Molto scarsa finora l’adesione dei Comuni italiani alla Piattaforma unica nazionale CUDE, ma i vantaggi sono evidenti a tutti. Vediamoli.
Il contrassegno disabili esiste per agevolare alcune attività quotidiane a coloro i quali sono portatori di handicap acclarato.
Tuttavia le ultime novità su questo argomento non giovano di certo a questa categoria di persone, perché finora sono soltanto 26 i Comuni italiani che hanno aderito alla Piattaforma unica nazionale CUDE, ovvero quel progetto ideato per facilitare ulteriormente la mobilità dei cittadini con disabilità.
Di fatto questa piattaforma è stata istituita nel 2021 per poi essere attivata sperimentalmente l’anno scorso, ma finora non sta attirando l’interesse dei Comuni i quali, infatti, hanno aderito in un numero ridottissimo.
Vediamo allora un po’ più da vicino la questione e chiariamo che cos’è di fatto la Piattaforma CUDE, non prima di aver ricordato in breve cos’è il contrassegno disabili. I dettagli.
Come spiega il sito dell’Aci, tra le varie agevolazioni valevoli per agevolare la mobilità dei disabili esiste il contrassegno per auto che, in deroga alla regole generali di legge, protegge i soggetti portatori di handicap e/o invalidi da contestazioni o verbalizzazioni di violazioni delle norme di cui al CdS.
Grazie al contrassegno disabili, in particolare, le persone con problemi di deambulazione e i non vedenti possono sfruttare facilitazioni nella circolazione e nella sosta dei mezzi al loro servizio, specialmente in aree vietate alla generalità dei veicoli.
Di fatto il contrassegno è una speciale autorizzazione che, su anteriore accertamento medico, è emessa dal proprio Comune di residenza, così come indica il Codice della Strada. Giuridicamente consiste in un atto amministrativo autorizzatorio che resta di proprietà comunale, anche se affidato alla detenzione temporanea del soggetto che se ne avvale. Il contrassegno disabili ha la durata di un quinquennio, e questo anche nel caso in cui la disabilità sia fissa nel tempo. Trascorsi i 5 anni, il contrassegno può essere rinnovato.
Lo abbiamo anticipato in apertura: la Piattaforma unica nazionale informatica delle targhe associate al CUDE – Contrassegno Unificato Disabili Europeo – stenta a decollare e conta ancora pochissimi Comuni aderenti. Ma l’utilità della piattaforma è evidente: introdotta con decreto ministeriale del 5 luglio 2021, rappresenta il progetto di una banca dati unica, ideata per favorire la mobilità delle persone con handicap su tutto il paese, disponendo che la persona con disabilità, titolare del contrassegno auto disabili, non debba più rendere noto l’ingresso nelle aree ZTL o nelle strade e corsie nelle quali sono valevoli divieti e limitazioni, quando si sposta in un Comune differente da quello di residenza.
Detta banca dati è dunque la soluzione tecnologica che semplifica la mobilità tra comuni diversi per i titolari del CUDE – contrassegno unico disabili europeo. Ricordiamo anche che detta piattaforma unica nazionale informatica è presso l’Archivio nazionale dei veicoli del Mims.
In virtù di una gestione delle autorizzazioni coordinata da nord a sud del paese, colui che deve muoversi da un Comune all’altro, non deve così più rendere previamente noto l’ingresso nelle aree a traffico limitato collocate in Comuni differenti da quello di riferimento. Dal 23 maggio dello scorso anno è attiva una fase di sperimentazione, che comporta l’accesso alla Piattaforma soltanto per i Comuni aderenti e i titolari di contrassegno di tali Comuni.
La Piattaforma in oggetto mira a costituire un grande database nazionale in cui confluiscono i dati delle targhe dei cittadini titolari del CUDE, in maniera che le varie amministrazioni locali vi possano far riferimento per il controllo dei passaggi nelle ZTL o delle soste riservate ai possessori di contrassegno disabili. Ciò permetterà di raggiungere due obiettivi:
Oggi per il possessore di CUDE che voglia transitare in una ZTL di Comune differente dal proprio, è obbligatorio rendere noti i propri dati anticipatamente al passaggio con il mezzo a motore, in modo da da segnalare il proprio spostamento al comando di polizia stradale, e al fine di non subire una sanzione pecuniaria.
La piattaforma, come detto, è operativa dal 2022 in via sperimentale, ma occorre che i singoli Comuni si registrino e aderiscano al servizio in oggetto. Solo così, a loro volta, i cittadini potranno aderire e sfruttare la semplificazione burocratica. Altrimenti varranno ancora le più macchinose modalità operative usate prima del lancio della Piattaforma CUDE.
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