Con l’Opzione Dini è possibile ottenere il calcolo della pensione col sistema contributivo puro. Quando conviene?
L’Opzione Dini (o Opzione contributiva) è un istituto che consente, a chi ha maturato determinati requisiti anagrafici e contributivi, di applicare il metodo di calcolo interamente contributivo all’assegno pensionistico.
Possono beneficiare di tale misura i contribuenti iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) e ai Fondi sostitutivi ed esclusivi della stessa. Vediamo, dunque, quali sono le condizioni richieste dalla normativa e per quale motivo un lavoratore dovrebbe scegliere il ricalcolo contributivo, anziché misto.
Non perdere il seguente approfondimento: “In pensione a 64 anni, l’opzione Dini è la soluzione più idonea se si hanno pochi contributi“.
Un Lettore ha inviato in Redazione il seguente quesito:
“Salve, ho 37 anni lavoro di cui 6 prima del 1995 e compirò 64 anni il prossimo gennaio. Posso usufruire dell’Opzione Dini? Se sì, con quale penalizzazione? Grazie.”
I requisiti da possedere per l’Opzione Dini sono i seguenti:
Il nostro Lettore possiede tutti i requisiti contributivi richiesti; qualora rispettasse anche il requisito dell’importo dell’assegno pensionistico, avrebbe accesso all’Opzione Dini, con 64 anni di età. Attenzione, però, però, perché la conseguenza della scelta di tale istituto è il calcolo esclusivamente contributivo della pensione. Non avrà più diritto, dunque, al calcolo retributivo (più favorevole), per i versamenti precedenti al 1996. Consigliamo, quindi, di ponderare bene la propria scelta e capire quale sia quella effettivamente più conveniente.
Dobbiamo sottolineare, tuttavia, che l’esercizio di tale Opzione serve solo per calcolare l’assegno pensionistico col contributivo, ma non consente l’accesso alla pensione riservata ai contributivi puri, con 64 anni di età. Di conseguenza, l’Opzione Dini non consente di smettere di lavorare prima, ma è sempre necessario il raggiungimento dei 67 anni di età e dei 20 anni di contribuzione.
In riferimento all’Opzione Dini, purtroppo, c’è molta confusione. Il presupposto di almeno 15 anni di contributi per fruire della misura non va assolutamente confuso con il requisito di accesso al pensionamento, che rimane 20 anni e che deve sempre essere accertato. Tale istituto, quindi, non concede uno sconto contributivo di 5 anni.
L’unica conseguenza di tale scelta è il mutamento del sistema di calcolo della prestazione, da misto a contributivo puro, ma ciò non toglie la necessità che debbano intervenire tutti gli altri presupposti. L’unico modo per smettere di lavorare con un’anzianità contributiva minore di 20 anni è rientrare in una delle cd. Deroghe Amato. A tal riguardo, consulta il seguente articolo: “In pensione con solo 15 anni di contributi è incredibile ma vero, la soluzione è questa“.
L’istituto ha concesso, in passato, di smettere di lavorare con soli 15 anni di contributi, per mezzo delle cd. “salvaguardie”, introdotte dopo la Legge Fornero. Esse consentivano l’accesso al pensionamento in base ai requisiti in vigore prima della Riforma Fornero. L’ultima salvaguardia, tuttavia, è terminata nel 2021 e, per usufruirne, bisognava raggiungerne le condizioni e presentare relativa domanda entro un certo periodo di tempo.
In alcuni casi, l’Opzione contributiva può comportare dei vantaggi, ad esempio, quando non si riescono a maturare tutti i requisiti per il pensionamento ordinario. Per mezzo di tale meccanismo, inoltre, le donne potrebbero accedere all’anticipo sull’età pensionabile di 4 mesi per ciascun figlio avuto, fino ad un massimo di 1 anno.
In definitiva, l’Opzione Dini non consente di raggiungere il pensionamento con meno di 20 anni di contribuzione, ma solo di scegliere il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo, anche per il periodo precedente il 1° gennaio 1996. È sempre necessario, quindi, maturare 20 anni di contribuzione.
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