Il Reddito di Cittadinanza è stato stravolto dalla Legge di Bilancio 2023. Chi potrà beneficiare della prestazione e per quanto tempo?
I cittadini dovranno dire progressivamente addio al Reddito di Cittadinanza.
Quel che è certo, al momento, è che il sussidio verrà erogato solo per i prossimi 10 mesi; per il 2024, infatti, ne è prevista l’abolizione e la sostituzione con nuovi strumenti di contrasto alla povertà. Per l’anno in corso, invece, la novità più rilevante riguarda la riduzione della misura a 7 mesi, per i percettori che sono in grado di lavorare.
Scopriamo, dunque, chi può continuare a beneficiare del Reddito di Cittadinanza e secondo quali modalità.
Una Lettrice ha inviato il seguente quesito:
“Salve, a fine febbraio dovrei chiedere il Reddito di Cittadinanza. Mi chiedo, durerà sempre fino a luglio oppure fino ad agosto? Ho, inoltre, un figlio di 7 anni e sono occupabile insieme a mio marito. Il sussidio durerà 7 mesi o 12 mesi? Grazie.”
La nuova Legge di Bilancio ha stabilito che la durata massima del Reddito di Cittadinanza, a partire dal 1° gennaio 2023, sarà di 7 mesi. Potranno, invece, continuare a percepire il sussidio per 18 mesi, i nuclei familiari con minori, disabili a carico o soggetti con età pari o superiore ai 60 anni. Per quanto riguarda la durata, dunque, chiariamo alla nostra Lettrice che, con un figlio di 7 anni, potrà continuare a beneficiare del Reddito per tutto il 2023.
Ci sono, però, delle precise regole che dovranno essere rispettate dai percettori cd. “occupabili”, come la nostra gentile Lettrice ed il marito.
Consulta anche il seguente articolo: “Reddito di Cittadinanza, chi può richiederlo (ancora per poco): la verità“.
Dal 1° gennaio 2023:
Un’altra novità molto importante riguarda l’interruzione dell’erogazione del Reddito di Cittadinanza dopo il rifiuto della prima offerta di lavoro (a tal riguardo, è stata eliminata la definizione di offerta di lavoro “congrua”).
Sono stati aboliti, inoltre, il patto per il lavoro e di inclusione sociale, mai realmente messi in atto.
Le ragioni alla base di tali cambiamenti sono soprattutto di natura economica, perché si stima che, in tal modo, ci sarà un risparmio di circa 950 milioni di euro.
Ricordiamo alla nostra Lettrice che nell’ipotesi di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente, il reddito da lavoro non si considera per la determinazione del beneficio, se non supera la soglia massima di 3 mila euro lordi. I redditi maggiori di tale limite, invece, dovranno essere comunicati all’INPS.
Infine, i datori di lavoro privati che, nel 2023, stipulano un contratto di lavoro a tempo indeterminato con i titolari del Reddito di Cittadinanza, sono del tutto esonerati dal pagamento dei contributi previdenziali a loro carico.
Rimangono, invece, invariati i requisiti di accesso al sussidio, i limiti ISEE, la modalità di calcolo degli assegni e di pagamento. Per ulteriori informazioni, leggi il seguente articolo: “Reddito di Cittadinanza, i nuovi requisiti reddituali per chi si trova in questa situazione“.
Come già accennato, la nuova Legge di Bilancio stabilisce l’abrogazione della norma istitutiva del Reddito di Cittadinanza e, dunque, nessuno potrà continuare a percepire il beneficio.
Per i nuclei familiari che versano in particolari condizioni di disagio, tuttavia, il Governo sta ideando un diverso sussidio di contrasto alla povertà, che dovrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno.
Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe trattarsi di un ausilio economico rivolto solo alle famiglie numerose in cui vi siano membri non occupabili. Per gli occupabili, invece, dovrebbe essere approvato un nuovo piano di inserimento nel mondo lavorativo, senza l’erogazione di un reale contributo economico ma solo di un supporto per il ricollocamento.
Per maggiori dettagli, tuttavia, bisognerà attendere l’emanazione di ulteriori provvedimenti, nel corso del 2023.
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