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Finanza

No al condono delle multe: la linea dura dei Comuni mette freni allo stralcio cartelle esattoriali

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Le mosse del Governo in legge di Bilancio hanno inteso favorire il privato cittadino, ma i Comuni in larghissima parte non sarebbero propensi a dover dire addio a multe ed entrate vitali per il bilancio locale. 

Le multe sono sempre una spiacevole notizia per un automobilista. Una banale distrazione a volte può costare caro e la linea che si prospetta è quella per cui coloro che non hanno rispettato il Codice della Strada saranno, in larga parte, tenuti al pagamento della sanzione pecuniaria.

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Proprio così: secondo le ultime indiscrezioni emerse, i Comuni italiani non hanno intenzione di fare sconti e, perciò, si stima che le multe saranno cancellate soltanto per un automobilista su cinque. La stretta dei sindaci servirà chiaramente a ‘fare cassa’, nonostante la linea soft dell’Esecutivo nell’ultima legge di Bilancio. Vediamo allora più da vicino che cosa si prospetta per gli automobilisti che hanno violato una o più regole in tema di circolazione.

Multe Comuni

Uno scenario assolutamente non ottimistico per gli automobilisti i quali, soltanto per una percentuale ristretta e di circa il 20%, potranno contare sulla cancellazione della contravvenzione. Ci si riferisce alle sanzioni fino a mille euro di ammontare, nel periodo di riferimento compreso tra il 2000 e il 2015.

Vero è che la manovra di Bilancio indica un ‘condono’ per tutte le cartelle esattoriali di ridotta entità, notificate fino a 8 anni fa, ma è altrettanto vero che il Governo ha dato libertà d’azione alle Amministrazioni comunali le quali potranno scegliere le mosse da compiere entro fine marzo.

Lo scenario è però già nitido oggi, perché circa l’80% dei comuni avrebbe deciso di non adottare lo stralcio imponendo ai propri cittadini-automobilisti l’obbligo di pagare. Come accennato sopra, il motivo della scelta è facilmente comprensibile: occorre salvaguardare i conti degli enti locali e dunque la tenuta dei bilanci.

In sostanza, sia le multe inflitte agli automobilisti che le vecchie cartelle esattoriali, sono mantenute nei conti dei Comuni tra quelli che vengono chiamati ‘residui attivi’. La scelta servirà a dare ossigeno alle casse comunali, anche se c’è consapevolezza tra i sindaci che soltanto una porzione di quei crediti non ancora riscossi, lo sarà poi effettivamente.

I delicati equilibri delle casse comunali e le rivendicazioni ANCI

Non solo. L’ANCI, l’associazione nazionale dei Comuni, ha recentemente spiegato che la cancellazione delle cartelle esattoriali entro il valore di 1.000 euro estesa ai ruoli affidati alla Riscossione fino al 2015 costituirebbe un pericolo per i conti delle Amministrazioni locali. L’affermazione è contenuta in un documento ANCI consegnato in Parlamento, e spiega peraltro che si tratta, per la grande maggioranza, di posizioni legate ad entrate potenziali nelle casse dei Comuni, che vengono fatte oggetto di un provvedimento di stralcio per circa 300 milioni di euro.

L’Associazione sottolinea che almeno una frazione di queste cancellazioni potrebbe essere invece riscossa, in caso di mancato stralcio delle cartelle. Anzi il condono andrebbe a privare gli enti di residui attivi che partecipano alla formazione degli equilibri per un numero ampio di Comuni. Queste sostanzialmente le parole dell’ANCI, cui si aggiunge la richiesta al Governo di compensare i mancati incassi tramite un intervento ad hoc, che vada a stanziare circa 80 milioni di euro per far respirare i bilanci locali. Una cifra che andrebbe a coprire circa il 25% delle somme che le Amministrazioni comunali dovrebbero cancellare dall’elenco dei crediti, vale a dire proprio quanto le stesse Amministrazioni mirano ancora di poter incassare dalle vecchie cartelle esattoriali.

Un possibile compromesso tra scelte dell’Esecutivo e esigenze dei Comuni

L’Esecutivo ha indicato la strada dell’adesione volontaria dei Comuni alla sanatoria cartelle esattoriali. In termini pratici, secondo ANCI, questo significa che se si può essere d’accordo sulla volontarietà, è comunque vero che chi ha più capacità di riscossione difficilmente dirà sì alla sanatoria.

La patata bollente per i Comuni sarebbe però rappresentata dal come spiegare ai cittadini che le multe saranno comunque da pagare. Un compromesso – rimarca ANCI – potrebbe essere quello di consentire libertà ai Comuni sul tetto delle cartelle da cancellare. In termini pratici ciò permetterebbe ai sindaci di contenere i danni legati alle minori entrate nei bilanci comunali, abbassando ad es. a 400 euro il limite dei 1.000 euro disposto in legge di Bilancio.

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