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Congedo straordinario con legge 104, quando la nuora può richiederlo: incredibile!

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Il congedo straordinario della durata massima di due anni può essere richiesto dai caregiver che assistono familiari con Legge 104. Ci sono delle condizioni da rispettare.

Scopriamo che regole che disciplinano il congedo straordinario per capire quando anche la nuora ha diritto ad assentarsi dal luogo di lavoro fino a due anni.

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Tra le misure di assistenza previste per le persone con invalidità grave e i familiari che se ne prendono cura troviamo i permessi di tre giorni e il congedo straordinario. L’obiettivo è permettere ai lavoratori o caregiver di assentarsi dal posto di lavoro ricevendo ugualmente la retribuzione. Il dipendente con disabilità può sfruttare i tre permessi mensili, ad esempio, per effettuare visite specialistiche mentre il caregiver può richiedere il congedo per assistere il familiare in caso di peggioramento dello stato di salute dell’assistito. Tra le due prestazioni ci sono sostanziali differenze a partire da chi può avanzare la richiesta. Sia lavoratori invalidi che caregiver nel primo caso, solo i caregiver nel secondo. Fondamentale, poi, la questione convivenza. La domanda di permesso non è strettamente legata alla coabitazione mentre quella di congedo sì.

Tanti punti da chiarire, dunque, per poter rispondere alla domanda di una lettrice. “Sono la nuora non convivente di una invalida e usufruisco dei tre giorni di permesso 104. Vorrei chiedere il congedo straordinario con domicilio temporaneo, lavoro nel pubblico, posso ottenerlo?“.

Congedo straordinario, se la richiesta viene dalla nuora è concessa?

Il congedo straordinario viene concesso secondo un’ordine di priorità. Significa che lo Stato ha stilato un elenco di persone che possono richiedere la prestazione seguendo, però, l’ordine di riferimento. Solo venendo a mancare oppure essendo assente il familiare in cima alla lista si potrà passare la richiesta al secondo nome della lista. Mancando questo si procederà con il terzo familiare e così via.

I primi a poter avanzare domanda sono il coniuge e la parte dell’unione civile del disabile. Non dovessero esserci la misura sarà richiedibile dai genitori dell’invalido – anche adottivi o affidatari. Si passerà, poi, ai figli qualora mancassero sia il coniuge che la parte dell’unione civile che i genitori. Seguono i fratelli e le sorelle e, infine, i parenti e affini fino al terzo grado. Qui ritroviamo la nuora considerata affine di primo grado. Per avanzare richiesta, però, tutti i parenti che la precedono nella lista dovranno essere mancanti, deceduti o invalidi anch’essi.

Inoltre, secondo la Legge la richiesta è legata ad un’altra fondamentale condizione. Tutti i familiari citati, nessuno escluso, dovranno essere conviventi con la persona disabile. La convivenza, dunque, è un requisito chiave. Dovesse esserci, ad esempio, un nipote convivente e un figlio non convivente sarà il primo a poter usufruire del congedo straordinario. Se il figlio, però, dovesse decidere di andare a vivere con il genitore invalido durante tutto il periodo di sfruttamento del congedo allora avrebbe la priorità sul nipote del disabile.

Quando la convivenza non è necessaria

La lettrice che ci ha posto il quesito per poter capire se può richiedere il congedo straordinario dovrà, dunque, escludere la presenza dei familiari con un ordine di priorità più elevato del suo. Poi si potrà occupare della questione convivenza. Nella domanda ha parlato di domicilio temporaneo, cosa significa?

La normativa prevede tre eccezioni all’obbligo di convivenza. Essere un genitore della persona con disabilità, abitare nello stesso palazzo dell’invalido (steso indirizzo e numero civico, dunque, ma interno differente) oppure richiedere la residenza temporanea di dodici mesi. Quest’ultima opzione è possibile quando assistito e chi assiste vivono in Comuni differenti.

La residenza ha una scadenza ossia dura dodici mesi. Il congedo, dunque, dovrà durare solo un anno o, in caso contrario, occorrerà spostare la propria residenza e risultare convivente con l’invalido per continuare ad usufruire della prestazione. Rispettando tali condizioni anche la nuora potrà usufruire del congedo straordinario. Ma vediamo come inoltrare la richiesta da dipendente pubblica.

Procedura di domanda di congedo straordinario

L’iter è differente tra dipendente del settore privato e pubblico. I lavoratori privati sono più agevolati dovendo affrontare una semplice procedura telematica. Basterà accedere alla sezione dedicata sul portale dell’INPS con le proprie credenziali digitali. In caso di difficoltà si potrebbe chiedere l’aiuto dei Patronati oppure chiamare il Contact Center al numero 803 164 (da fisso) o 06 164 164 (da mobile).

Per i dipendenti pubblici la richiesta richiede più passaggi. La domanda dovrà essere inoltrata all’amministrazione o all’ente di appartenenza. Non c’è un modulo prestampato a cui fare riferimento per le domanda. Sarà il lavoratore stesso a dover autonomamente compilare la richiesta indicando lo stato di handicap grave del familiare assistito, il grado di parentela, i dati anagrafici propri e dell’assistito, la convivenza (o la residenza temporanea) con il disabile. La domanda dovrà allegare anche il certificato attestante l’invalidità. Entro sessanta giorni si conoscerà l’esito dell’istanza. Tempi piuttosto lunghi che spesso scavalcano la data di congedo richiesta dal lavoratore. Per questo motivo è consigliabile per i dipendenti pubblici inviare la domanda con largo anticipo in modo tale da evitare brutte sorprese.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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