subentrare nell’alloggio ATER al posto del familiare deceduto. L’istanza di subentro ha bisogno di un provvedimento di accoglimento esplicito – come stabilito dalla Corte di Cassazione. Non vale il silenzio-assenso. Trascorso un determinato lasso di tempo senza risposta ci si potrà rivolgere al Giudice civile per verificare il diritto alla richiesta di subentro.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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