L’importo dell’Assegno Unico diventerà più basso non inviando in tempo la DSU, Dichiarazione Sostitutiva Unica. Non rimane molto tempo.
Entro il 28 febbraio 2023 si dovrà inoltrare all’INPS la DSU oppure si perderanno i soldi spettanti con l’Assegno Unico Universale.
Un anno fa si attendeva la prima erogazione dell’Assegno Unico per figli a carico fino ai 21 anni. Sono quasi passati già dodici mesi ed è arrivato il momento di adempiere ai propri doveri. Come tutti sapranno, l’importo spettante ogni mese è strettamente connesso all’ISEE. In base al valore dell’Indicatore della Situazione Equivalente Unica si verrà assegnati ad una fascia specifica. Ebbene a questa fascia corrisponderà un esatto importo erogato mensilmente dall’INPS. Tra i 50 e i 175 euro a cui si aggiungono le maggiorazioni previste nel 2023 con riferimento all’inflazione. Perché rinunciare a ricevere quanto spettante? Chi non invia la Dichiarazione Sostitutiva Unica – e dunque l’ISEE – verrà automaticamente inserito nella fascia più alta ricevendo, così, l’importo minimo. I soldi potranno essere poi recuperati successivamente – a condizione che si calcoli l’ISEE – ma per evitare entrate minori a marzo è bene agire tempestivamente. La scadenza è fissata, infatti, per il 28 febbraio.
Entro il 28 febbraio si dovrà inviare la DSU per non perdere gli aumenti sull’Assegno previsti a partire dal mese di marzo. La Dichiarazione può essere presentata in autonomia accedendo al portale dell’INPS tramite credenziali digitali oppure avvalendosi dell’aiuto dei patronati. In alternativa si potrà utilizzare il Contact Center (06 164 164 da mobile o 803 164 da fisso) oppure il nuovo servizio INPS Mobile scaricando l’App sul cellulare. Attenzione alla compilazione, un solo errore o dimenticanza potrebbe voler dire sanzioni qualora l’Istituto rilevasse inadeguatezze. Sbagliare l’ISEE non è ammissibile dato che dal suo valore dipende l’accesso a tante agevolazione e Bonus. Tra le prestazioni troviamo anche l’Assegno Unico Universale. La somma percepita dipenderà dall’ISEE e dal numero di figli a carico nonché dalla presenza di figli maggiorenni o minorenni, di figli con invalidità, di entrambi i genitori lavoratori o di madri single.
Senza inviare l’ISEE, l’importo di marzo sarà conteggiato partendo dalle cifre minime assegnabili. Si potranno sempre recuperare i soldi mancanti inviando la DSU entro il 30 giugno. Superando anche questa seconda scadenza, invece, gli arretrati non si potranno più recuperare dato che gli aumenti verranno calcolati solamente sulle nuove erogazioni (sempre a condizione che si presenti la Dichiarazione).
La DSU deve essere aggiornata sempre. Sia in caso di nuova domanda di Assegno Unico sia continuando a ricevere la prestazione in automatico. Ricordiamo, infatti, che dal 1° marzo 2023 la misura sarà erogata d’ufficio se già percepita dalla famiglia nel periodo 1° marzo 2022/28 febbraio 2023. La domanda dovrà, dunque, essere inoltrata unicamente da coloro che non hanno mai beneficiato dell’Assegno Universale oppure che hanno visto l’istanza respinta, revocata o decaduta.
L’erogazione d’ufficio è possibile perché l’INPS attingerà ai dati già presenti in archivio. Solamente in presenza di variazioni significative il cittadino sarà tenuto a mettere nuovamente mano alla domanda.
Come le pensioni, anche gli importi dell’Assegno Unico Universale sono oggetto di rivalutazione annuale con riferimento all’inflazione. Il tasso riscontrato nel 2023 è dell‘8,1% – la stima si fissava a 7,3% – e di conseguenza le somme erogate dovranno essere incrementate di questa percentuale durante l’anno in corso.
Siamo ancora in attesa della Circolare INPS in cui potremo leggere i nuovi importi 2023 in seguito alla rivalutazione. Ipotizzando che si basino sulla variazione dell’8,1% dell’indice dei prezzi a consumo rilevata dall’INPS possiamo stimare un aumento tra i 4 euro circa per un importo di 50 euro e i 14 euro circa per le erogazioni di 175 euro. Fino a 16.215 euro, dunque, si dovrebbero ricevere 189 euro, fino a 21 mila circa 162 euro, fino a 27 mila euro 135 euro, fino a 32 mila euro 108 euro, fino a 37 mila euro 81 euro e oltre 43 mila euro 54 euro.
Avrete notato come i limiti superiori e inferiori delle fasce ISEE non siano più 15 mila e 40 mila euro bensì 16.215 euro e 43.240 euro. Questo sempre per effetto della rivalutazione. Stesso discorso, infine, per le maggiorazioni che dovrebbero avere importi più alti da marzo 2023. Parliamo degli incrementi degli importi per le famiglie numerose oltre che per i casi citati in precedenza (genitori entrambi lavoratori, figli con disabilità, madri single). Il Governo ha aggiunto, poi, con la Legge di Bilancio 2023 nuove maggiorazioni per le famiglie con bimbi di età inferiore ad un anno, per le famiglie con più di quattro figli e per i nuclei familiari con tre figli a condizione che l’ISEE sia inferiore a 40 mila euro.
Per non perdere gli aumenti a partire da marzo 2023 occorre inviare entro il 28 febbraio la Dichiarazione Sostitutiva Unica e, dunque, l’ISEE. Tardando bisognerà attendere per ricevere gli arretrati e gli incrementi legati all’inflazione. Vi lasciamo con un’ultima puntualizzazione riguardante un chiarimento dell’INPS con riferimento alle famiglie vedovili. Nel caso di decesso del genitore lavoratore durante l’annualità di erogazione dell’Assegno, la prestazione continuerebbe ad essere fruibile fino al termine dell’annualità della misura stessa.
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