È in atto una nuova emergenza sanitaria, a causa di numerosi casi di febbre di Marburg. Ecco la situazione e cosa sta facendo l’OMS.
Dopo le segnalazioni ricevute dal Governo della Guinea, l’OMS ha deciso di agire immediatamente, per evitare che i focolai si allarghino.
Ma cos’è questa malattia? Si tratta di qualcosa già noto agli scienziati oppure di un nuovo virus? Al momento, sappiamo che questa potrebbe essere un’epidemia più grave di quelle precedenti, perché il virus di Marburg ha già colpito in passato.
Si tratta di un virus contro il quale non esistono vaccini e che periodicamente fa la sua comparsa in alcune zone dell’Africa. Si tratta di un virus “parente” di Ebola e i suoi effetti sono devastanti, con una probabilità di morte che arriva all’88%.
Avevamo già parlato lo scorso luglio, della preoccupazione da parte dell’OMS per le future pandemie. Incredibilmente, le “profezie” si stanno avverando.
Il Marburg è un virus altamente infettivo, come affermano gli esperti. Si trasmette facilmente anche attraverso i liquidi corporei (saliva, urina, sangue e sperma) ma anche con il contatto diretto con persone infette e persino con superfici o oggetti contaminati (vestiti, lenzuola o strumenti medici).
Nei casi più letali la morte sopraggiunge anche solo dopo 8 giorni, a causa del grave stato di disidratazione e di emorragie innescate. Infatti i sintomi associati al Marburg sono proprio febbre, debolezza, vomito/diarrea con sangue.
Ad oggi, sappiamo che l’OMS è intervenuta subito dopo le prime segnalazioni arrivate dalla Guinea. Le notizie più recenti riportano di un decesso accertato e di altri 8 casi sospetti insieme ad altri 25 con febbre emorragica virale.
Le zone interessate sono il distretto di Kie-Ntem, che confina con il Camerun e il Gabon, presso il quale l’OMS ha già inviato un’equipe specializzata. La volontà è quella di fermare il prima possibile l’espansione dei focolai. A scopo cautelativo, è scattato l’allarme sanitario anche nel distretto di Mongomo: attualmente più di 4 mila persone sono in quarantena.
Il focolaio attuale della Guinea Equatoriale è uno dei più grandi degli ultimi 10 anni. Infatti nel 2012 in Uganda ne furono individuati 18 mentre in Angola nel 2004-2005 i casi furono oltre 250 e i morti almeno 225.
L’OMS sta inviando anche dei laboratori mobili e attrezzatura di protezione per oltre 500 tra medici e infermieri.
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