Da tempo si parla del bonus dentista, ma le probabilità di risparmiare sui costi affrontati per le cure odontoiatriche sono purtroppo limitate.
Un nostro lettore ha posto la seguente domanda: “Buongiorno vedo che ci sono tanti bonus, ma se qualcuno ha bisogno di andare da un dentista e considerante che ci vogliono un mare di soldi. Potrebbe esserci un bonus dentista?”
Il presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo, ha dichiarato che in Italia circa il 70% circa degli abitanti non sono coperti da cure odontoiatriche. Il 95% dei servizi che offrono i privati hanno costi nella maggior parte delle volte troppo alti per le famiglie.
Lo Stato dovrebbe dare un sostegno dei cittadini anche nelle cure odontoiatriche, che per sfortuna a oggi è inesistente. Del bonus dentista purtroppo non vi è l’esistenza.
In passato, si parlava di una possibile introduzione del bonus con un valore pari a 500 euro volto ai soggetti il cui ISEE non superava i 25.000 euro. Il Movimento 5 Stelle aveva proposto l’emendamento alla Legge di Bilancio 2020, ma alla fine non vi è stata alcuna approvazione.
Dal 2018 non c’è più la figura del dentista sociale, cioè il professionista al quale ci si poteva rivolgere, a un prezzo veramente bassissimo, per le attività odontoiatriche.
Non esistono più né il bonus dentista e nemmeno il dentista sociale, quindi, per risparmiare sui costi relativi alla cura dei denti bisogna intraprendere un’altra strada.
Il presidente della CAO espone l’importanza di dare una risposta di assistenza di tipo socio sanitaria alla popolazione più disagiata. Potrebbe essere utile anche un voucher da un valore di 100 o 150 euro l’anno, da utilizzare per trattamenti di pulizia orale. Per le opere di ortodonzia conservativa e con le protesi, almeno quelle mobili, il valore potrebbe essere tra i 500 e 1.000 euro.
A oggi non c’è alcun voucher ma esistono, anche se pochi, alcuni trattamenti gratuiti.
È possibile usufruire di opere ortodontiche a spesa del Servizio Sanitario Nazionale, ma sono solo due: Programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età dai 0 ai 14 anni e alcune fasce di soggetti con situazioni particolari di vulnerabilità. Analizziamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Sono gratuiti i controlli nel periodo di sviluppo al fine di avvertire la formazione di malocclusioni e altre patologie. I nuovi Livelli essenziali di assistenza, LEA, preannunciano una catena di prestazioni ortodontiche a spese del SSN. I bambini e i ragazzi possono accedere gratuitamente a visite odontoiatriche, esami radiologici, estrazioni, ablazioni del tartaro, interventi chirurgici e trattamenti ortodontici.
Nello specifico, la vulnerabilità sanitaria è rivolta ai pazienti che possono rischiare a causa di una problematica di natura odontoiatrica.
Questa situazione, con l’aggravamento può portare al decesso del soggetto. Rientrano tra questi coloro:
– in attesa di trapianto e post trapianto (tranne quello di cornea);
– affetti da immunodeficienza grave;
– con emofilia grave o altre patologie gravi dell’emocoagulazione congenita, acquisita o iatrogene;
– con cardiopatie congenite cianogene;
– affetti da patologie oncologiche ed ematologiche nell’età evolutiva e adulta on trattamento di radioterapia o chemioterapia o comune in situazione di rischio con complicazioni infettive.
Una seconda tipologia di vulnerabilità è quella di tipo sociale, che considera le condizioni socio economiche dei soggetti che non possono mantenere il costo delle cure odontoiatriche degli studi privati. Le amministrazioni locali devono ipotizzare le iniziative con finalità di accesso alle prestazioni ortodontiche a beneficio dei soggetti appena indicati.
Le prestazioni gratuite, dove al limite bisogna pagare il ticket sanitario, prevedono controlli e trattamenti con lo scopo di individuare le neoplasie del cavo orale. Un’altra situazione è quando è essenziale intervenire per salvaguardare la salute del paziente.
I soggetti che sono esclusi dalle suddette categorie, e quindi sono obbligati a recarsi presso studi dentistici privati, possono recuperare dei costi sostenuti, anche se in parte.
L’Agenzia delle Entrate ha specificato che i costi affrontati per il dentista possono essere detratti con possibilità di recuperarne in parte durante la dichiarazione reddituale.
Le uscite sostenute per il dentista vengono detratte nella misura del 19%, ma solo per la quota che supera la franchigia dei 129,11 euro. È possibile beneficiare della detrazione solo per la parte del costo che non è contenuto nell’IRPEF a causa del familiare affetto dalla patologia e nel limite di 6.197,48 euro.
Bisogna specificare che non tutte le spese affrontate per le prestazioni dal dentista possono essere detratte. La regola stabilisce che tale beneficio è volto solo per le spesa di natura sanitaria, escludendo quindi i trattamenti estetici, come lo sbiancamento dei denti.
Tra le spese dentistiche che beneficiano della detrazione del 19% rientra l’acquisto per l’affitto dei dispositivi medici, come gli apparecchi per i denti e le protesi dentarie.
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