Le malattie gastroenterologiche possono essere anche molto gravi. Per questo motivo, a determinate condizioni, ai pazienti spetta l’assegno di invalidità.
Per le patologie che comportano un grado di invalidità pari o superiore al 67%, e che, dunque, sono estremamente invalidanti, l’INPS concede, oltre ai classici benefici previsti dalla Legge 104, anche l’erogazione di un sussidio economico.
Il cd. assegno di invalidità è una prestazione economica, riconosciuta ai richiedenti che hanno una capacità lavorativa ridotta a meno di 1/3, per via di un’infermità fisica o mentale.
Tra i disturbi che danno accesso all’agevolazione ci sono anche quelli che colpiscono l’apparato gastro-digerente e che possono causare danni irreversibili. Scopriamo, quindi, quali sono queste malattie e come presentare domanda per l’assegno di invalidità.
Consulta anche il seguente articolo: “Assegno di invalidità civile e requisiti indispensabili per ottenere il bonifico dall’INPS“.
A seconda della specifica malattia posseduta, al paziente viene riconosciuta una determinata percentuale di invalidità e, di conseguenza, benefici e sussidi economici. Nel dettaglio:
Se tali patologie ostacolano il normale svolgimento delle attività quotidiane, a causa dell’insorgenza di complicazioni gravi, vengono classificate come malattie invalidanti, per le quali si può ottenere l’assegno di invalidità.
Il primo passo, quindi, è rivolgersi ad un medico specialista ed effettuare tutti i controlli clinici richiesti, per giungere ad una diagnosi tempestiva.
Possono presentare richiesta per l’assegno di invalidità le seguenti categorie di lavoratori:
Il sussidio decorre a partire dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui viene inoltrata la domanda, qualora ricorrano tutti i presupposti sanitari e amministrativi.
La validità della prestazione è di 3 anni ma, prima della data di scadenza, il beneficiario può presentare richiesta di rinnovo. Dopo tre rinnovi consecutivi, poi, l’assegno è prorogato in automatico, salvo la possibilità di richiederne la revisione.
I titolari possono continuare a svolgere attività lavorativa e, al raggiungimento dell’età pensionabile, se ricorrono tutti i requisiti, l’assegno di invalidità si trasforma d’ufficio in pensione di vecchiaia. A tal riguardo, non perdere il seguente approfondimento: “Dall’assegno invalidità alla pensione di vecchiaia: occorre inoltrare domanda? Tutto quello che c’è sapere“.
La cifra dell’assegno di invalidità è calcolata tramite il sistema di calcolo misto. È, quindi, composta da una quota determinata attraverso il sistema retributivo ed una quota stabilita con il sistema contributivo; se, invece, il lavoratore ha cominciato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996, solo tramite il sistema contributivo.
La richiesta per l’eprgazione dell’assegno di invalidità può essere presentata secondo una delle seguenti modalità:
Il richiedente deve allegare alla domanda il cd. Modello SS3. Si tratta di un certificato che il medico curante ha l’obbligo di inviare telematicamente all’Istituto di previdenza, per ottenere il riconoscimento dell’invalidità dell’assistito. Senza tale documentazione, dunque, non si può beneficiare della prestazione economica.
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