La pensione integrativa ha il vantaggio della deducibilità fiscale dei contributi versati al fondo pensionistico dal reddito assoggettabile a IRPEF dichiarato ogni anno.
I partecipanti di un fondo pensione sono gratificati dallo Stato attraverso agevolazioni fiscali, per motivare l’accesso alla pensione integrativa a quella pubblica.
La pensione integrativa è riconosciuta dopo il perfezionamento dei requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia (per il 2023: 67 anni di età e minimo 20 anni di contributi). Per poter accedere alla pensione integrativa bisogna almeno versare almeno 5 anni di contributi in un fondo pensione complementare
La contribuzione versata annualmente nel proprio fondo pensionistico è associata al rendimento sul capitale stanziato e impiegato. I versamenti vengono sottratti dal reddito dichiarato prima dell’applicazione dell’aliquota progressiva prevista, generando così meno imposte da versare.
Il limite di deducibilità fiscale è pari a 5.164,57 euro annui, fino a tale limite i contributi versati si possono portare in deduzione.
L’Irpef è l’imposta sul reddito delle persone fisiche che si applica sul reddito complessivo del contribuente residente in Italia. L’Irpef è data dalla somma dei redditi:
I redditi che non sono assoggettabili all’IRPEF sono quelli che rientrano nella no tax area, cioè quelli:
In questi limiti non vi è contribuzione fiscale e quindi non ci sono nemmeno detrazioni e deduzioni fiscali.
La deducibilità fiscale dei contributi versati al fondo pensione è un incoraggiamento all’adesione, di fatti grazie a ciò:
Il reddito è suddiviso in tante parti per quanti sono gli scaglioni nel loro totale e ad ognuno corrisposta un’aliquota diversa. Gli scaglioni e le aliquote sono così suddivisi:
Il reddito viene scomposto in molte parti per quanti sono gli scaglioni conteggiati nel loro complessivo e ad ognuno viene applicata l’aliquota di riferimento. Per il reddito fruttato per l’anno 2022 viene applicata la nuova IRPEF.
Ad esempio, per un reddito lordo complessivo pari a 25.000 euro, 15.000 euro vengono calcolati con l’aliquota del primo scaglione (23%), la restante parte 10.000 sono calcolati in base all’aliquota del 25%.
Quindi: (15.000 x 23%) + (10.000 x 25%) = 3450 + 2500 = 5.950 Totale imposte
Un altro esempio è quello in caso si ha un reddito lordo totale di 40.000 euro, 15.000 euro sono calcolati con l’aliquota del 23%, i 13.000 (28.000 euro – 15.000 euro) sono applicati con l’aliquota del 25% e i restanti 12.000 euro (40.000 euro – 28.000 euro) calcolati con l’aliquota del 35%.
Cioè: (15.000 x23%) + (13.000 x 25%) + (12.000 x 35%) = 3450+3250+4200= 10.900 imposte totali.
Per la deducibilità della previdenza integrativa, ai fini del calcolo IRPEF, analizziamo come funziona riprendendo come riferimento il reddito lordo di 25.000 euro del primo esempio. In caso di versamento di 1.500 euro nel fondo pensione il reddito imponibile diminuisce, cioè:
25.000 – 1.500 = 23.500 reddito imponibile
(15.000 x 23%) + [(23.500-15.000) x 25%] =
3450 + (8500 x 25%) =
3450+2125= 5575 imposte
Il risparmio, dunque, è di 375 euro (5950-5575) rispetto al primo esempio.
Prendendo invece i dati del secondo esempio con un reddito lordo complessivo di 40.000 euro e un versamento nel fondo pensione di 3.000 euro:
40.000-3.000 =37.000 reddito imponibile
(15.000 x 23%) + [(28.000 -15.000) x 25%] + [(37.000-28.000)x35%]=
3450+3250+3150=9850 imposte
Il risparmio è pari a 1050 euro rispetto al secondo esempio (10900-9850).
La pensione può essere anticipata di almeno 5 – 10 anni, senza aspettare quindi i 67 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia, attraverso la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).
L’argomento è stato trattato in un nostro articolo che evidenzia tutte le possibilità per accedere alla RITA: Requisiti Rendita Integrativa Temporanea Anticipata
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