Tra le varie novità ed aggiornamenti disposti, la manovra 2023 ha introdotto una nuova proroga dell’Ape Sociale, detto “Anticipo pensionistico”, valevole per il solo anno in corso.
L’Ape Sociale consiste in una forma di pensionamento agevolato, che merita sicuramente di essere riepilogata nelle sue caratteristiche clou.
Alla luce di quanto previsto nel 2023, vediamo allora i tratti salienti dell’Ape Sociale, in modo da dettagliare i vantaggi del meccanismo.
Di fatto l’Ape Sociale consiste in un’indennità che consente di ritirarsi dal mondo del lavoro anteriormente ai 67 anni. Con l’Ape Sociale, appunto ‘anticipo pensionistico’, i richiedenti sono così accompagnati fino all’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni).
Peculiarità dell’Ape Sociale è che – potenzialmente – può essere domandata ed ottenuta da moltissimi lavoratori. Infatti il meccanismo vale a favore di tutte le categorie dei lavoratori subordinati, autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) e dagli iscritti alla Gestione Separata Inps.
L’Ape Sociale, proprio come Opzione donna e le varie Quote sperimentali che ci hanno accompagnato in questi anni, mira a costituire una sorta di correttivo e di meccanismo di pensionamento agevolato rispetto alle rigide regole della legge Fornero. In attesa di una riforma pensioni strutturale ed organica, ecco spiegato il perché della riconferma per tutto il 2023.
L’Ape Sociale, che funge da prestazione ponte tra la maturazione dei requisiti per il suo riconoscimento e la maturazione per la pensione di vecchiaia o anticipata, è un’indennità assegnata soltanto al ricorrere di requisiti o condizioni ben precise. Vediamole di seguito:
Per le donne lavoratrici che nel 2023 sono in stato di disoccupazione o di occupazione in lavori “gravosi”, i citati requisiti contributivi calano di una misura pari a 12 mesi per ciascun figlio, per un “bonus” massimo di un biennio.
Oltre ai requisiti appena menzionati, ve ne sono altri più soggettivi – eccoli di seguito:
Al fine di effettuare la domanda di Ape Sociale è obbligatorio controllare in via preventiva l’effettivo diritto. In particolare, il lavoratore che potrà conseguire tutti i requisiti per l’indennità entro il 31 dicembre di quest’anno, dovrà ricordare di fare domanda di certificazione del diritto entro 31 marzo o 15 luglio prossimi.
Vero è che la domanda di certificazione ha come ultima scadenza anche la data del 30 novembre prossimo ma attenzione perché in tal caso il pericolo è che i fondi economici per finanziare l’Ape Sociale non bastino e, dunque, il lavoratore potrebbe non vedersi liquidata la prestazione ponte, pur nel riconoscimento del diritto.
Su ulteriori dettagli e verifica requisiti, rimandiamo alla pagina ad hoc dell’Inps.
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