Nuova bomba sul Superbonus con la decisione dello stop di tutte le cessioni del credito e il divieto di acquisto delle Pubbliche Amministrazioni.
Il Governo è pronto a far entrare immediatamente in vigore un apposito Decreto Legge. Scopriamo cosa accadrà al Superbonus fin da oggi.
Siamo nuovamente qui a parlare del Superbonus anzi di un nuovo disastro del Superbonus. La misura è partita con il piede sbagliato tre anni fa e da allora ha creato tanti problemi e poche soluzioni. Chi è riuscito ad approfittare del 110% senza andare incontro ad ostacoli deve considerarsi molto fortunato. Il Bonus edilizio ha talmente tanti cavilli, regole, direttive che riuscire a portare a termine l’intera procedura senza commettere nessun passo falso risulta quasi impossibile. E poi ci sono le difficoltà legate alla cessione del credito, più volte bloccata nel corso degli anni. La situazione sembrava essersi stabilizzata dopo l’ultima ripresa tra fine estate ed inizio autunno 2022 ma ora il Superbonus è di nuovo in bilico. Da ieri 16 febbraio il Governo ha optato per lo stop delle cessioni con Decreto Legge subito in vigore per risolvere i problemi dei conti. Capiamo meglio cosa sta succedendo.
Tutte le cessioni dei crediti devono essere bloccate. E non parliamo unicamente del Superbonus ma di tutti i Bonus edilizi. Una novità che fa male, una decisione che si legge nel Decreto in materia di crediti fiscali approvato in Consiglio dei Ministri. Ora è approdato alla Camera per essere esaminato in seguito alla pubblicazione più veloce della storia in Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo è scattato immediatamente il divieto di acquisti per le PA.
La decisione si è resa necessaria per porre la parola fine al grande disordine creatosi negli scorsi mesi all’interno del mercato dei crediti fiscali riguardanti i lavori edili. Le norme sulla cessione dei crediti si sono nuovamente dimostrate sbagliate o quantomeno incomplete. Da qui l’urgenza di correggere le regole con inserimento nel Decreto del 16 febbraio 2023 dello stop a tutte le cessioni del credito tranne per gli interventi già avviati, naturalmente.
Oltre allo stop della cessione dei crediti fiscali, il Governo ha intrapreso altre due strade. La prima impone lo stop delle operazioni di acquisto dei crediti da parte delle Regioni e degli Enti pubblici. Siamo all’interno del Perimetro PA con Regioni, Comuni, Province ed Enti che non possono più acquistare crediti in riferimento a lavori di ristrutturazione edile. Tale decisione interrompe tante iniziative di diversi Comuni che volgevano in senso contrario.
C’è poi la questione della limitata responsabilità dei fornitori. Tale tematica è stata affrontata in precedenza nella circolare 33/E dello scorso ottobre. L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato la responsabilità limitata per i fornitori che applicano lo sconto in fattura nonché per i cessionari dei crediti. L’aver acquisito una serie di documenti – notifica della ASL, titoli edilizi, visure catastali, foto e video degli interventi effettuati, asseverazioni, visti – esclude che i soggetti possano incorrere in una condotta negligente. Questa esclusione riguarda anche i correntisti che acquistano dalle banche. Tale indicazione elimina dubbi e problemi che avevano portato le banche ad evitare di assorbire e scontare i crediti. Ora potranno farlo senza preoccuparsi di incorrere nella responsabilità solidale.
Avere lo stop della cessione dei crediti significa poter ricorrere al Superbonus e ai Bonus fiscali solamente con detrazione d’imposta. Comuni, Regioni e Province, poi vedono bloccare iniziative che avrebbero avuto un impatto diretto sul debito pubblico. La decisione si è rivelata necessaria, spiega Giorgetti, proprio per risolvere i disastri creati in precedenza. Sconti in fattura da 105 miliardi di euro e banche che non hanno alcuna possibilità di acquistare nuovi crediti avendo finito lo spazio fiscale.
La cessione rimarrà possibile solo per coloro che hanno già presentato la CILA tenendo conto di tutte le indicazioni stabilite nel Decreto Aiuti Quater. Giorgetti, infatti, sottolinea che ad essere toccato non è il Superbonus bensì il meccanismo della cessione dei crediti che anche Draghi lo aveva riconosciuto come disegnato senza discrimine e discernimento.
Il DL numero 11 del 2023 stabilisce che il blocco delle cessioni non debba essere applicato alle spese sostenute per gli interventi ammessi al Superbonus per cui entro ieri, 16 febbraio,
Con riferimento agli altri Bonus edilizi, invece, lo stop non è previso qualora
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