Nel conteggio dei limiti reddituali per ottenere la pensione di invalidità occorre considerare la casa di proprietà? La Corte di Cassazione interviene per rispondere al quesito.
Le pensioni di invalidità vengono erogate solamente ai cittadini con disabilità riconosciuta che rispettano determinati limiti reddituali.
La pensione di inabilità o invalidità civile viene erogata ai mutilati ed invalidi civili di età compresa tra i 18 e i 67 anni a condizione che abbiano una totale inabilità lavorativa e permanente pari al 100%. I soggetti con riconosciuta invalidità totale possono contare su una serie di agevolazioni come la fornitura gratuita di ausili e protesi, il collocamento mirato nel mondo del lavoro, l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario, la tessera di libera circolazione e così via. Condizione necessaria per accedere ai vari benefici tra cui la pensione di invalidità è soddisfare requisiti sanitari e amministrativi previsti dalla Legge. Inoltre, i richiedenti dovranno essere residenti stabilmente in Italia. Un accenno particolare merita l’aspetto del requisito reddituale di fondamentale importanza per capire quando spetta la prestazione.
Nello specifico è importante sapere se la casa di proprietà concorre alla formazione del reddito. Se così fosse tante persone resterebbero escluse dal beneficio.
La Corte di Cassazione è più volte intervenuta in merito al calcolo del reddito volto a capire la possibilità di accedere o meno a determinate prestazioni legate alla disabilità. Con specifico riferimento alle pensione di inabilità o invalidità per chi presenta un grado di incapacità lavorativa al 100%, la Corte di Cassazione ha stabilito nella sentenza numero 14026 dell’8 luglio 2016 che per il trattamento in questione non si considera la casa di proprietà.
Di conseguenza basterà tenere a mente questa importante esclusione e conoscere i limiti di reddito previsti per l’anno in corso per definire l’accesso o meno alla misura. Nel 2023 l’importo erogato per la pensione per invalidi civili è di 313,91 euro con soglia reddituale massima di 17.920 euro. Confrontando tali importo con quelli dell’anno 2022 – 292,55 euro l’importo erogato e 17.050,42 euro il limite di reddito – si nota un aumento che ricordiamo essere legato alla rivalutazione delle pensioni.
Il meccanismo di perequazione con adeguamento degli importi all’inflazione scatta all’inizio di ogni anno. Nel 2023 è stato fissato al 7,3% (inflazione stimata) anche se l’inflazione poi ufficialmente rilevata è risultata maggiore. La differenza verrà recuperata a fine anno con un conguaglio. Da gennaio, dunque, gli aumenti sono del 7,3% tranne per le pensioni minime. Il Governo, infatti, ha deciso di incrementare ulteriormente i trattamenti più bassi con un ulteriore 1,5%. Oltre agli importi sono stati alzati i livelli reddituali come abbiamo notato.
La sentenza indicata esplicita che le norme di riferimento sono la Legge 118 del 1971 articolo 12 e la Legge 153 del 1969, articolo 26. Risultano strettamente legate dato che la prima rinvia alla seconda per la definizione delle regole di accesso alla pensione di inabilità. E la seconda Legge con riferimento alle pensioni per ultra 65enni senza reddito afferma che dal computo del reddito sono esclusi gli assegni familiari nonché il reddito della casa di abitazione.
La normativa della pensione sociale se deve essere applicata alla pensione di inabilità comporta che anche per quest’ultima il conteggio della casa di residenza sia escluso. Questa la conclusione della Corte di Cassazione.
La sentenza 14026 non è l’unico caso un cui la Corte ha espresso tale giudizio. La correlazione tra pensione di invalidità e pensione sociale era già stata rilevata nella sentenza numero 4674 del 9 marzo 2015. E andando ancora indietro nel tempo il riferimento è alle sentenze 5479 del 2012, 14456 del 2012 e 20387 del 2013. Una storia giuridica che conferma la direzione presa sull’argomento in questione. Il reddito della casa di proprietà non deve essere conteggiato nella definizione del limite reddituale per l’accesso alla pensione di invalidità.
Concludiamo con una puntualizzazione importante in termini economici. La pensione per invalidi civili riconosciuti al 100% – se i requisiti di accesso dovessero risultate interamente soddisfatti – può essere incrementata con una maggiorazione di importo fissato a 386,27 euro al mese. Parliamo di un incremento che varia a seconda del reddito dichiarato.
Nell’anno in corso per accedere alla maggiorazione il pensionato solo dovrà avere un limite reddituale di 9.102,34 euro. Se coniugato, invece, il limite reddituale cumulativo sarà di 15.644,85 euro, quello personale del richiedente sempre di 9.102,34 euro.
Nella somma dei redditi vengono conteggiati tutti i redditi da lavoro autonomo e dipendente – anche occasionale o a tempo parziale- e le borse lavoro, le pensioni previdenziali incluse quelle di reversibilità, le pensioni di invalidità, sordità e cecità. Non concorrono alla formazione del reddito, invece, le pensioni di guerra, le indennità di accompagnamento e il reddito della casa di abitazione.
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