Il blocco delle cessioni dei crediti e dello sconto in fattura per i Bonus edilizi ha rappresentato una batosta per tanti cittadini intenzionati a sfruttare questa strada.
Cosa rimane ai condòmini e a chiunque volesse ristrutturare l’abitazione? Solamente la detrazione ora che il Governo ha bloccato le cessioni e lo sconto in fattura.
Pochi giorni fa abbiamo imparato che quando c’è la volontà ci si mette un attimo a ideare un Decreto Legge, pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale e farlo entrare in vigore. Lo scorso 16 febbraio 2023 è arrivata la svolta per il Superbonus e tutti i Bonus edilizi. Un fulmine a ciel sereno per chi opera nell’edilizia, per le imprese e le famiglie. Si cambia registro, niente più sconto in fattura o cessione dei crediti. L’unica via per recuperare parte dei soldi spesi sarà la detrazione fiscale. Tale direttiva vale per tutti i lavori iniziati (con presentazione della CILA o SCIA) dall’entrata in vigore del DL del 16 febbraio, soprannominato Decreto blocca-bonus o blocca-cessioni. Tre semplici articoli che modificano significativamente l’accesso al Superbonus e agli altri Bonus edilizi. Oggi i cittadini notano prevalentemente gli svantaggi di questa decisione. Scelta, che, ricordiamo, è stata presa dall’esecutivo per recuperare 30 miliardi di euro da destinare alla Riforma delle pensioni con modifiche fiscali e previdenziali.
Il DL pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio 2023 si chiama “Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del Decreto Legge 19 maggio 2020, numero 34, convertito con modificazioni dalla Legge 17 luglio 2020 numero 77“. Gli articoli presenti sono tre. L’articolo uno stabilisce modifiche alla disciplina riguardante la cessione del credito e lo sconto in fattura. Il secondo comporta modifiche in materia di cessione dei crediti fiscali e il terzo articolo ne stabilisce l’entrata in vigore (il giorno successivo, 17 febbraio).
Il Decreto non comporta cambiamenti per coloro che hanno avviato i lavori prima dell’entrata in vigore della Legge. Potranno, dunque, continuare ad usufruire della cessione del credito i proprietari di immobili e condomini che hanno presentato la CILA (o la SCIA) prima del 17 febbraio 2023. I crediti fiscali potranno continuare ad essere monetizzati secondo le tre modalità previste ossia detrazione fiscale nella Dichiarazione dei Redditi, sconto in fattura e cessione del credito a terzi. Detrazioni che, ricordiamo, variano in base al Bonus edilizio scelto dal 50 al 90% (rari casi ancora al 110%).
I cittadini che hanno agito per tempo approfittando ancora della cessione del credito potranno contare su un vantaggio. Il Decreto è intervenuto sulla responsabilità dei cessionari escludendo la possibilità di colpa grave o dolo qualora si acquisisca una specifica documentazione. Dall’asseverazione al visto di conformità, dalle fatture e scontrini delle spese effettuate al titolo edilizio abilitativo, dalla visura catastale ante operam alla notifica preliminare dell’avvio dei lavori.
Cosa significa questo per i cittadini? Semplificare la cessione del credito – sempre che si rientri tra coloro che possono ancora averla. Attenzione, però, alla reazione delle banche davanti allo stravolgimento. Ancora non sappiamo cosa potrebbe accadere.
Chi ha iniziato la ristrutturazione del condominio prima del 17 febbraio ha potuto scegliere tra detrazione, sconto in fattura e cessione dei crediti. Con la detrazione si recuperano i soldi nella Dichiarazione dei Redditi con ripartizione in quattro anni minimo di rate di pari importo. Lo sconto in fattura, invece, prevede che l’impresa anticipi i pagamenti per conto del cliente. Sarà l’impresa, poi, a cedere i crediti con stesse modalità e costi al soggetto scelto dal committente. Infine, la cessione permette il trasferimento dei crediti privati a privati, imprese, banche. Tale cessione deve essere realizzata entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui le spese sono state effettuate.
I cittadini che hanno avviato o avvieranno i lavori dopo il 17 febbraio hanno una sola opzione di monetizzazione dei crediti, la detrazione diretta. Ciò significa rinunciare a diversi vantaggi. Spieghiamo tramite esempio. Un committente deve realizzare lavori nel 2023 e dovrà recuperare con il Superbonus 110% 440 mila euro considerando 20 mila euro di imposte IRPEF. La somma potrà essere detratta in 4 anni ossia 110 mila euro all’anno. Ventimila euro potranno essere recuperati non pagando le imposte rendendole pari a zero in dichiarazione ma le rimanenti 90 mila euro verranno perse.
Non solo il Superbonus è coinvolto nel blocco delle cessioni dei crediti ma anche altri Bonus edilizi. Parliamo del Sismabonus con detrazione al 90% nel 2023 con ripartizione delle rate in cinque anni, dell’Ecobonus con detrazione del 50% su una spesa massima di 60 mila euro o del 65% per specifici interventi di riqualificazione energetica (collettori solari, pompe di calore, generatori di aria calda a condensazione) e del Bonus Ristrutturazione da spalmare in dieci anni, con detrazione del 50% sugli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo.
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